La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato questioni cruciali riguardanti il sostegno italiano all’Ucraina, le trattative sui dazi con gli Stati Uniti e la legge elettorale italiana. Nel corso del Forum in Masseria, ha fornito aggiornamenti sul dialogo tra Roma e Washington, sottolineando l’importanza di mantenere un rapporto costruttivo per risolvere i nodi aperti. Le sue parole offrono una fotografia delle dinamiche politiche attuali e dei rapporti internazionali che coinvolgono l’Italia nel 2025.
Trattative sui dazi: ricostruire un dialogo franco ma operativo
Sul fronte commerciale Meloni ha parlato degli sforzi italiani per superare lo stallo nelle trattative sui dazi imposti dagli Stati Uniti ai prodotti europei. Ha ricordato come questa materia rientri nelle competenze della Commissione europea che conduce direttamente i negoziati con Washington.
Da parte italiana però è stato fondamentale lavorare per ristabilire un confronto diretto dopo momentanee interruzioni nei rapporti bilaterali sul tema economico-commerciale. Secondo Meloni ora il dialogo è costante ed entrambi i paesi spingono verso soluzioni condivise pur senza anticipare quali saranno gli esiti degli accordi finalizzati dalla Ue.
Il messaggio sottinteso è quello di tenere aperta ogni porta diplomatica evitando tensioni inutilmente dannose per le esportazioni italiane negli Usa o viceversa.
Nessuna iniziativa governativa sulla legge elettorale: spazio al parlamento
Meloni si è espressa anche sulla possibilità di modifiche alla legge elettorale italiana dopo l’introduzione del premierato previsto dal sistema politico attuale. Ha ribadito che tali materie sono appannaggio esclusivo del Parlamento; dunque al momento nessun intervento ufficiale arriva dall’esecutivo guidato da lei stessa.
Ha tuttavia espresso preferenza personale verso una normativa capace di garantire stabilità anche nell’ipotesi futura in cui venga approvata pienamente la figura del premier eletto direttamente tramite premio di maggioranza combinata a sistema proporzionale indicativo della leadership politica scelta dai cittadini.
Sulle preferenze personali infine ha ammesso come ci siano posizioni diverse dentro lo schieramento politico cui appartiene; pertanto resta incerta quale sarà l’orientamento finale emerso dalle discussioni parlamentari su questo punto specifico della riforma elettorale.
Il sostegno italiano all’ucraina: niente interruzione ma revisione delle forniture
Giorgia Meloni ha voluto precisare che gli Stati Uniti non hanno sospeso completamente la fornitura di armi all’Ucraina come si era ipotizzato in alcuni ambienti. Ha spiegato che invece è stata rivista la decisione relativa a specifiche componenti militari fornite a Kiev. Questo cambiamento rappresenta un fatto importante ma non va confuso con un totale disimpegno americano nel conflitto.
La presidente del Consiglio ha detto di aver personalmente parlato con Donald Trump su vari temi legati alla situazione ucraina e alle relazioni commerciali tra Italia e Usa, inclusa la questione dei dazi. Questi colloqui testimoniano l’interesse diretto del governo italiano nel mantenere aperti i canali diplomatici con Washington per gestire le tensioni senza compromettere il sostegno al governo ucraino.
L’attenzione sull’evoluzione della guerra resta alta a Roma, dove si segue attentamente ogni sviluppo nella politica statunitense verso Kiev. La revisione delle componenti militari non significa quindi una frenata definitiva ma una fase di adattamento nella collaborazione internazionale.
Divergenze nel centrodestra sullo ius scholae: priorità al programma condiviso
Infine Meloni si è soffermata sulle differenze interne alla coalizione di centrodestra riguardo allo Ius Scholae proposto da Forza Italia come via alternativa allo Ius Solis tradizionale per ottenere la cittadinanza italiana agli stranieri nati o cresciuti in Italia frequentando scuole locali.
Ha spiegato come queste divergenze siano normali visto che il centrodestra raggruppa più partiti con sensibilità differenti su varie tematiche social-politiche. Per questo motivo hanno scelto insieme di stilare un programma comune basandosi sulle priorità accettate unanimemente dalle forze politiche coinvolte.
In tale contesto, secondo Meloni, questione dello Ius Scholae non compare fra le priorità concordate dal gruppo governativo, segnalando così uno spostamento dell’attenzione pubblica verso altri obiettivi ritenuti più urgenti nell’agenda politica nazionale.