Proteste in Turchia: la folla scende in piazza contro l’arresto del sindaco di Istanbul

A Maltepe, migliaia di cittadini protestano contro l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul, mentre il governo Erdogan intensifica la repressione. La mobilitazione segna un momento cruciale per la democrazia turca.
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Proteste in Turchia: la folla scende in piazza contro l'arresto del sindaco di Istanbul - unita.tv

Le manifestazioni di protesta in Turchia continuano a crescere in risposta all’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e figura di spicco dell’opposizione politica. Le tensioni si intensificano mentre i cittadini si mobilitano per difendere la democrazia e i diritti civili, in un clima di crescente repressione da parte del governo di Recep Tayyip Erdogan.

La mobilitazione di massa a Maltepe

Sabato sera, a Maltepe, un quartiere sulla sponda asiatica di Istanbul, migliaia di persone si sono riunite per esprimere il loro dissenso nei confronti dell’arresto di Imamoglu. La manifestazione ha coinciso con la vigilia dell’Eid al-Fitr, una festività importante per la comunità musulmana, che segna la fine del Ramadan. Il leader del Chp, Ozgur Ozel, ha dichiarato che circa 2,2 milioni di persone hanno partecipato all’evento, sottolineando l’ampia adesione popolare. Tra i presenti, anche Dilek Imamoglu, moglie del sindaco, che ha ricevuto un caloroso applauso quando è salita sul palco, mentre la folla sventolava bandiere turche e ritratti di Kemal Ataturk, il fondatore della Repubblica turca.

Il messaggio di Imamoglu ai giovani

Durante la manifestazione, è stata letta una lettera di Ekrem Imamoglu, in cui si rivolgeva direttamente ai giovani. Nella sua comunicazione, ha evidenziato l’importanza della loro voce nel contesto politico attuale, esortando il presidente Erdogan a rispettare la volontà del popolo. “I giovani stanno dicendo: ‘Mostra rispetto al popolo. Non toccare la volontà della nazione'”, ha affermato Imamoglu, denunciando l’indifferenza del governo nei confronti delle preoccupazioni dei cittadini. La folla ha risposto con slogan che richiamano la lotta per diritti e giustizia, evocando il ricordo delle proteste di Gezi Park nel 2013.

La repressione e le conseguenze delle proteste

Le manifestazioni di protesta sono esplose dopo l’arresto di Imamoglu, avvenuto il 19 marzo con l’accusa di corruzione. Questo evento ha innescato una risposta repressiva da parte del governo, con quasi duemila arresti, inclusi 13 giornalisti. Le forze di polizia hanno utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti, creando un clima di tensione e paura. Le proteste si sono concentrate anche davanti al municipio di Istanbul, dove i cittadini hanno continuato a esprimere il loro dissenso, nonostante la violenza della repressione.

Il futuro politico di Imamoglu e le elezioni del 2028

Ekrem Imamoglu è ampiamente considerato l’unico politico dell’opposizione in grado di sfidare Erdogan alle prossime elezioni. Il giorno del suo arresto, è stato nominato candidato del Chp per le elezioni del 2028, un segnale della sua importanza nel panorama politico turco. Erdogan ha definito le manifestazioni come “terrorismo di strada”, cercando di delegittimare le richieste di cambiamento e giustizia. Le manifestazioni continuano a rappresentare un momento cruciale per la democrazia in Turchia, con i cittadini che si mobilitano per rivendicare i propri diritti e la libertà di espressione.