La situazione a Istanbul si fa sempre più tesa dopo la detenzione del sindaco Ekrem Imamoglu, avvenuta in un contesto di violente manifestazioni. Le proteste, scaturite dalla decisione dei giudici di incarcerare il sindaco, hanno portato a scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con un bilancio di arresti e feriti. La città è in fermento, con un alto numero di cittadini pronti a scendere in piazza per difendere i propri diritti e la democrazia.
La notte di violenza a Istanbul
Ieri sera, la piazza Saraçhane, di fronte al municipio di Istanbul, è diventata il teatro di una violenta repressione. Un gran numero di scarpe abbandonate testimonia la fuga disordinata dei manifestanti, molti dei quali sono stati colpiti dalla polizia. Quattordici giornalisti, tra cui il reporter della France Presse Yasin Akgul, sono stati arrestati, mentre decine di giovani hanno riportato ferite a causa dell’uso di manganelli, proiettili di gomma e spray urticante da parte delle forze dell’ordine.
Le immagini diffuse sui social media mostrano scene strazianti, come quella di una ragazza in lacrime che chiede aiuto a un agente, il quale risponde che la sua presenza lì è illegale. Tra i feriti si trova anche Mahmut Tamal, deputato del Chp, che ha denunciato l’accaduto come un attacco non solo fisico, ma anche ai principi democratici e ai diritti umani.
Leggi anche:
Il ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, ha accusato i manifestanti di aver lanciato acido contro la polizia, invitando a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni. Questa retorica ricorda le tensioni delle proteste di Gezi Park nel 2013, quando il presidente Recep Tayyip Erdogan definì i manifestanti come “vandali”. I dati ufficiali indicano che dal 19 marzo, data di inizio delle manifestazioni, sono state arrestate 1.133 persone, mentre 123 agenti hanno subito ferite.
La detenzione di Ekrem Imamoglu e le sue conseguenze
Questa mattina, è stato ufficialmente annunciato che Ekrem Imamoglu sarà il candidato del Chp alle elezioni presidenziali del 2028. La sua detenzione, avvenuta dopo una giornata di scontri, ha portato alla sua destituzione dall’incarico di sindaco, aumentando a 13 il numero totale di sindaci rimossi in Turchia. Nonostante ciò, 15 milioni di cittadini, di cui solo il 10% iscritti al Chp, hanno votato per confermare Imamoglu come candidato per sfidare Erdogan.
Le manifestazioni continuano, con i sostenitori del sindaco che si preparano a scendere nuovamente in piazza. Sinem Dedetas, sindaca di Uskudar, ha dichiarato che non è il momento di abbandonare le strade. Ha sottolineato l’importanza di continuare a lottare per una Turchia libera e democratica, esprimendo la speranza che la polizia possa mostrare comprensione nei confronti dei giovani manifestanti.
Le prossime manifestazioni e le restrizioni imposte
Un nuovo appuntamento è fissato per stasera alle 17:00 a Beşiktaş, un quartiere noto per il suo spirito secolarista. Nonostante un primo divieto di manifestare, il prefetto di Istanbul ha esteso le restrizioni fino al 27 marzo, mentre ad Ankara e Izmir il divieto durerà cinque giorni. La tensione rimane alta, con i cittadini determinati a far sentire la propria voce in un contesto di crescente repressione.
Â