
Il referendum del 2025 su lavoro e cittadinanza ha registrato un’affluenza nazionale bassa, ma con forte partecipazione in 28 piccoli comuni, evidenziando differenze locali nei risultati e nel coinvolgimento elettorale. - Unita.tv
Il referendum del 2025 ha coinvolto gli italiani sulle questioni di lavoro e cittadinanza. Nonostante un’affluenza nazionale contenuta, in 28 comuni si è osservata una partecipazione molto superiore alla media, evidenziando comportamenti elettorali molto diversi a livello locale.
Affluenza nazionale e i motivi del basso consenso
L’8 e il 9 giugno, gli italiani sono stati chiamati a votare su cinque quesiti referendari: quattro riguardanti diritti e tutele sul lavoro, uno sulla riduzione dei requisiti per ottenere la cittadinanza italiana. Nel complesso, l’adesione popolare è risultata molto bassa: poco sopra il 30%, un dato che conferma il trend di disinteresse verso il voto su temi specifici, già evidenziato nelle ultime consultazioni politiche con affluenza inferiore al 50%.
Questa scarsa partecipazione riflette probabilmente la distanza che molti cittadini sentono verso le tematiche proposte e la complessità dei quesiti. La diffusa astensione ha un peso decisivo sul mancato raggiungimento del quorum necessario per rendere valido il referendum. Tali numeri mettono in luce una difficoltà a coinvolgere un elettorato che resta distaccato, soprattutto nelle aree urbane più grandi.
Esempi emblematici di affluenza nei piccoli comuni
Un dato interessante si registra però in 28 comuni distribuiti da nord a sud dell’Italia, dove l’affluenza ha superato il 50%. In questi centri, prevalentemente di piccole dimensioni, si percepisce un forte senso di comunità che sembra spingere gli abitanti a partecipare con maggiore impegno al voto.
Esempi emblematici sono Rosello, in provincia di Chieti, che guida con un’affluenza del 66%, Massello a Torino con il 65% e Soleminis in Sardegna al 60%. In queste realtà il legame diretto tra cittadini e territorio probabilmente favorisce una maggiore consapevolezza sull’impatto delle questioni referendarie. La dimensione contenuta di questi comuni agevola anche una comunicazione più efficace delle informazioni e un confronto pubblico più intenso rispetto alle grandi città.
Nel contesto urbano invece, la partecipazione è rimasta nettamente inferiore, confermando che nelle metropoli è più difficile creare un coinvolgimento simile su temi così specifici.
Divergenze nei risultati sul quesito della cittadinanza
Il referendum sul dimezzamento del periodo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza, da 10 a 5 anni, ha raccolto un consenso nazionale di circa il 60% per il “sì”. Tuttavia, l’analisi locale mostra risultati molto variegati.
Comuni come Lodine, in provincia di Nuoro, e Vidracco, nel torinese, si sono distinti per percentuali a favore molto alte: rispettivamente 83% e 84%. Anche Rosello ha mostrato un consenso superiore al 77% per la riduzione del requisito. In questi casi, le comunità sembrano più favorevoli a semplificare l’iter di cittadinanza, probabilmente per motivi legati alla composizione demografica o alle dinamiche locali di integrazione.
Al contrario, territori come Sambuco, in provincia di Cuneo, e Orta Nova in Puglia hanno espresso un voto contrario al quesito . Questi risultati riflettono una maggiore cautela o diffidenza verso modifiche che riguardino l’immigrazione e la cittadinanza in alcune aree, forse influenzate da una diversa percezione delle conseguenze sociali.
Risultati contrastanti nei quattro quesiti sul lavoro a Vidracco
Nel comune di Vidracco l’attenzione si concentra sui quattro referendum riguardanti il mondo del lavoro. Qui l’affluenza è stata del 55%, alta rispetto alla media nazionale. I cittadini hanno espresso un parere netto contro la maggior parte delle proposte: il “no” ha superato il 70% per tre quesiti legati alle tutele lavorative. L’unica eccezione riguarda il quesito sulle responsabilità dell’azienda appaltatrice in caso di incidenti sul lavoro, dove il “sì” ha ottenuto il 90%.
Questo scenario sottolinea come le opinioni locali possano differire molto dal contesto generale, probabilmente influenzate da condizioni specifiche nel tessuto occupazionale e nelle relazioni industriali del territorio.
L’effetto delle elezioni amministrative sulla partecipazione
Un altro elemento che ha inciso sui risultati è stata la coincidenza con le elezioni amministrative in vari comuni. Questo ha portato a una maggiore affluenza rispetto alla media referendaria nazionale, grazie all’aumento complessivo del movimento degli elettori ai seggi.
Tra i grandi centri va segnalato un gruppo di comuni nel centro Italia – Emilia-Romagna e Toscana – dove la partecipazione ha superato il 53%, nonostante non tutte le consultazioni fossero collegate a votazioni amministrative. Anzola dell’Emilia , Fabbrico , Pontassieve e Sesto Fiorentino hanno raccolto livelli di partecipazione elevati in confronto a molte altre aree italiane.
Queste regioni mantengono una tradizione di coinvolgimento politico che si riflette anche in voti su temi specifici, confermando come la contingenza elettorale locale possa stimolare una maggiore mobilitazione anche su referendum con scarso appeal nazionale.