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Meloni frena sul riconoscimento della Palestina, mentre si accende il dibattito politico

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Meloni rallenta sul riconoscimento della Palestina, cresce il dibattito politico. - Unita.tv
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Torna d’attualità in Italia la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina. La premier Giorgia Meloni ha spiegato le sue ragioni, sostenendo che un riconoscimento formale, senza uno Stato realmente formato, potrebbe essere più un problema che una soluzione per i palestinesi. La posizione italiana arriva in un momento di forte tensione in Medio Oriente, mentre all’interno della politica italiana si alzano voci critiche verso il governo.

Meloni: «Riconoscere La Palestina ora può essere un errore»

In un’intervista a Repubblica, Giorgia Meloni ha chiarito il suo punto di vista sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Secondo la premier, riconoscere uno Stato che di fatto non esiste ancora rischia di dare una falsa impressione che il problema sia risolto. Questo, ha detto, potrebbe bloccare il processo politico necessario per arrivare a un vero Stato palestinese.

Meloni ha ribadito più volte questo concetto anche in Parlamento, confrontandosi con rappresentanti palestinesi e con leader internazionali, come Emmanuel Macron. Ha spiegato senza giri di parole che un riconoscimento anticipato rischia di distorcere la realtà, facendo sembrare chiusa una questione ancora complessa e aperta. La premier si è detta favorevole allo Stato di Palestina, ma solo se nato da un percorso politico concreto, non da un gesto simbolico.

Dietro questa posizione c’è una scelta di prudenza, che punta a non compromettere l’equilibrio diplomatico delicato in Medio Oriente. Meloni valuta che un riconoscimento frettoloso potrebbe diventare un ostacolo vero alla nascita di un’entità politica credibile e sostenibile.

Bonelli: «Le parole di Meloni sono gravi e inaccettabili»

Angelo Bonelli, vicepresidente di Europa Verde, non ha risparmiato critiche al governo. Da Londra, durante la Conferenza per l’Alleanza globale per la Palestina, ha definito le parole di Meloni “gravi e inaccettabili”. Per Bonelli, dire che non è il momento giusto per riconoscere la Palestina è un errore politico e morale, soprattutto di fronte alla tragedia che si consuma a Gaza.

Bonelli ha puntato il dito contro la gestione della crisi, che conta più di 58.000 morti, tra cui oltre 20.000 bambini, ospedali e scuole distrutti e un blocco degli aiuti umanitari. Ha accusato la premier di sostenere indirettamente l’occupazione militare israeliana, coprendo violazioni che le Nazioni Unite hanno definito crimini contro l’umanità. Secondo lui, il governo italiano continua a seguire una linea simile a quella degli Stati Uniti sotto Trump, mantenendo il supporto militare a Israele e senza mettere in discussione gli accordi di cooperazione.

Bonelli ha definito il riconoscimento della Palestina un gesto urgente, necessario per fermare l’aggressione, non un tema da rimandare. Ha accusato il governo di complicità e silenzio, che finiscono per danneggiare chi soffre sul terreno. Mentre altri Paesi europei, come la Francia, avanzano qualche passo verso il sostegno alla Palestina, l’Italia resta ferma, in un immobilismo che, per Bonelli, tradisce i valori del diritto internazionale e dei diritti umani.

Un quadro internazionale sempre più teso

Il dibattito italiano si inserisce in un clima internazionale sempre più teso. Il conflitto tra Israele e Palestina continua a fare vittime civili e a creare una crisi umanitaria senza precedenti. In Europa, i Paesi si dividono: alcuni, come la Francia, si mostrano aperti al riconoscimento della Palestina; l’Italia, invece, con Meloni al timone, punta alla prudenza. Un atteggiamento volto a non mettere a rischio i rapporti consolidati con Israele e i suoi alleati.

La questione palestinese è al centro di un confronto diplomatico serrato. Da un lato l’Autorità Nazionale Palestinese e le organizzazioni internazionali che chiedono sostegno e riconoscimento; dall’altro le politiche israeliane di sicurezza e controllo militare. Il governo italiano dice di appoggiare l’idea di uno Stato palestinese, ma non vuole decisioni unilaterali o simboliche. Preferisce una trattativa vera.

Questa posizione però non convince tutti in Italia. Alcune forze politiche la vedono come un segno di debolezza e mancanza di solidarietà verso i palestinesi, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi del conflitto, con conseguenze umanitarie drammatiche. Il dibattito in corso riflette la difficoltà di trovare un equilibrio tra diritti internazionali, legami geopolitici e valori umanitari, in un’emergenza che dura ormai da troppo tempo.

Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Serena Fontana

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Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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