Migliaia in piazza a roma contro il decreto sicurezza e il governo meloni con slogan di resistenza
Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti a Roma contro il decreto sicurezza del governo Meloni, esprimendo dissenso e richiamando l’attenzione su violazioni delle libertà civili.

A Roma, decine di migliaia di persone hanno manifestato contro il decreto sicurezza del governo Meloni, esprimendo forte dissenso con slogan antifascisti e bandiere della pace e palestinesi. - Unita.tv
La capitale italiana ha vissuto una nuova grande manifestazione contro il decreto sicurezza promosso dal governo meloni. La protesta, iniziata in piazza vittorio emanuele, ha radunato decine di migliaia di persone intenzionate a esprimere dissenso verso le politiche attuali. Tra gli slogan scanditi, messaggi forti come “se loro fanno il fascismo, noi faremo la resistenza” hanno caratterizzato il corteo accompagnato da bandiere della pace e della causa palestinese. Diverse sigle politiche e associative hanno partecipato alla mobilitazione nel cuore di roma.
Una mobilitazione di massa contro il decreto sicurezza
Sin dalle prime ore del pomeriggio migliaia di cittadini si sono radunati in piazza vittorio emanuele per prendere parte al corteo contro il decreto sicurezza varato dal governo guidato da giovanna meloni. La manifestazione, partita puntuale, ha visto protagonisti non solo attivisti storici ma anche giovani provenienti da movimenti studenteschi e ambientalisti. Le bandiere della pace e quelle per la palestina hanno accompagnato lo striscione principale recante la scritta “alziamo la testa contro lo stato di paura”, un messaggio diretto verso una percepita oppressione delle libertà civili. Lo sciopero di protesta ha preso quindi piega organizzata, attraversando le vie centrali di roma con una partecipazione robusta e ben coordinata.
Il ruolo dei gruppi politici e delle associazioni presenti
La manifestazione ha raccolto adesioni multiple. Tra i partecipanti si segnalano la rete no dl sicurezza, la confederazione generale italiana del lavoro , l’associazione avs, e la presenza di esponenti del partito democratico. Anche una delegazione del movimento 5 stelle ha voluto portare il proprio sostegno alla mobilitazione. La molteplicità di attivisti ha contribuito a creare un fronte unitario che dal piazzale aldo moro ha avanzato verso piazzale ostiense. I movimenti ambientalisti e studenteschi hanno fatto da spina dorsale al corteo, animando la protesta con cori e slogan che richiamavano attenzione alle violazioni delle libertà civili e al rigetto di politiche considerate restrittive.
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Messaggi forti e critica al governo meloni
Durante il percorso è stato fatto un richiamo diretto alle scelte politiche dell’esecutivo attuale. Dal megafono sono arrivate cifre sulle presenze che, secondo gli organizzatori, hanno superato le 150mila persone, superando così anche la mobilitazione del 14 dicembre precedente. Un dato contestuale che gli stessi manifestanti hanno ironicamente chiesto di verificare “con chat gpt” per confermare la portata della protesta. Gianluca peciola, volto noto della rete no dl sicurezza, ha accusato il governo meloni di autoritarismo, fascismo e di ledere le libertà individuali con provvedimenti liberticidi. Gli slogan scanditi nelle vie di roma hanno confermato questo sentimento comune tra i manifestanti, impegnati a rifiutare quella che definiscono una deriva repressiva. Il corteo ha attraversato zone simboliche come il colle celio e si è diretto verso piazzale ostiense, mantenendo alta la tensione e la determinazione.
Un clima di sfida e resistenza nelle strade di roma
Lo scenario romano ha visto una manifestazione che oltre ai contenuti politici ha assunto toni quasi da sfida civile. I partecipanti hanno mostrato unanimità contro quanto definito uno stato di paura messo in atto dal governo. Nel contesto si sono distinti slogan di chiara matrice antifascista che hanno sottolineato il rifiuto a misure considerate restrittive dei diritti. Bandiere che simboleggiano la pace e la solidarietà internazionale, come quelle della palestina, hanno aggiunto un elemento di contestazione più ampio, che va oltre la singola legge ma investe temi di giustizia globale. La manifestazione del 2025 a roma si inserisce così nel filone delle grandi proteste resistenti alla politica governativa, dando voce a settori della società civile allarmati per la direzione che il paese sta prendendo.