Proteste contro la carne coltivata: Coldiretti e la risposta della comunità scientifica

A Parma, le manifestazioni di Coldiretti contro la carne coltivata scatenano un acceso dibattito, mentre la comunità scientifica e politici come Benedetto Della Vedova criticano il conflitto di interessi nel tavolo tecnico interministeriale.
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Proteste contro la carne coltivata: Coldiretti e la risposta della comunità scientifica - unita.tv

Le recenti manifestazioni di Coldiretti, l’associazione degli agricoltori italiani, hanno sollevato un acceso dibattito sulla carne coltivata, con slogan che mettono in discussione la sicurezza di questi nuovi alimenti. Cartelli come “Cibo dalle campagne non dai laboratori” e “I cittadini europei non sono cavie” hanno attirato l’attenzione, mentre la comunità scientifica risponde con fermezza, sottolineando l’assenza di fondamenti scientifici nelle richieste avanzate dagli agricoltori.

La posizione della comunità scientifica

Un gruppo di scienziati che collabora con l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha inviato una lettera a Coldiretti, evidenziando come le richieste di studi clinici e preclinici per la carne coltivata non abbiano basi scientifiche. Secondo gli esperti, la manifestazione di Parma rappresenta un tentativo di delegittimare il lavoro della comunità scientifica e il rigoroso quadro normativo europeo sui nuovi alimenti. La lettera sottolinea che i processi di approvazione per farmaci e alimenti sono distinti, poiché rispondono a esigenze diverse. La regolamentazione alimentare, infatti, è progettata per garantire una maggiore sicurezza, poiché un farmaco può essere autorizzato anche in presenza di effetti collaterali noti, mentre l’EFSA approva solo in assenza di rischi per la salute.

Le implicazioni per i consumatori

Coldiretti ha dichiarato di voler ottenere maggiori controlli sui processi di approvazione dei cosiddetti novelty foods, che includono la carne prodotta in laboratorio. Tuttavia, la definizione di “carne sintetica” utilizzata dai detrattori è considerata fuorviante, poiché non riflette la realtà del prodotto. Questa terminologia è utilizzata per creare un’immagine negativa, suggerendo che si tratti di un alimento “finto” e dannoso. L’intento di Coldiretti sembra essere quello di limitare la libertà di scelta dei consumatori, impedendo loro di optare per un prodotto che non richiede la morte di animali e non sostiene allevamenti intensivi, noti per le pratiche dannose per gli animali e per l’ambiente.

Il tavolo tecnico interministeriale e il conflitto di interessi

Il ministro della Salute ha nominato un tavolo tecnico interministeriale composto da cinque esperti, tutti legati a Coldiretti attraverso la fondazione Aletheia. Questo solleva interrogativi sul conflitto di interessi, poiché la commissione sembra rappresentare solo una parte in causa. Un documento prodotto dalla “componente clinica” del tavolo chiede test clinici e preclinici per la carne coltivata, senza fornire argomentazioni scientifiche valide. Questa situazione è stata criticata da diversi esponenti politici, tra cui Benedetto Della Vedova di +Europa, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiarire i criteri di nomina dei membri del tavolo.

Critiche e preoccupazioni politiche

Benedetto Della Vedova ha evidenziato come il conflitto di interessi sia stato ammesso dalla stessa fondazione Aletheia, che si è presentata all’EFSA come parte in causa. Secondo Della Vedova, il documento prodotto dal tavolo di lavoro appare più come una perizia di parte, piuttosto che un’analisi imparziale. La battaglia contro la carne coltivata è vista come miope e priva di senso, con il rischio di escludere l’Italia da un mercato in crescita e di limitare le opportunità per l’agroindustria. La questione della carne coltivata continua a generare tensioni tra agricoltori, scienziati e politici, mentre il dibattito sulla sicurezza alimentare e la libertà di scelta dei consumatori si intensifica.