Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, torna a far parlare di sé con un nuovo intervento sui social media, in cui lancia un attacco deciso contro quello che definisce il “Deep State di sinistra“. Questo commento arriva in un momento delicato, dopo l’arresto di due persone legate al Qatargate, un’inchiesta che coinvolge presunti pagamenti da parte del Qatar a collaboratori di Netanyahu. La situazione si fa tesa e il premier non risparmia critiche al sistema giudiziario, accusandolo di essere utilizzato come strumento per ostacolare la volontà popolare.
L’attacco al sistema giudiziario
Nel video pubblicato, rilanciato dal Times of Israel, Netanyahu si confronta con il suo consigliere Topaz Luk, mentre sullo sfondo risuona la canzone “Unstoppable” di Sia. Il premier esprime la sua frustrazione nei confronti di una burocrazia che, a suo avviso, si arroga il diritto di decidere per il popolo. “Vogliono che io e il governo siamo come una pianta in vaso, che non facciamo nulla”, afferma Netanyahu, evidenziando il suo disappunto nei confronti di coloro che, secondo lui, si sentono superiori agli elettori.
Questa critica si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche in Israele, dove il premier accusa i burocrati di avere una visione inclinata verso sinistra, in contrasto con le scelte democratiche espresse dagli elettori. La sua retorica si fa sempre più incisiva, suggerendo che il sistema giudiziario non rispetti le decisioni prese attraverso il voto.
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Le conseguenze politiche
Le affermazioni di Netanyahu non sono solo un attacco verbale, ma rappresentano anche una strategia politica per mobilitare il suo elettorato. Il premier sottolinea che, nonostante un governo di destra sia stato eletto, ci sono forze che cercano di annullare le decisioni democratiche. “Se viene eletto un governo di destra, dicono: ‘Cos’è la democrazia? Perché dovrebbero prendere loro le decisioni?'”, continua Netanyahu, evidenziando la sua percezione di una lotta tra le istituzioni e la volontà popolare.
Questa narrazione si inserisce in un clima di crescente polarizzazione in Israele, dove il dibattito politico è caratterizzato da accuse reciproche e tensioni tra le diverse fazioni. La questione del Qatargate, che ha portato all’arresto di due persone, aggiunge un ulteriore livello di complessità , poiché solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del governo.
La reazione del pubblico
Il video di Netanyahu ha suscitato reazioni contrastanti tra il pubblico e gli analisti politici. Da un lato, i sostenitori del premier vedono in queste dichiarazioni un’ulteriore conferma della sua determinazione a combattere contro ciò che percepiscono come un sistema corrotto e oppressivo. Dall’altro lato, i critici avvertono che tali affermazioni potrebbero alimentare ulteriormente la divisione sociale e politica nel paese.
La questione del Deep State e l’uso del sistema giudiziario come strumento di opposizione sono temi che risuonano in molte democrazie moderne, dove i leader politici spesso si trovano a fronteggiare sfide simili. La risposta di Netanyahu potrebbe quindi rappresentare non solo una reazione a eventi locali, ma anche un riflesso di dinamiche più ampie che caratterizzano il panorama politico globale.
La situazione in Israele continua a evolversi, e le prossime settimane saranno cruciali per comprendere come le affermazioni di Netanyahu influenzeranno il dibattito pubblico e le scelte politiche future.
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