
Il comitato "Basta quorum!" ha presentato una proposta di legge costituzionale per eliminare il quorum nei referendum abrogativi, al fine di facilitare la partecipazione democratica e modernizzare le regole elettorali italiane. - Unita.tv
Una nuova proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare è stata presentata il 5 giugno alla Corte di Cassazione, con l’obiettivo di eliminare il quorum previsto per i referendum abrogativi dall’articolo 75 della Costituzione. L’iniziativa arriva dal comitato “Basta quorum!”, formato da cittadini, che ha pubblicato il testo anche sulla piattaforma digitale del ministero di Giustizia dedicata alla raccolta firme. La proposta punta a rivoluzionare il meccanismo di partecipazione referendaria, ritenuto oggi un ostacolo all’effettiva espressione democratica.
La proposta di legge: contenuti e obiettivi
Il testo della proposta si compone di un unico articolo che chiede la soppressione del quorum nei referendum abrogativi. Attualmente, il quorum impone che almeno la metà più uno degli aventi diritto al voto partecipi per convalidare il risultato. I promotori della proposta sostengono che questa norma impedisca il corretto svolgimento della consultazione popolare. Per presentare il disegno di legge in Parlamento, gli estensori devono raccogliere almeno 50 mila firme tramite il portale ufficiale del ministero di Giustizia, accessibile con credenziali Spid, carta d’identità elettronica o carta nazionale dei servizi. La raccolta firme digitale vuole semplificare l’adesione alla campagna di modifiche costituzionali, favorendo una partecipazione più ampia.
Il comitato basta quorum! e i protagonisti
Il comitato chiamato “Basta quorum!” riunisce cittadini e attivisti per i diritti politici. Il primo firmatario è Mario Staderini, noto per la campagna che nel 2021 ha permesso l’introduzione della firma digitale nelle firme referendarie. Staderini coordina anche un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo che esamina il sistema elettorale italiano. Al suo fianco ci sono Stephan Lausch e Alex Marini, militanti storici delle associazioni “Iniziativa per più democrazia” di Bolzano e “Più democrazia in Trentino”. Infine, partecipa anche Lorenzo Mineo, tesoriere del movimento paneuropeo “Eumans”. Questa rete di soggetti riflette un impegno radicato nel migliorare gli strumenti di partecipazione politica e civile.
Ragioni e critiche al quorum nei referendum
Secondo il comitato “Basta quorum!”, mantenere il quorum costituisce un serio ostacolo alla democrazia diretta. La soglia minima di partecipazione spinge molte persone all’astensione, la quale diventa una tattica efficace per bloccare iniziative che potrebbero essere invece sostenute dalla maggioranza dei votanti effettivi. Si genera così un circolo vizioso dove si elimina il dibattito pubblico e si falsifica la rappresentazione della volontà popolare. Il quorum, spiegano, fu introdotto circa 80 anni fa quando il contesto elettorale era diverso: allora, infatti, più del 90% degli elettori votava e l’astensione veniva punita. Oggi, gli ultimi dati dimostrano che le elezioni europee, regionali e comunali attirano meno del 50% degli iscritti nelle liste elettorali. Questo rende il quorum un elemento superato, che non rispecchia più la realtà del coinvolgimento civico.
Accesso alla raccolta firme e prossimo iter parlamentare
La piattaforma digitale del ministero di Giustizia consente ai cittadini di firmare la proposta tramite strumenti di identificazione elettronica. Questa modalità è stata voluta per facilitare la partecipazione diretta, tagliando tempi e barriere burocratiche. Dopo il raggiungimento della soglia minima di 50 mila sottoscrizioni, il testo sarà trasmesso al Parlamento, dove si aprirà la discussione sulle modifiche costituzionali. L’effettiva abolizione del quorum avrebbe un impatto significativo sulle consultazioni popolari, cambiando anche il modo in cui le riflessioni e i confronti politici si svolgono nel nostro Paese. Al momento, l’iter dipenderà dal numero di firme raccolte e dal successivo esame parlamentare.
La proposta di “Basta quorum!” si inserisce in un dibattito più ampio che riguarda la partecipazione dei cittadini nelle procedure referendarie, avviando un confronto sulla modernizzazione delle regole democratiche italiane.