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Proposta pugliese per modificare la legge Calderoli sull’autonomia differenziata: ecco i dettagli

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Puglia propone cambiamenti alla legge Calderoli sull'autonomia differenziata. - Unita.tv
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La Regione Puglia ha messo a punto una proposta di legge che mira a modificare la normativa vigente sull’autonomia differenziata, nota come legge Calderoli. Il disegno di legge è stato approvato dalla giunta regionale su impulso del presidente Michele Emiliano e punta a ridefinire il quadro legislativo federale su basi più eque e operative. Le novità riguardano in particolare la gestione delle risorse e i principi su cui deve basarsi il regionalismo differenziato, con attenzione alle indicazioni della Corte Costituzionale.

La nuova proposta pugliese punta al federalismo fiscale cooperativo e alla perequazione

Il presidente Michele Emiliano ha voluto che il ddl riconosca come fondamentale un modello di federalismo fiscale che si fondi sulla cooperazione tra Stato e Regioni. Secondo la proposta, l’autonomia differenziata può essere concessa soltanto se si garantisce prima la piena funzionalità del fondo perequativo previsto dall’articolo 119, comma 3, della Costituzione. Questo fondo serve a bilanciare le disparità economiche tra territori più ricchi e meno abbienti, perché l’auto-governo locale non aumenti le disuguaglianze.

La novità cruciale del testo riguarda la soppressione del criterio stabilito dalla legge Calderoli che distinguerebbe tra materie cosiddette “Lep” e materie non Lep. Il gruppo di lavoro che ha elaborato il disegno richiama la sentenza della Corte Costituzionale, che ha rivisto questo concetto e ha indicato che non vanno separate le materie in sé, bensì le funzioni legate a diritti civili o sociali da quelle di altra natura. Si profila così un nuovo assetto, che orienta l’autonomia verso una gestione più equilibrata delle competenze, evitando squilibri tra diritti fondamentali e attività di altro tipo.

Principi di sussidiarietà e trasparenza nel negoziato tra Stato e Regioni

Un altro aspetto rilevante introduce la necessità che le richieste di funzioni aggiuntive da parte delle Regioni siano supportate da motivazioni precise, soprattutto riguardo a un miglioramento reale dell’efficienza complessiva del sistema. Ciò si riallaccia al principio di sussidiarietà indicato dalla Corte, il quale impone che l’attribuzione di nuove competenze sia giustificata da vantaggi concreti e non solo da ragioni di autonomia formale.

Il ddl prevede inoltre che prima di aprire i negoziati per l’autonomia, il presidente del Consiglio o il ministro delegato debbano inviare l’atto di iniziativa alla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano. In questo modo, le altre Regioni e Province autonome, diverse da quella che presenta la richiesta, potranno esprimere osservazioni che andranno considerate nel corso del confronto. Si punta a una maggiore trasparenza e partecipazione nel processo decisionale, limitando così procedure basate solo sulle trattative tra Stato e singola Regione.

Il gruppo di studio pugliese e gli esperti coinvolti nella stesura del ddl

La bozza di legge è il risultato del lavoro di un gruppo di esperti istituito dalla Regione Puglia per fornire un contributo tecnico e giuridico alla proposta. Il comitato è stato guidato da Rossana Lanza, capo dell’avvocatura regionale, e include figure di rilievo come i magistrati amministrativi Silvia Piemonte e Claudia Lattanzi. Si segnalano anche i professori ordinari dell’Università di Bari Cosimo Pietro Guarini, Pierdomenico Logroscino e Vitorocco Peragine.

La presenza di esperti con competenze differenti ha permesso di analizzare la normativa esistente con un approccio articolato, considerando sia gli aspetti costituzionali che le implicazioni pratiche per le Regioni. I giudizi e le indicazioni fornite da questo gruppo hanno contribuito a formulare un testo che cerca di conciliare i principi costituzionali con la richiesta di maggiore autonomia amministrativa, senza sacrificare la coesione tra territori.

La proposta pugliese sarà ora inviata alle Camere per l’esame parlamentare, un passaggio che potrebbe aprire un confronto più ampio su come rivedere la legge Calderoli e affrontare con equilibrio le competenze regionali e statali in materia di autonomia differenziata. Le discussioni successive si concentreranno sul rispetto degli equilibri territoriali e sulla sostenibilità delle richieste di autonomia.

Ultimo aggiornamento il 11 Agosto 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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