Le recenti azioni del primo ministro israeliano, BENJAMIN NETANYAHU, hanno riacceso le tensioni in Medio Oriente. A pochi giorni dalla ripresa dei bombardamenti su Gaza, NETANYAHU ha annunciato il ritorno del partito di estrema destra OTZMA YEHUDIT nel governo, un passo che segna un cambio significativo nella politica israeliana. Questa decisione avviene in un contesto di crescente violenza e di un bilancio tragico di oltre 400 morti a Gaza, molti dei quali bambini.
Il ritorno di Otzma Yehudit nel governo
Il comunicato stampa emesso da NETANYAHU ha confermato l’accordo tra il suo partito, LIKUD, e OTZMA YEHUDIT, segnando il rientro di ITAMAR BEN-GVIR, leader del partito, nel governo. Questo ritorno non è solo simbolico, ma implica anche un rafforzamento della posizione di BEN-GVIR, che riprenderà il ministero della Sicurezza nazionale. La scelta di NETANYAHU di reintegrare BEN-GVIR è strategica, poiché mira a consolidare la sua maggioranza parlamentare, necessaria dopo le elezioni del 1° novembre 2022.
Tuttavia, il ritorno di BEN-GVIR non è privo di controversie. Infatti, l’avvocato generale dello Stato ha espresso preoccupazioni riguardo alle indagini in corso su BEN-GVIR, suggerendo che la sua nomina a una posizione così delicata potrebbe essere problematica. Nonostante queste avvertenze, NETANYAHU ha deciso di procedere, cercando di ottenere il sostegno dei voti di OTZMA YEHUDIT per garantire la stabilità del suo governo.
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Le conseguenze della ripresa dei bombardamenti
La ripresa dei bombardamenti su Gaza ha avuto un impatto devastante sulla popolazione locale. Le ultime notizie riportano un bilancio di oltre 400 morti, tra cui un numero significativo di bambini. Questa escalation di violenza ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, con molti che temono che la situazione possa degenerare ulteriormente. NETANYAHU, nel tentativo di giustificare le sue azioni, ha affermato che la sicurezza di Israele deve essere garantita, ma le conseguenze umanitarie sono innegabili.
La chiusura totale dei valichi di frontiera di Gaza ha impedito l’ingresso di aiuti umanitari, tra cui cibo, acqua e medicine, aggravando ulteriormente la crisi. La comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, ha mantenuto un silenzio preoccupante di fronte a queste misure drastiche, mentre gli stati europei hanno mostrato una reazione tiepida.
La strategia politica di Netanyahu
NETANYAHU sta attuando una strategia politica complessa per mantenere il potere. Dopo la destituzione del ministro della Difesa, YOAV GALLANT, il primo ministro ha cercato di consolidare il suo controllo all’interno del LIKUD e di evitare una crisi di governo. La paura di nuove elezioni e di una possibile perdita di potere sta guidando le sue decisioni, compresa la scelta di escludere qualsiasi fase di tregua con Hamas.
La situazione è ulteriormente complicata dalla necessità di negoziare la liberazione degli ostaggi israeliani. NETANYAHU ha chiesto ai mediatori internazionali di concentrarsi esclusivamente su questo aspetto, ignorando le trattative più ampie sul futuro di Gaza. Questa posizione ha portato a un rifiuto da parte di Hamas di rilasciare gli ostaggi senza un accordo politico, creando un circolo vizioso di violenza e incertezza.
La reazione della popolazione e la pressione interna
In Israele, la popolazione sta reagendo con crescente preoccupazione. Le famiglie degli ostaggi israeliani sono tornate in strada per chiedere una fine immediata delle ostilità e la liberazione dei loro cari. La pressione interna su NETANYAHU sta aumentando, con molti che mettono in discussione la sua gestione della crisi e la direzione della politica israeliana.
Mentre la conta dei morti continua a salire a Gaza, la situazione rimane tesa e incerta. Le scelte politiche di NETANYAHU e il ritorno di OTZMA YEHUDIT nel governo potrebbero avere conseguenze durature per la stabilità della regione e per le relazioni tra Israele e i palestinesi. La comunità internazionale osserva con apprensione, temendo che la spirale di violenza possa portare a una crisi umanitaria senza precedenti.
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