Riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati: il senato valuta l’uso della pratica del “canguro” in commissione
La proposta di separazione delle carriere dei magistrati in Italia riaccende il dibattito politico, con tensioni tra maggioranza e opposizione sull’uso della pratica del “canguro” in Commissione Affari Costituzionali.

Il Senato italiano discute la riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, con tensioni politiche accentuate dalla controversa proposta di usare la pratica del “canguro” in Commissione, strumento mai applicato prima in questa fase e criticato dall’opposizione per limitare il dibattito parlamentare. - Unita.tv
La discussione sulla separazione delle carriere dei magistrati in Italia si è riaccesa nelle ultime settimane in Senato, concentrandosi su una controversa proposta della maggioranza guidata da Fratelli d’Italia. Al centro del dibattito c’è la possibilità di impiegare la cosiddetta pratica del “canguro” durante l’esame della riforma in Commissione Affari Costituzionali. Questa scelta, mai adottata prima in sede referente, ha sollevato forti critiche tra i gruppi di opposizione, che accusano la maggioranza di voler forzare i tempi e limitare il dibattito parlamentare su un tema di grande rilievo costituzionale.
La separazione delle carriere in italia: cosa prevede la riforma in discussione
Il provvedimento che si sta esaminando introduce una netta separazione tra i magistrati inquirenti e giudicanti, un passaggio cui si pensa da anni nel tentativo di rafforzare l’indipendenza giudiziaria. L’intento è evitare che la stessa persona possa svolgere funzioni investigative e decisorie all’interno del sistema giudiziario, una pratica ritenuta da alcuni una possibile fonte di conflitti di interesse o di condizionamenti. La proposta è in programma per la discussione in Aula dell’11 giugno 2025, ma già in Commissione si sono manifestate tensioni sia di carattere politico che procedurale. Il confronto appare serrato perché la riforma tocca direttamente un aspetto delicato delle istituzioni italiane e della giustizia.
Le posizioni sulla riforma non si limitano al merito della materia, ma riguardano anche i modi in cui viene portata avanti la discussione parlamentare, aspetto che sta generando ulteriore frizione tra maggioranza e opposizione.
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Cos’è la pratica del “canguro” e perché è diventata controversa in questa fase parlamentare
La pratica chiamata “canguro” consente di evitare la discussione e il voto su singoli emendamenti considerati poco rilevanti o ripetitivi, votando invece un testo complessivo o un pacchetto di modifiche. Si tratta di uno strumento votato a snellire i lavori parlamentari, ma il suo impiego è regolato dal Regolamento del Senato solo durante le sedute d’Aula, non in Commissione.
Quel che rende la situazione attuale problematica è che la maggioranza ha proposto di utilizzarla proprio durante l’esame in Commissione Affari Costituzionali della riforma sulle carriere dei magistrati. È la prima volta che si ipotizza questa applicazione. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha sottolineato che spetta alla Giunta per il regolamento valutare la liceità della pratica in questa sede. Ha convocato l’organismo per decidere, rispondendo alle pressioni provenienti dall’opposizione.
Resta centrale il nodo se una procedura pensata per velocizzare il lavoro in Aula possa essere estesa alla fase precedente in Commissione, dove si concentrano i primi approfondimenti e verifiche sui testi legislativi.
La reazione dell’opposizione e il significato politico delle critiche al “canguro”
I leader dei gruppi di opposizione al Senato hanno inviato una lettera a Ignazio La Russa con la richiesta di un intervento della Giunta per il regolamento. Nel documento ribadiscono il loro fermo no all’uso del “canguro” in Commissione, motivando la presa di posizione con ragioni normative ma anche di metodo.
Secondo l’opposizione, ricorrere alla pratica in questa sede avrebbe l’effetto di comprimere i tempi e il dibattito, riducendo lo spazio di confronto democratico su un tema delicato come quello della separazione delle carriere, che influisce sull’autonomia della magistratura e sull’equilibrio dei poteri. La lettera definisce la proposta come contraria alla natura costituzionale della riforma e priva di un fondamento regolamentare o prassi consolidata.
Queste accuse si inseriscono in uno scontro più ampio tra maggioranza e opposizione, che per mesi ha visto la riforma come terreno di confronto acceso. Il rischio, agli occhi dell’opposizione, è che il “canguro” diventi uno strumento per affrettare l’approvazione senza un esame approfondito.
Le tensioni in commissione affari costituzionali: accuse e clima di confronto acceso
Durante le sedute di Commissione Affari Costituzionali la proposta di utilizzare il “canguro” ha provocato reazioni molto forti. Andrea Balboni, senatore di Fratelli d’Italia e membro della commissione, ha difeso la decisione, citando un precedente del 2017 con Pietro Grasso, all’epoca presidente del Senato, che avrebbe autorizzato l’uso di questo strumento anche in Commissione, se la legge era in calendario per l’Aula in tempi brevi.
