Protesta storica a Gaza: centinaia di palestinesi contro Hamas in un clima di crescente malcontento

Il 25 marzo 2025, a Beit Lahia, migliaia di palestinesi hanno manifestato contro Hamas, chiedendo la fine del conflitto e un cambiamento radicale nella leadership, mentre la situazione umanitaria a Gaza si aggrava.

Protesta storica a Gaza: centinaia di palestinesi contro Hamas in un clima di crescente malcontento

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La giornata di martedì 25 marzo 2025 ha segnato un momento significativo nella storia recente di Gaza, con una manifestazione di massa che ha visto la partecipazione di centinaia, se non migliaia, di palestinesi. Questo evento, il più grande contro Hamas dall’inizio del conflitto con Israele nel 2023, ha attirato l’attenzione di media internazionali come CNN e BBC. I manifestanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti del gruppo militante, chiedendo un cambiamento radicale nella situazione attuale.

La protesta di Beit Lahia: un grido di libertà

Le strade di Beit Lahia, una città situata a nord di Gaza, sono state teatro di una manifestazione che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone. I manifestanti hanno intonato slogan come “Per l’amor di Dio, Hamas fuori” e “Vogliamo la fine della guerra”, evidenziando un forte desiderio di cambiamento. La protesta è stata caratterizzata da un clima di determinazione e unità, con i partecipanti che hanno chiesto a gran voce la fine delle ostilità e una vita dignitosa. Questo evento rappresenta un chiaro segnale del crescente malcontento tra la popolazione palestinese, stanca di vivere in condizioni precarie e di subire le conseguenze di un conflitto che dura da oltre un anno e mezzo.

La chiamata alla mobilitazione: nuove manifestazioni in arrivo

In seguito alla grande manifestazione di martedì, è emerso un post sui social media che ha invitato la popolazione a continuare a protestare anche il giorno successivo, mercoledì 26 marzo 2025. Gli organizzatori hanno programmato nove diverse manifestazioni, esprimendo la volontà di far sentire la propria voce contro Hamas e le sue politiche. Le frasi utilizzate, come “Fategli sentire la vostra voce” e “Gaza non è silenziosa”, riflettono un desiderio collettivo di rivendicare diritti e dignità. La richiesta di un cambiamento è chiara: i palestinesi vogliono essere ascoltati e non accettano più di vivere sotto il giogo di un governo che non rappresenta i loro interessi.

La risposta di Hamas: repressione e tensione

La reazione di Hamas alla manifestazione è stata immediata e violenta. Militanti del gruppo, alcuni armati, sono intervenuti per disperdere la folla, aggredendo anche alcuni manifestanti. Questa risposta brutale ha messo in evidenza la tensione crescente tra la popolazione e il governo di Hamas, che dal 2007 controlla Gaza. I cittadini palestinesi, come Mohammed Diab, hanno espresso la loro frustrazione, affermando di rifiutarsi di morire per gli interessi di partiti o stati stranieri. La loro richiesta è chiara: vogliono che Hamas ascolti la voce di chi soffre e che si faccia da parte per permettere un cambiamento reale.

Il contesto drammatico: un bilancio di vittime inaccettabile

Le manifestazioni sono esplose in un contesto di crescente disperazione, con il bilancio delle vittime del conflitto che ha superato le 50.000 unità, secondo il ministero della Salute di Gaza. Questo numero, già tragico, è destinato a salire ulteriormente se non si raggiunge una pace duratura. La popolazione vive in condizioni di estrema difficoltà, con la devastazione che ha colpito in particolare le aree a nord di Gaza. Gli aiuti umanitari sono stati bloccati, aggravando ulteriormente la situazione e rendendo la vita quotidiana insostenibile.

La situazione degli aiuti umanitari: un circolo vizioso

Il blocco degli aiuti da parte di Israele ha reso ancora più critica la situazione a Gaza. Da tre settimane, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi , non arrivano acqua, cibo, medicine e carburante. Questo ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti, con la popolazione che si trova a fronteggiare una mancanza di beni essenziali. Le critiche nei confronti di Hamas si sono intensificate, con molti palestinesi che chiedono un cambiamento radicale nella leadership e una gestione più responsabile della situazione.

La manifestazione di martedì rappresenta quindi non solo un atto di protesta, ma anche un grido di aiuto da parte di una popolazione stanca di soffrire e desiderosa di un futuro migliore.