Romano Prodi, ex presidente del consiglio e figura di spicco nella politica europea, ha lanciato un segnale forte durante un intervento a Bologna. Ha puntato il dito contro il ruolo assente delL’Europa nella gestione delle crisi internazionali recenti e ha messo in guardia sul rischio che l’assenza del continente dagli scenari globali possa escluderlo dagli eventi decisivi del futuro. Le sue parole hanno acceso un dibattito sul ruolo delL’Europa oggi, proprio mentre tensioni internazionali preoccupano il mondo.
Il vuoto lasciato dall’ assenza europea nelle crisi mondiali
Prodi ha subito evidenziato un problema chiaro: mentre Turchia, Arabia Saudita e Brasile si sono mossi per tentare mediazioni in alcune crisi mondiali, L’Europa è rimasta in silenzio. Secondo lui, non si è sentito alcun segnale concreto di mediazione proveniente dalL’Europa, un’assenza che pesa soprattutto in questo momento. Ha sottolineato che, se si vuole continuare a giocare un ruolo importante nella politica globale, L’Europa non può restare a guardare.
Il punto centrale del suo discorso riguarda il sistema decisionale europeo. Prodi ha ribadito la necessità di superare l’unanimità nelle decisioni internazionali, una regola che rallenta e spesso paralizza l’azione dell’Unione. Solo abbandonando questa regola e reintroducendo l’obbligo di prendere decisioni vincolanti si potrà tornare a prendere iniziative efficaci, il che è fondamentale se si vuole salvaguardare il peso delL’Europa nel mondo.
Nel suo intervento a Bologna, Prodi ha confessato anche un’amara riflessione: la stima che la Cina nutriva per L’Europa venti anni fa è cambiata. E non in meglio. Avuto modo di visitare Pechino recentemente, ha raccontato che il rispetto e l’attenzione che prima L’Europa riceveva sono ormai un ricordo. Per questo ha fatto appello a unire le forze, perché la divisione interna rischia di condannare il continente a un ruolo marginale nei prossimi decenni.
Prodi lancia l’ allarme su un futuro marginale per l’ Europa
Prodi non usa giri di parole: se L’Europa non prende coscienza della propria debolezza andrà inevitabilmente «fuori dalla storia». Questo vuol dire non essere più protagonisti nelle grandi questioni economiche, politiche e sociali che delineano il futuro del pianeta. La partita si gioca adesso, con scelte immediate e decise, ha aggiunto.
L’ex premier ha voluto anche offrire uno sguardo personale sulla situazione globale attuale, descrivendola come un «mondo senza ordine». Nel corso della sua lunga carriera, dice, non aveva mai visto crisi del genere, nemmeno confrontando con eventi traumatici come la crisi dei missili di Cuba. Le tensioni crescono, le crisi si sommano e la direzione che prenderanno è ancora incerta.
Alla luce di questo scenario, Prodi ha espresso anche un filo di speranza, rimanendo prudente. Ha citato le parole di pace del cardinale Zuppi, un appello che ha trovato condivisibile, pur evidenziando che siamo ancora nella fase di crescita delle tensioni. Ha concluso lasciando aperta la possibilità che la situazione possa risolversi in fretta, se si agisce in modo adeguato e si privilegia il dialogo.
Le parole di Prodi a Bologna segnano un monito che interessa non solo l’Italia ma l’intera Europa, chiamata a non perdere terreno sui grandi temi mondiali e a riflettere su come mettere insieme le proprie energie per non restare fuori dai giochi decisivi.
