
Le manifestazioni a Milano sul conflitto Israele-Palestina hanno evidenziato divisioni politiche e culturali, con appelli al dialogo e al rifiuto degli estremismi, mentre il Teatro Franco Parenti è diventato simbolo delle tensioni. - Unita.tv
Le recenti manifestazioni di Milano hanno acceso il confronto pubblico su Israele e Palestina, mostrando divisioni nette tra i gruppi organizzatori e le forze politiche coinvolte. Diversi leader si sono espressi sul significato degli eventi e sulle modalità di adesione, con numerosi richiami al rispetto dei diritti dei popoli e alla condanna degli estremismi.
Carlo calenda e la manifestazione per una pace senza estremismi
Carlo Calenda, leader di Azione, ha descritto la manifestazione milanese come un’iniziativa rivolta a promuovere il dialogo e a respingere tutte le forme di intolleranza. Secondo Calenda, non si tratta di una protesta organizzata contro un popolo, ma di un momento per discutere gli sviluppi della crisi israelo-palestinese senza cedere all’estremismo. Ha citato due tipi di estremismi: quelli che auspicano la creazione di una “grande Palestina” dalla Giordania al mare, scacciando gli israeliani, e quelli che giustificano bombardamenti su Gaza bloccando gli aiuti umanitari.
Calenda ha rimarcato che non si può approvare quanto compiuto da Hamas, considerato nemico dell’Italia e dell’Occidente. Durante il suo intervento al Teatro Franco Parenti di Milano, ha risposto riguardo a una possibile sintesi con la manifestazione del 7 giugno, affermando che il confronto era aperto ma che la manifestazione non poteva accogliere chi chiedeva la distruzione dello stato di Israele o attaccava i cittadini israeliani in quanto tali. Ha distinto chiaramente l’opposizione al governo Netanyahu, che lui stesso critica, dall’ostilità verso il popolo israeliano. Calenda ha sottolineato come questa posizione fosse stata proposta da Elly Schlein, contrastata però da M5S e Avs che vogliono monopolizzare il dibattito.
Matteo renzi: due manifestazioni con sensibilità diverse ma senza contrasti
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha partecipato all’evento “Due popoli due stati un destino” organizzato insieme ad Azione presso il Teatro Franco Parenti. Anche se avrebbe preferito un’unica manifestazione, ha riconosciuto la scelta di chi sarà in piazza a Roma di mantenere una piattaforma fissa basata sulle mozioni parlamentari.
Renzi ha sottolineato che le due manifestazioni riflettono sensibilità differenti ma non sono in conflitto. Ha evidenziato il valore di un luogo comune dove coesistono bandiere, voci e posizioni di entrambe le parti. Ha citato con particolare forza le testimonianze di palestinesi contrari a Hamas, le parole dei custodi francescani della Terra Santa e i riferimenti al diritto umanitario a Gaza, un tema per cui ritiene sia fondamentale il rispetto.
Il leader di Italia Viva ha auspicato un dibattito centrato sul complesso rapporto tra Israele e Palestina, apprezzando la collaborazione politica tra Italia Viva, Azione, Più Europa e Sinistra per Israele. Secondo Renzi, il governo italiano deve impegnarsi di più e ha espresso sostegno alla direttrice del Teatro Parenti, Andre Ruth Shammah, che ha subito minacce e azioni intimidatorie durante le proteste.
Le tensioni a milano e il ruolo del teatro parenti
Il Teatro Franco Parenti di Milano si è trovato al centro delle tensioni legate agli eventi su Israele e Palestina. Andre Ruth Shammah, direttrice della struttura, è stata infatti vittima di atti di protesta, tra cui striscioni polemici, graffiti sui muri e lucchetti apposti all’ingresso per bloccare l’accesso.
Le manifestazioni e le contestazioni hanno evidenziato uno scontro non solo territoriale, ma anche culturale e politico. Il teatro, che è diventato punto di riferimento per gli eventi e i dibattiti, ha resistito alle pressioni degli attivisti di diverse fazioni.
Questi episodi di ostilità intorno al teatro sottolineano quanto sia delicato affrontare il tema del conflitto mediorientale anche in Italia, dove le comunità coinvolte e i gruppi di simpatizzanti sono numerosi. Il clima resta acceso, ancorato alle notizie che arrivano da Gaza e Israele, e alla polarizzazione crescente nei cittadini e nelle forze politiche.