
Urne aperte in tutta Italia: il voto sui cinque referendum abrogativi
8 e 9 giugno 2025: questo weekend gli italiani sono chiamati alle urne per esprimere la propria opinione su cinque quesiti abrogativi che riguardano il lavoro e la cittadinanza. I seggi sono aperti oggi fino alle 23 e domani dalle 7 alle 15 e, per rendere valido il referendum, è necessario il raggiungimento del quorum, fissato al 50%+1 degli aventi diritto.
Contesto politico e istituzionale
Il voto si svolge in un clima particolarmente teso. Da un lato, le forze di opposizione – in prima linea Pd, M5s e Avs – hanno lanciato un ultimo appello al voto dal palco di Roma. Dall’altro, la maggioranza di governo, guidata da Fratelli d’Italia, invita all’astensione, confidando che l’assenza di partecipazione faccia mancare il quorum e annulli di fatto ogni esito.
Sul fronte istituzionale, la premier Giorgia Meloni ha annunciato che si recherà alle urne “per rispetto delle istituzioni”, ma non ritirerà le schede; mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato: «Non andrò a votare, è un diritto costituzionale».
I cinque quesiti in breve
Jobs Act e contratto a tutele crescenti: abrogazione del d.lgs. 4/2015 nella sua interezza, ripristinando reintegro e maggiori tutele per i licenziamenti ingiusti.
Limite alle indennità nei licenziamenti delle piccole imprese (meno di 16 dipendenti): cancellazione del tetto massimo di 6 mensilità di indennizzo.
Contratti a tempo determinato: reintroduzione dell’obbligo di causale fin dal primo giorno, per tutti i contratti inferiori a 12 mesi.
Responsabilità in solido negli appalti: estensione della responsabilità al committente anche in caso di infortunio sul lavoro di imprese appaltatrici o subappaltatrici.
Cittadinanza: riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza legale richiesto per gli stranieri extracomunitari maggiorenni.
Un “Sì” indica la volontà di abrogare la norma vigente, un “No” di mantenerla.
Appelli, vip e polemiche
Sul palco di Roma, Giuseppe Conte (M5s) ha rilanciato: «La democrazia si nutre di partecipazione. Esercitiamo i nostri diritti politici!»
Elly Schlein (Pd) ha postato sui social: «Buon voto a tutte e tutti e grazie a chi è ai seggi».
Tra i volti noti per il “Sì” sul quesito cittadinanza figurano Mahmood, Ghali, Malika Ayane e altri influencer, mobilitati per portare i giovani alle urne.
L’opposizione di centrodestra ha accusato le forze favorevoli al voto di violare il silenzio elettorale, appellandosi al Viminale per sanzioni.
Primi dati di affluenza (rilevazione ore 12:00)
7,4% di affluenza media nazionale sui cinque quesiti.
Leggera variabilità tra le schede: dal 7,41% al 7,43% in base al tema.
Regione con la partecipazione più alta: Emilia-Romagna con circa 10,9% (Bologna al 14,3%, Modena 13,3%).
Zavorra meridionale: in Calabria affluenza del 4,38%; in Basilicata del 5,41%; in Campania del 5,85%.
In Sardegna il dato è del 6,81%, con picco a Cagliari (8,1%) e minimo a Oristano (5,83%).
Amministrative e ballottaggi
Contemporaneamente ai referendum si tengono i ballottaggi nei Comuni di Taranto, Matera e altri 11 centri. In Sardegna si rinnova invece il primo turno delle amministrative in 7 capoluoghi, incluso Nuoro.
Prospettive e possibili scenari
Se non sarà raggiunto il quorum del 50%+1, i referendum saranno invalidi e le leggi in vigore rimarranno inalterate.
In caso di quorum superato, l’eventuale vittoria del “Sì” comporterà l’abrogazione automatica delle disposizioni oggetto dei quesiti, con impatto immediato su mercato del lavoro e procedure di cittadinanza.
L’esito politico si rifletterà sulla tenuta della maggioranza di governo e sul consenso alle forze di opposizione.
Nei prossimi giorni sarà fondamentale l’andamento dell’astensione, indicatore cruciale in un voto basato sul raggiungimento del quorum. La partecipazione di oggi e domani – un diritto ma anche un dovere civico – deciderà il futuro di norme decisive per il mondo del lavoro e per la nostra idea di comunità nazionale.