Il clima in Commissione è però degenerato in momenti di forte contrasto. Balboni ha denunciato comportamenti aggressivi di alcuni senatori del Partito Democratico, come Valente e Parrini, definendo le loro proteste quasi un tentativo di scontro fisico. Il tono e le modalità della protesta sono state giudicate da Fratelli d’Italia irrispettose delle istituzioni.
Nonostante la tensione, i membri di FdI hanno sottolineato di accettare un’opposizione intensa e decisa, purché nei limiti del rispetto delle regole parlamentari. Questo episodio evidenzia quanto la discussione sia arrivata su livelli molto animati, con divisioni difficili da sanare.
Chi sono i protagonisti principali e quali posizioni hanno espresso nel dibattito in corso
Ignazio La Russa, in qualità di presidente del Senato e rappresentante di Fratelli d’Italia, ha assunto il ruolo di mediatore chiamando la Giunta per il regolamento a decidere sulla questione del “canguro”. La Russa sostiene la necessità di accelerare l’iter della riforma per evitare tempi troppo lunghi e complicazioni burocratiche.
Andrea Balboni, dalla stessa maggioranza, si è fatto portavoce della linea che riconosce lo strumento come legittimo, appoggiandosi a precedenti parlamentari e criticando aspramente l’opposizione per le modalità di protesta.
Sul fronte opposto, i presidenti dei gruppi di partito di Pd, M5s, Avs e Italia viva – rispettivamente Boccia, Patuanelli, De Cristofaro e Paita – hanno firmato la lettera con cui si oppongono all’impiego del “canguro” in Commissione e chiedono un attento rispetto delle norme e del dibattito.
Senatori Pd come Valente e Parrini sono stati protagonisti delle reazioni più duramente critiche rispetto alla maggioranza, e questa situazione ha portato a momenti di tensione forti, evidenziando lo scontro politico che si è instaurato.
La questione regolamentare dietro il conflitto: norme e precedenti a confronto
Il nodo centrale riguarda l’interpretazione del Regolamento del Senato. Il documento non prevede l’uso della pratica del “canguro” in sede di Commissione, limitandola esplicitamente alle sedute d’Aula. La maggioranza raccoglie e rappresenta un precedente del 2017 per giustificare un’estensione.
L’opposizione contesta questo richiamo, sottolineando che quel caso era in un contesto diverso e non disegna una prassi valida. Inoltre, il fatto che la riforma coinvolga delicati aspetti costituzionali rafforza la richiesta di confronti approfonditi e trasparenti.
La Giunta per il regolamento, chiamata a pronunciarsi, dovrà decidere su questa controversia normativa con possibili riflessi sul funzionamento del Senato. Il rispetto della trasparenza, come pure il diritto al dibattito, sono questioni al centro del confronto istituzionale.
Le ripercussioni politiche e istituzionali della vicenda sul futuro delle riforme costituzionali
Il ricorso al “canguro” in commissione andrebbe oltre un tema procedurale: potrebbe cambiare la gestione parlamentare delle riforme costituzionali. Una decisione favorevole della Giunta rappresenterebbe un precedente anomalo, con potenziali impatti sulle dinamiche di lavoro del Senato.
Dall’altra parte, si concretizza una differenza più profonda tra maggioranza e opposizione su come condurre le riforme, con Fratelli d’Italia determinata ad accelerare e le minoranze decise a difendere la possibilità di un confronto esteso.
La separazione delle carriere interessa la struttura del potere giudiziario, e questo alimenta le divisioni politiche e istituzionali. La questione, quindi, ha dimostrato di andare ben oltre il mero aspetto tecnico, coinvolgendo sensibilità e interessi forti di entrambi gli schieramenti.
I prossimi passaggi attesi nel procedimento parlamentare del senato
La decisione della Giunta per il regolamento sul “canguro” è imminente e determina l’andamento dell’intero iter legislativo. Se la pratica sarà autorizzata, la maggioranza potrà procedere più rapidamente, limitando il numero degli emendamenti in discussione.
Il dibattito in Aula dell’11 giugno 2025 sarà un altro momento cruciale. A quel punto, sarà chiaro se la strategia della maggioranza avrà effetto e il senso politico che avrà assunto la riforma.
Qualsiasi esito, la vicenda ha messo sotto i riflettori le modalità con cui si fa la legge in Italia, la delicatezza del confronto istituzionale e il ruolo che le regole procedurali giocano nel bilanciamento tra velocità e approfondimento.