Giorgia Meloni ha programmato due visite ufficiali consecutive in Tunisia e Turchia, con l’obiettivo di discutere temi che intrecciano le emergenze migratorie e le tensioni geopolitiche. I colloqui con i leader di Tunisi e Istanbul si concentrano su flussi migratori, collaborazioni energetiche e scenari di guerra in alcune aree del Mediterraneo e Medio Oriente.
Confronto diretto con il presidente tunisino sui flussi migratori e l’energia
Il primo incontro, svolto oggi in Tunisia con il presidente Kais Saied, ha avuto un’attenzione particolare verso la gestione dei migranti che arrivano in Europa via nord Africa. La collaborazione tra Italia e Tunisia viene considerata solida, con un calo evidente degli sbarchi nel territorio italiano partiti da Tunisi. Attraverso questa intesa, i due Paesi intendono rafforzare il contrasto alle reti di trafficanti, cercando al tempo stesso vie di migrazione regolari.
Non solo migranti ma anche energia sono stati temi chiave: Meloni ha affrontato il progetto del Piano Mattei, che prevede lo sviluppo di infrastrutture idriche e agricole in Africa, come il programma Tanit per il recupero dei terreni tramite acque reflue. L’Italia si è impegnata a sostenere la costruzione del cavo elettrico Elmed, un collegamento strategico tra Italia, Tunisia e il resto d’Europa che dovrebbe ampliare le forniture energetiche in chiave sostenibile.
Il viaggio tunisino non era previsto nei programmi ufficiali e la trattativa tra le delegazioni è stata preparata in un vertice rapido a Palazzo Chigi. La visita si è conclusa nel pomeriggio con Meloni rientrata in Italia dopo aver affrontato questioni economiche e di sicurezza.
Visite a Istanbul: stabilizzazione libica e nuove strategie migratorie
Domani Meloni si recherà in Turchia per incontrare Recep Tayyip Erdogan, leader con una posizione influente soprattutto nei rapporti con l’Africa e la regione mediterranea. La gestione del fenomeno migratorio legato alla Libia sarà probabilmente al centro del dialogo. Gli sbarchi da quel paese segnano un incremento negli arrivi complessivi in Italia, alimentando preoccupazioni sulle rotte illegali.
Si attende inoltre che l’incontro tocchi i nodi geopolitici più ampi: la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente. Erdogan ha recentemente mostrato interesse nel promuovere negoziati di pace tra Russia e Ucraina e ha denunciato il conflitto a Gaza definendolo un genocidio. Questi temi condizionano le scelte strategiche italiane nel confronto con Ankara.
La visita costituirà quindi un passaggio delicato nelle relazioni bilaterali tra Italia e Turchia, con possibile impatto sulle politiche migratorie e di stabilità regionale.
Critiche dell’opposizione sull’approccio italiano ai naufraghi e agli accordi internazionali
Mentre Meloni avviava i dialoghi in Tunisia, le forze di opposizione interne hanno sollevato dure contestazioni sulla gestione delle emergenze umanitarie legate ai migranti. Il Pd, per bocca di Elly Schlein, ha denunciato che una nave con circa 90 sopravvissuti di un naufragio, tra cui due bambini deceduti, rimaneva bloccata per oltre due giorni in acque tunisine senza assistenza. Secondo Schlein l’Italia e la Tunisia non avrebbero messo in campo soccorsi adeguati, evidenziando contraddizioni tra il dialogo politico e la realtà in mare.
Anche altre forze come Avs e Più Europa hanno definito inaccettabile la situazione, collegandola alla politica italiana sui migranti e agli accordi con il governo tunisino. Questi episodi alimentano un confronto acceso sul terreno delle responsabilità e della tutela dei diritti umani nelle rotte migratorie.
Il governo però mantiene che gli sbarchi diminuiti nel 2024 rispetto all’anno precedente indicano una gestione non emergenziale al momento. L’emergenza è invece spostata sulle crisi internazionali, su cui la premier concentrerà parte significativa del colloquio con Erdogan.
Preparativi dell’ultimo minuto e priorità italiane nell’area mediterranea
Entrambe le visite sono state organizzate con poco preavviso attraverso un vertice convocato a Palazzo Chigi, cui hanno partecipato i principali ministri interessati. Oltre agli interni e agli esteri, altri uffici hanno calibrato la strategia di intervento sulle questioni migratorie e energetiche.
Il viaggio in Tunisia ha evidenziato l’accoppiata tra sicurezza e sviluppo economico come leve per contenere i movimenti migratori. Con la Turchia invece il dialogo si annuncia più complesso, poiché si apre al confronto sulle grandi crisi internazionali, solidità dei rapporti bilaterali e medio-lungo termine.
Le prossime ore saranno decisive per capire se questi incontri riusciranno a tradurre i temi affrontati in azioni concrete o rimarranno discussioni dal forte significato politico ma con scarso impatto immediato sui fenomeni in corso.
Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Andrea Ricci