Riaperto l’appartamento papale del palazzo apostolico dopo la morte di papa francesco il 21 aprile 2025

Il Papa Leone XIV rimuove i sigilli dall’appartamento papale, segnando un passaggio significativo per la Santa Sede dopo la morte di Papa Francesco e avviando una nuova fase nella gestione ecclesiastica.
Il 27 aprile 2025, papa Leone XIV ha rimosso i sigilli dall’appartamento papale in Vaticano, segnando la fine del lutto per papa Francesco e l’inizio di una nuova fase per la Santa Sede, con la presenza delle alte cariche vaticane. - Unita.tv

La mattina del 27 aprile 2025, poco dopo la recita del Regina Caeli, si è svolta una cerimonia significativa in Vaticano. Papa Leone XIV ha diramato una decisione importante sulla gestione degli spazi del Palazzo apostolico, coinvolgendo alcune delle figure di vertice della Santa Sede. Un passaggio formale che segna una fase nuova dopo il lutto per la scomparsa di papa francesco.

La rimozione dei sigilli dall’appartamento papale

Poco dopo la conclusione della preghiera mariana, papa Leone XIV ha proceduto a rimuovere i sigilli che proteggevano l’appartamento papale situato nel Palazzo apostolico. Questi erano stati posti il pomeriggio del 21 aprile 2025, in segno di rispetto e attesa dopo la morte di papa francesco.

L’atto di togliere i sigilli rappresenta una tappa formale e necessaria per aprire nuovamente il soggiorno e gli uffici privati del pontefice defunto. La riapertura sancisce che quel luogo non è più indisponibile per le funzioni della Santa Sede né utile per la gestione dei servizi legati al papa emerito. Al contrario, si riconsegna ufficialmente l’area per nuovi usi e per eventuali visite.

La Sala stampa vaticana ha diffuso una nota che conferma la ripresa delle normali attività nella zona, dopo il periodo di chiusura segnato dal lutto pontificio. Non si tratta solo di un gesto simbolico ma anche di un segnale concreto verso la continuità della vita ecclesiastica.

La presenza delle alte cariche vaticane alla cerimonia

Alla Loggia delle Benedizioni, durante la recita del Regina Caeli, erano presenti diversi membri di rilievo della Curia romana. Tra questi, il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo della Santa Romana Chiesa, che ricopre un ruolo chiave nella gestione temporanea della sede pontificia. Accanto a lui, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, figura di spicco nelle relazioni interne ed esterne del Vaticano.

Monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali, e mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, hanno rappresentato gli apparati diplomatici e amministrativi. A completare il gruppo, mons. Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia, ha assicurato la supervisione degli ambienti e del protocollo.

Questi personaggi si sono ritrovati in un momento solenne, che unisce ritualità e atti giuridici, indispensabili in un passaggio delicato per la Chiesa cattolica. La loro presenza conferma l’importanza attribuita alla gestione degli spazi simbolici e operativi legati al pontefice uscente.

Il significato del gesto nell’ambito della successione papale

In Vaticano ogni azione ha un significato preciso, soprattutto quando coinvolge luoghi tanto emblematici come l’appartamento papale. Togliere i sigilli non significa solo fare spazio fisico ma ribadire che il tempo del nuovo pontificato è giunto.

L’episodio si colloca quasi come una prova visibile che la Santa Sede supera il momento di passaggio, passando dal lutto alla normalità amministrativa e liturgica. La gestione degli spazi, con la presenza delle alte cariche, riflette il rispetto della tradizione ma anche l’attenzione al protocollo.

Il fatto che papa Leone XIV abbia guidato la cerimonia conferma la presa in carico di una responsabilità spirituale e temporale. È un segnale che la Chiesa è pronta a guardare avanti e a mantenere viva la sua organizzazione, dopo la scomparsa di papa francesco.

A roma e in tutto il mondo cattolico, la riapertura dell’appartamento significa che i momenti di lutto si affiancano a quelli di attesa e preparazione per il futuro pontificato. Un passo concreto che sarà seguito da altri, nel cammino della Chiesa nel 2025.