Nuova proposta di legge: solo il cognome della madre per i neonati
Dario Franceschini, esponente del Partito Democratico, propone di attribuire ai neonati solo il cognome della madre per promuovere l’uguaglianza di genere, durante un incontro al Senato.

Nuova proposta di legge: solo il cognome della madre per i neonati - unita.tv
Un’importante iniziativa legislativa è stata presentata da Dario Franceschini, ex ministro e attuale esponente del Partito Democratico, che propone di attribuire ai neonati esclusivamente il cognome della madre. Questa proposta, che mira a correggere un’ingiustizia storica nei confronti delle donne, è stata annunciata durante un incontro dell’Assemblea del gruppo Pd del Senato. La questione del cognome dei figli è attualmente oggetto di discussione in commissione Giustizia, dove sono stati presentati diversi disegni di legge da vari gruppi parlamentari.
La proposta di Dario Franceschini
Durante la riunione del gruppo Pd, Dario Franceschini ha dichiarato: “Presenterò un Ddl per dare ai figli solo il cognome della madre.” Questo annuncio è stato accolto con attenzione, poiché rappresenta un passo significativo verso l’uguaglianza di genere. L’ex ministro ha sottolineato che l’iniziativa è a titolo personale e non impegna il gruppo, ma ha voluto chiarire l’importanza di questa proposta. Secondo Franceschini, il cambiamento è necessario per porre fine a una tradizione secolare che ha visto i figli portare esclusivamente il cognome paterno.
Franceschini ha descritto la proposta come un “risarcimento” per le donne, evidenziando come per secoli il sistema patriarcale abbia negato loro il riconoscimento attraverso il cognome dei propri figli. La nuova legge, se approvata, rappresenterebbe un cambiamento significativo nella cultura italiana, dove il cognome paterno è stato storicamente predominante.
Leggi anche:
Le reazioni alla proposta
La proposta di Franceschini ha suscitato reazioni diverse nel panorama politico e sociale. Su Twitter, l’ex ministro ha spiegato ulteriormente il suo punto di vista, affermando che “anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi, stabiliremo che dalla nuova legge i figli prenderanno solo il cognome della madre.” Questo approccio, secondo Franceschini, non solo semplificherebbe la questione dei cognomi, ma rappresenterebbe anche un passo avanti verso la parità di genere.
Tuttavia, non tutte le reazioni sono state favorevoli. Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso il suo scetticismo sui social, chiedendo se non ci siano priorità più urgenti da affrontare. Questa critica evidenzia il dibattito in corso sull’importanza di riforme come quella proposta da Franceschini, in un contesto politico dove le questioni di genere e i diritti delle donne sono al centro dell’attenzione.
Il contesto legislativo attuale
Attualmente, la questione del cognome dei figli è oggetto di discussione in commissione Giustizia al Senato, dove sono in fase di esame diversi disegni di legge. La proposta di Franceschini si inserisce in un dibattito più ampio che coinvolge la necessità di riformare le norme relative ai cognomi, in un’ottica di maggiore equità e giustizia sociale. La questione non è solo legata alla scelta del cognome, ma tocca anche temi più profondi riguardanti il ruolo delle donne nella società e le disuguaglianze di genere.
Le proposte in discussione mirano a trovare un equilibrio tra tradizione e modernità, cercando di rispondere alle esigenze di una società in evoluzione. La riforma del cognome rappresenta un’opportunità per riflettere su come le norme sociali e culturali influenzino la vita quotidiana delle persone e, in particolare, delle donne.
La proposta di Franceschini, quindi, non è solo una questione di diritto, ma un passo verso una maggiore consapevolezza e un cambiamento culturale che potrebbe avere un impatto significativo sulle future generazioni.