Riforma della Corte dei Conti: Fratelli d’Italia modifica le regole per i politici indagati

La riforma della Corte dei Conti proposta da Fratelli d’Italia, firmata da Augusta Montaruli e Luca Sbardella, modifica le condanne per danno erariale, escludendo la responsabilità senza prova di dolo.
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Riforma della Corte dei Conti: Fratelli d'Italia modifica le regole per i politici indagati - unita.tv

La riforma della Corte dei Conti, proposta da Fratelli d’Italia, sta suscitando un acceso dibattito in Parlamento. Con l’obiettivo di modificare le condizioni di condanna per i politici accusati di danno erariale, il testo prevede che la responsabilità possa essere esclusa se non viene dimostrato il dolo. Questa modifica, in discussione da oltre un anno, ha recentemente ricevuto un’accelerazione nelle commissioni competenti della Camera.

Le nuove regole per la condanna dei politici

La riforma in esame introduce un cambiamento significativo nel modo in cui vengono trattati i casi di danno erariale. Attualmente, i politici possono essere condannati se si dimostra che hanno causato un danno all’erario attraverso un uso improprio delle risorse pubbliche. Tuttavia, con la nuova normativa, la condanna sarà possibile solo se si prova il dolo, ovvero l’intenzione di arrecare un danno. In tutti gli altri casi, si presumerà la “buona fede” del politico coinvolto.

Questo emendamento, sostenuto da Fratelli d’Italia e firmato da Augusta Montaruli e Luca Sbardella, stabilisce che i titolari degli organi politici, come sindaci e assessori, saranno considerati in buona fede fino a prova contraria. Ciò significa che, se un politico ha approvato un atto che è stato proposto e vistato da tecnici competenti, non potrà essere ritenuto responsabile per eventuali danni erariali. Le uniche eccezioni riguardano i casi in cui ci sia dolo o pareri formali contrari all’atto in questione.

Implicazioni della riforma sulla responsabilità politica

La modifica proposta da Fratelli d’Italia amplia notevolmente il concetto di “buona fede”. Attualmente, i politici sono già considerati in buona fede se hanno approvato atti che rientrano nelle competenze degli uffici tecnici. Tuttavia, la riforma estende questa protezione a tutti gli atti che sono stati “proposti, vistati o sottoscritti” dai tecnici, rendendo di fatto molto difficile la condanna per danno erariale.

Ad esempio, se un assessore regionale presenta un rimborso spese o un sindaco firma una delibera, la responsabilità ricade principalmente sui tecnici che hanno redatto e vistato l’atto. Questo cambiamento potrebbe portare a una situazione in cui molti politici non saranno mai chiamati a rispondere per danni erariali, a meno che non venga dimostrato un dolo chiaro.

Limiti alle sanzioni per i politici condannati

Oltre alla modifica sulla responsabilità, l’emendamento introduce anche un tetto massimo alle sanzioni per i politici condannati. Se un politico dovesse essere ritenuto responsabile di un danno erariale, la sanzione non potrà superare il 30% del danno arrecato o il doppio della retribuzione, nel caso di un dipendente pubblico. Questo significa che, per un danno di mille euro, la sanzione massima sarebbe di trecento euro.

Questa limitazione solleva interrogativi su come verranno trattati i dirigenti e gli amministratori pubblici che non ricevono un compenso. Poiché il doppio della loro indennità sarebbe zero, risulta difficile immaginare come possano essere condannati in tali circostanze.

Tempistiche e approvazione della riforma

La riforma è attesa per il via libera delle commissioni competenti, previsto per la settimana prossima. Successivamente, il testo potrebbe essere discusso in Aula a Montecitorio nella prima settimana di aprile. È importante notare che, se la riforma dovesse entrare in vigore, le nuove regole si applicheranno anche ai processi già in corso e ai politici attualmente indagati per danno erariale.

L’intento dichiarato della riforma è quello di ridurre i poteri sanzionatori della Corte dei Conti, trasformandola in un organo con funzioni più preventive. Questa direzione è stata già intrapresa con la cancellazione del reato di abuso d’ufficio e si riflette anche nella riforma della Corte dei Conti.

Le critiche dei magistrati

La riforma non è stata accolta senza critiche. La presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati contabile, Paola Briguori, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla necessità di una riforma equilibrata che non comprometta il ruolo della magistratura contabile come garante della gestione corretta delle risorse pubbliche. Attualmente, i poteri della Corte sono già limitati da uno scudo erariale temporaneo, che consente di contestare solo i casi di dolo, escludendo quelli di colpa grave.

Questo scudo, rinnovato più volte dal governo, scadrà il 30 aprile, e potrebbe essere necessario un ulteriore rinnovo in attesa della conclusione della riforma della Corte dei Conti, per garantire che i politici non siano esposti a condanne per danni erariali.

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