Occupazione dell’aula magna alla Sapienza: docenti e precari protestano contro i tagli governativi

Il 2 dicembre 2025, studenti e precari hanno occupato l’aula magna dell’Università di Roma La Sapienza per protestare contro i tagli ai finanziamenti universitari previsti dal Governo, che minacciano la loro stabilità lavorativa.
Occupazione dell'aula magna alla Sapienza: docenti e precari protestano contro i tagli governativi Occupazione dell'aula magna alla Sapienza: docenti e precari protestano contro i tagli governativi
Occupazione dell'aula magna alla Sapienza: docenti e precari protestano contro i tagli governativi - unita.tv

Un’azione di protesta ha avuto luogo all’Università di Roma La Sapienza, dove studenti, docenti e ricercatori precari hanno occupato l’aula magna della facoltà di lettere. Questa mobilitazione è avvenuta in concomitanza con la Giornata dell’Università, un evento che ha visto la partecipazione di diverse figure accademiche. La protesta si è concentrata sui significativi tagli ai finanziamenti universitari previsti dal Governo, che minacciano la stabilità lavorativa di molti precari.

La protesta: motivazioni e contesto

L’occupazione dell’aula magna è stata il culmine di un corteo interno che ha visto la partecipazione di un’ampia rappresentanza di studenti e personale accademico. I manifestanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti delle politiche governative che, secondo loro, mettono a rischio il futuro dell’istruzione superiore. I precari, che da anni operano nei tre principali atenei romani – Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre – temono per la loro continuità lavorativa a causa dei tagli previsti, che ammontano a 1,2 miliardi di euro.

Durante la protesta, i partecipanti hanno sottolineato la contraddizione tra le dichiarazioni ufficiali del Ministero dell’Università e della Ricerca e la realtà vissuta all’interno delle università. Mentre il Mur e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane promuovono eventi come “Università Svelate“, i precari denunciano una situazione ben diversa, caratterizzata da un aumento delle tasse universitarie, una riduzione delle borse di studio e un crescente intervento di interessi privati nella ricerca accademica.

Le richieste dei manifestanti

I precari hanno avanzato richieste chiare e specifiche: chiedono il raddoppio del Fondo di Finanziamento Ordinario, la stabilizzazione dei contratti precari e condizioni lavorative dignitose per tutti. Inoltre, hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’influenza della guerra e degli interessi privati sull’università, esprimendo la necessità di un’istruzione libera e indipendente.

La mobilitazione non è un evento isolato; è il risultato di un lungo periodo di attivismo da parte di docenti e dottorandi. Le azioni di protesta precedenti includono l’occupazione di Palazzo Sapienza e un flash mob presso la Crui, dove è stata consegnata una lettera alla rettrice Giovanna Iannantuoni. Queste iniziative hanno messo in evidenza il crescente malcontento all’interno della comunità accademica.

La posizione del Governo e le promesse non mantenute

Negli ultimi tempi, la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato un Fondo di Finanziamento Ordinario di 9,4 miliardi per l’anno 2025. Tuttavia, i precari avvertono che questo importo rappresenterebbe solo un recupero parziale dei tagli previsti, pari a circa il 20% del miliardo e 200 milioni di euro che verranno ridotti nei prossimi anni. Questa situazione ha portato a un clima di incertezza, in cui il blocco del reclutamento straordinario e ordinario potrebbe tradursi in disoccupazione per una parte significativa del personale precario dell’università.

La protesta all’Università di Roma La Sapienza non è solo un grido di allerta per la comunità accademica, ma anche un appello alla società civile affinché si unisca nella difesa del diritto all’istruzione e alla ricerca. La mobilitazione continua a rappresentare una risposta collettiva a una situazione che molti considerano insostenibile e ingiusta.

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