La questione del terzo mandato consecutivo per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è al centro di un’importante udienza pubblica presso Palazzo della Consulta. La legge regionale 16/2024, approvata nel novembre 2024, consente a De Luca di ricandidarsi, ma la sua legittimità è ora oggetto di valutazione da parte dei giudici costituzionali. Il verdetto, atteso per la serata di oggi, potrebbe avere ripercussioni significative non solo in Campania, ma anche in Veneto, dove il presidente Luca Zaia potrebbe trovarsi nella stessa situazione.
La legge campana e il ricorso del governo
Il dibattito giuridico è stato innescato dal ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri contro la legge regionale campana. Gli avvocati di Stato, Ruggero Di Martino ed Eugenio de Bonis, sostengono che la legge 16/2024 violi le disposizioni stabilite dalla legge 165/2004, che limita a due i mandati consecutivi per i presidenti delle regioni. Questa normativa, approvata durante il governo Berlusconi, stabilisce che le regioni devono disciplinare i casi di ineleggibilità in conformità ai principi fondamentali della Costituzione.
In particolare, l’articolo 2 della legge 165/2004 stabilisce che i presidenti delle giunte regionali eletti a suffragio universale non possono essere rieleggibili immediatamente dopo il secondo mandato consecutivo. Pertanto, il governo sostiene che la legge campana contravviene a questo principio, creando un precedente che potrebbe influenzare le future elezioni regionali.
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La difesa della Regione Campania
Dall’altra parte, la Regione Campania si difende con una posizione ben articolata, rappresentata dagli avvocati Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti. La loro argomentazione si basa sulla necessità di ogni regione di dotarsi di una propria legislazione in materia di mandati elettorali. Secondo la difesa, la legge 16/2024 è conforme alle disposizioni nazionali, in quanto stabilisce che il computo dei mandati decorre dalla data di entrata in vigore della legge stessa, avvenuta il 26 novembre 2024.
Questo significa che, per la Regione Campania, il mandato attuale di De Luca non dovrebbe essere conteggiato ai fini della limitazione dei due mandati consecutivi, permettendo così la sua ricandidatura. La questione è complessa e potrebbe avere un impatto non solo sulla carriera politica di De Luca, ma anche su quella di altri governatori, come Luca Zaia in Veneto, che potrebbe trovarsi a fronteggiare una situazione simile.
Le implicazioni politiche della decisione
Il verdetto della Consulta avrà conseguenze significative per le prossime elezioni regionali, in programma nel 2025. Se la legge campana verrà dichiarata legittima, De Luca potrà continuare a governare senza interruzioni, consolidando ulteriormente il suo potere in Campania. D’altro canto, una decisione contraria potrebbe segnare la fine delle ambizioni di ricandidatura per lui e per altri presidenti regionali che aspirano a un terzo mandato.
La situazione è particolarmente delicata in un contesto politico già complesso, dove le alleanze e le strategie elettorali sono in continua evoluzione. La Consulta, presieduta dal giudice relatore Giovanni Pitruzzella, si trova di fronte a una decisione che non solo influenzerà il futuro di De Luca, ma anche il panorama politico delle regioni italiane, in un momento in cui la stabilità e la continuità sono più che mai necessarie.