Meloni alla camera: posizione del governo italiano sulla crisi israele-gaza e i rapporti diplomatici in corso
Giorgia Meloni, durante il premier question time, affronta la crisi Israele-Gaza, sottolineando l’importanza del dialogo diplomatico e della ricerca di una soluzione politica per la stabilità regionale.

Giorgia Meloni, durante il premier question time, ha illustrato la posizione italiana sulla crisi Israele-Gaza, sottolineando l’impegno per la pace, il dialogo diplomatico aperto con Israele e la responsabilità principale di Hamas nell’escalation. - Unita.tv
La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha preso la parola alla camera dei deputati durante il premier question time, rispondendo alle interrogazioni a risposta immediata. Il dibattito si concentra soprattutto sulla crisi che coinvolge Israele e Gaza, sul ruolo dell’Italia e sulla posizione ufficiale del governo. Interverranno anche altri leader politici, come Elly Schlein del PD, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle e Angelo Bonelli di AVS. I temi principali riguardano le scelte diplomatiche italiane, la richiesta di cessate il fuoco e la posizione sui rapporti bilaterali con Israele.
Le conversazioni con netanyahu e la posizione del governo sulle ostilità
Giorgia Meloni ha spiegato di avere avuto numerosi colloqui telefonici con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu negli ultimi mesi. Questi incontri si sono spesso rivelati complessi, vista la delicatezza della situazione. Meloni ha sottolineato di aver sempre richiamato l’importanza di individuare una via per porre fine alle ostilità e rispettare il diritto internazionale umanitario. Ha definito la condizione a Gaza come “sempre più drammatica e ingiustificabile”.
Anche se l’Italia non condivide alcune scelte recenti di Israele e ha comunicato questo chiaramente ai rappresentanti israeliani, il governo ritiene che non sia stato Israele a iniziare gli attacchi, ma che ci sia stato un disegno dietro agli attacchi di Hamas e alla crudeltà verso gli ostaggi. La linea italiana, dunque, appare cauta nel condannare entrambi gli attori, ma riconosce la responsabilità principale di Hamas nella nascita di questa nuova escalation.
L’impegno per una soluzione politica e la proposta del piano di ricostruzione
Nel suo intervento, Meloni ha ribadito l’impegno dell’esecutivo italiano per individuare un quadro politico e di sicurezza regionale in grado di porre fine al conflitto. Ha detto di credere che ci siano le basi per avviare un percorso che possa condurre alla soluzione dei due stati, un tema da tempo discusso nella diplomazia internazionale. Secondo la presidente del consiglio, la chiave per un’intesa duratura passa anche dal piano di ricostruzione presentato dai paesi arabi, ritenuto un punto di partenza fondamentale per la stabilità.
L’Italia mantiene un dialogo aperto con i leader della regione, con i partner europei e con gli Stati Uniti per lavorare su questo obiettivo. Meloni ha ribadito che il governo continuerà a portare avanti questo impegno con onestà, anche esprimendo critiche quando necessario. Questo approccio equilibrato riflette la volontà di non compromettere i rapporti diplomatici fondamentali ma di perseguire con concretezza la pace.
La decisione di non richiamare l’ambasciatore italiano in israele
Al centro dell’interrogazione fatta da Angelo Bonelli di AVS, c’era la questione della possibile sospensione delle relazioni diplomatiche con Israele, in particolare riguardo al richiamo dell’ambasciatore italiano. Meloni ha escluso in modo netto questa ipotesi. Il governo non intende interrompere il dialogo istituzionale con Israele, considerandolo uno strumento prezioso per lavorare sul terreno di pace e sicurezza in Medio Oriente.
Questa decisione arriva in un momento in cui diversi paesi europei valutano le proprie posizioni sulla crisi, ma l’Italia sembra scegliere di mantenere aperti i canali diplomatici. La presidente ha così chiarito che qualsiasi forma di critica o dissenso nei confronti delle azioni israeliane avviene restando nell’ambito di una relazione che guarda al futuro e alla possibilità di condurre negoziati.
Il premier question time alla camera ha dunque raccolto da parte del governo italiano un quadro complesso ma deciso, che sottolinea le responsabilità delle varie parti in causa, richiama il rispetto dei diritti umani, e conferma l’impegno per uno sviluppo politico sostenibile nella regione. Colloqui difficili ma aperti restano centrali per definire come agire in questa fase delicata della crisi israele-gaza.