La recente controversia riguardante la laurea della ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha sollevato interrogativi e critiche sul suo percorso accademico. La questione è emersa dopo le rivelazioni del Fatto Quotidiano, che ha messo in luce alcune incongruenze riguardo agli esami sostenuti dalla ministra presso l’Università privata Link Campus di Roma, dove il marito, Rosario De Luca, era membro del consiglio di amministrazione durante il suo corso di studi. La situazione ha attirato l’attenzione dei media e ha innescato un acceso dibattito politico.
Dettagli sulla laurea di Marina Calderone
Marina Calderone ha conseguito una laurea triennale in Economia Aziendale nel 2012 e una laurea magistrale in Gestione Aziendale nel 2016, entrambe con il massimo dei voti. Tuttavia, analizzando il suo libretto universitario, il Fatto Quotidiano ha notato che alcuni esami sono stati sostenuti nello stesso giorno e persino durante i fine settimana, quando l’università risultava chiusa. Ad esempio, il 1 febbraio 2013, la ministra ha superato due esami nello stesso giorno: “Modelli di governance e gestione delle organizzazioni complesse” e “Diritto della concorrenza e regolamentazione dei mercati“. Inoltre, nel giugno 2014, ha sostenuto tre esami in tre settimane, con due di essi superati il 1 giugno.
Queste irregolarità hanno alimentato dubbi sulla regolarità del suo percorso accademico. Secondo l’anagrafe dei contributi del ministero, Calderone avrebbe pagato solo una tassa simbolica di 1 euro per il bollo e 3 euro per la contabilità , mentre il costo totale del biennio si aggira intorno ai 10.000 euro. Si ipotizza che le sia stato applicato uno sconto del 50% sulle tasse, portando il totale a 5.100 euro, di cui solo una parte sarebbe stata effettivamente saldata.
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Le reazioni delle opposizioni
Le opposizioni politiche hanno immediatamente reagito alle rivelazioni, chiedendo alla ministra di presentarsi in Commissione Lavoro per chiarire la situazione. I deputati Arturo Scotto, Valentina Barzotti e Franco Mari, rappresentanti di PD, M5S e Avs, hanno richiesto un’audizione urgente per discutere le incongruenze e i potenziali conflitti di interesse legati al percorso universitario della ministra. Hanno sottolineato l’importanza della trasparenza, affermando che il curriculum di un esponente del governo deve essere trattato con serietà .
Il deputato Stefano Vaccari ha messo in discussione la credibilità della ministra, suggerendo che il merito accademico non dovrebbe essere messo in discussione, specialmente in un contesto in cui il marito della ministra era coinvolto nella governance dell’università . La richiesta di chiarimenti ha evidenziato un clima di tensione politica, con le opposizioni che chiedono maggiore responsabilità e trasparenza da parte del governo.
La difesa della maggioranza e della ministra
In risposta alle accuse, la maggioranza ha difeso la ministra Calderone, sottolineando la sua esperienza professionale e il suo impegno nel settore del lavoro. La sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, ha criticato le opposizioni per aver sollevato polemiche personali anziché concentrarsi su questioni politiche concrete. Ha chiarito che la competenza sui titoli accademici spetta al Ministro dell’Università e non a quello dell’Istruzione.
La ministra Calderone ha anche preso la parola per difendersi, spiegando che il suo percorso universitario è stato influenzato dalla sua condizione di studentessa-lavoratrice. Ha affermato che gli esami sostenuti in giorni insoliti sono comuni per chi lavora e studia contemporaneamente. Calderone ha ribadito di non aver conseguito la laurea in modo affrettato, ma di aver affrontato un percorso impegnativo che ha richiesto tempo e dedizione.
La questione della laurea di Marina Calderone continua a suscitare dibattiti e interrogativi, mentre il governo si trova a dover affrontare le critiche e le richieste di chiarimenti da parte delle opposizioni.
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