A Milano, una trentina di persone si sono radunate in piazza Scala per chiedere le dimissioni della giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala. La manifestazione è arrivata proprio mentre si avvicinava la seduta del Consiglio comunale, in cui il primo cittadino avrebbe dovuto riferire sull’indagine che lo vede coinvolto per questioni legate all’urbanistica cittadina.
Dimissioni subito: i manifestanti invocano un cambio netto
Il presidio si è svolto davanti a Palazzo Marino, sede del Comune, con diversi striscioni ben visibili. Uno recitava: “Dimissioni giunta Sala. L’unica salvezza per Milano è la città pubblica”. Un altro slogan, “No ai bulli del mattone. San Siro bene comune”, metteva in luce le preoccupazioni sulla gestione delle aree in sviluppo e la tutela del patrimonio urbano.
Dietro alla protesta ci sono vari gruppi politici e sociali, come Cambiare rotta, Potere al popolo e Rifondazione comunista. I manifestanti hanno scandito più volte slogan come “Giunta Sala devi andartene, dimissioni, dimissioni”, lasciando chiaro il loro disappunto nei confronti dell’attuale amministrazione.
Le richieste puntano a un cambio radicale della guida della città, soprattutto alla luce delle inchieste che coinvolgono il sindaco. La protesta ha attirato l’attenzione di passanti e giornalisti, a testimonianza di un malcontento diffuso in una parte della cittadinanza.
Consiglio Comunale Blindato, cresce la tensione tra i cittadini
Mentre la protesta andava avanti fuori dal Comune, davanti all’ingresso si è formata una lunga fila di cittadini in attesa di entrare al Consiglio comunale, dove Sala avrebbe dovuto rispondere alle domande sull’indagine. Molti temevano di non trovare posto in aula, nonostante l’importanza del tema in discussione.
Tra chi aspettava, c’erano anche alcuni membri del Comitato Famiglie Sospese, un gruppo formato da persone che hanno comprato casa ma non ci sono ancora potute entrare a causa del blocco legato alle indagini. Questa situazione ha alimentato ulteriori tensioni, aggravate dal clima politico e giudiziario.
Per evitare che chi non riuscisse a entrare rimanesse escluso, il Comune ha allestito un’altra sala all’interno di Palazzo Marino, dove la seduta sarà trasmessa in streaming. Una mossa pensata per garantire trasparenza e partecipazione, anche se resta da vedere come reagirà la cittadinanza.
Questa protesta si inserisce in un momento delicato per la politica milanese, con gli occhi puntati sulle possibili ripercussioni delle indagini sugli assessorati e sulle decisioni urbanistiche future. La richiesta di dimissioni è un chiaro segnale di sfida e di pressione sull’amministrazione, in attesa di capire cosa succederà nell’aula del Consiglio comunale.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Andrea Ricci