nuove regole ue per benessere e tracciabilità di cani e gatti approvate dal parlamento europeo
Il parlamento europeo approva norme per il benessere e la tracciabilità di cani e gatti, imponendo microchip obbligatori, registrazioni nei database nazionali e limitazioni all’allevamento per tutelare gli animali.

Il Parlamento europeo ha approvato nuove norme per il benessere e la tracciabilità di cani e gatti, imponendo microchip obbligatori, registrazioni nazionali e limiti all’allevamento, per contrastare il commercio illegale e migliorare la tutela degli animali. - Unita.tv
Il parlamento europeo ha approvato con larga maggioranza le prime norme comunitarie dedicate al benessere e alla tracciabilità di cani e gatti. Le regole mirano a regolamentare allevatori, venditori e rifugi, imponendo microchip obbligatori e registrazioni su database nazionali e interoperabili. La normativa interviene anche sul commercio con paesi terzi e limita pratiche di allevamento rischiose per la salute degli animali.
Chi deve rispettare le nuove regole
Le norme si applicano a chi alleva, vende o affida cani e gatti tramite strutture o rifugi. Includono quindi anche chi affida animali a famiglie affidatarie. Questi soggetti devono seguire le disposizioni sulla identificazione e il benessere degli animali. Il testo esclude però i proprietari privati che immettono sul mercato un massimo di una cucciolata ogni 18 mesi. Il legislatore ha voluto così non gravare troppo chi alleva animali a scopo amatoriale con volumi molto bassi.
Distinzione tra allevatori commerciali e privati
La distinzione tra allevatori commerciali e privati è centrale per evitare un eccesso di imposizioni burocratiche a chi non esercita l’attività professionalmente. Tuttavia, la tracciabilità e l’identificazione rimangono obbligatorie per i soggetti che operano come venditori o rifugi riconosciuti, al fine di tutelare la salute pubblica e il benessere animale.
Obbligo di microchip per cani e gatti
Le nuove disposizioni obbligano a inserire un microchip identificativo a tutti i cani e gatti allevati, venduti o ospitati in rifugi. Anche gli animali offerti in vendita o in adozione attraverso piattaforme online devono essere microchippati. Il chip deve essere registrato in un database nazionale, partecipante a un sistema interoperabile a livello europeo.
Il parlamento europeo ha chiesto che i numeri identificativi e le informazioni riguardanti i database nazionali confluiscano in un registro unico gestito dalla Commissione europea. Questo sistema centralizzato faciliterà i controlli e la tracciabilità degli animali in modo efficace.
Questa misura rappresenta un deterrente contro il traffico illegale e favorisce la responsabilità nei confronti degli animali, offrendo un quadro di riferimento aggiornato anche per le autorità veterinarie nazionali.
Regole per cani e gatti importati da paesi terzi
Le regole si estendono anche a cani e gatti importati da paesi extra-europei. L’obiettivo è impedire che animali entrino nell’UE come pet non commerciali e poi vengano venduti illegalmente. La normativa richiede che anche questi animali siano microchippati prima dell’arrivo in Europa e registrati nei database nazionali entro due giorni lavorativi.
Inoltre, i proprietari che entrano nell’Unione con animali devono registrare il microchip su una piattaforma online almeno cinque giorni prima dell’ingresso. Questo sistema serve a monitorare i movimenti di cani e gatti extra-UE e a identificare eventuali irregolarità.
Oltre a rendere più trasparenti le importazioni, queste disposizioni riducono i rischi sanitari e aiutano a prevenire pratiche illegali di commercio animale.
Limiti e divieti nell’allevamento e tutela del benessere
Le nuove norme proibiscono l’accoppiamento tra strette consanguineità come genitori con figli o fratelli. I cuccioli devono restare con la madre almeno fino a otto settimane, salvo motivazioni veterinarie specifiche. Questo interviene per garantire uno sviluppo adeguato e ridurre problemi di salute.
Per impedire lo sfruttamento degli animali, è fissato un limite al numero di cucciolate per femmina e dei periodi obbligatori di riposo tra le gravidanze. Queste restrizioni servono a evitare allevamenti intensivi e promuovere condizioni di vita migliori.
Selezione e partecipazione a mostre
Inoltre, il parlamento ha vietato la selezione di animali con tratti eccessivi che causano danni al loro benessere fisico. Cani e gatti con tali conformazioni, insieme a quelli mutilati, non potranno partecipare a mostre, concorsi o altre manifestazioni.
Questi divieti si inseriscono nel quadro di tutela della salute e della dignità degli animali, gettando un freno alle pratiche che provocano sofferenza o disfunzioni a lungo termine.
Reazioni al voto e prossimi passi
Veronika Vrecionová, relatrice e presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, ha commentato che il testo rappresenta una risposta diretta all’allevamento illegale e all’importazione incontrollata di animali da fuori UE. Ha aggiunto che le regole rispettano anche chi alleva e possiede animali in modo responsabile, senza creare ostacoli inutili.
Ora il rapporto è in attesa di essere votato dall’assemblea plenaria. Se approvato, inizieranno i negoziati con i ministri degli Stati membri per definire il testo definitivo e la sua applicazione.
Il percorso legislativo prosegue dunque verso la completa attuazione di norme comunitarie che finora mancavano, ma che verranno di certo monitorate con attenzione.
Contesto del commercio di cani e gatti nell’ue
Oggi circa il 44% delle famiglie europee possiede almeno un animale domestico. Il mercato di cani e gatti ha raggiunto un valore annuo di 1,3 miliardi di euro. Le vendite online rappresentano il 60% circa di questo commercio, ivi compreso quello irregolare.
L’assenza di standard comuni sulla protezione degli animali crea disparità e facilita il commercio illegale soprattutto via internet. Per questo, la Commissione europea ha proposto le nuove regole il 7 dicembre 2023.
L’approvazione di queste norme segna un tentativo di sanare queste criticità e uniformare le pratiche in tutta l’Unione europea, fornendo strumenti per il controllo e prevenzione delle violazioni.