Mattarella: il simposio di cotec celebra 20 anni e rilancia l’urgenza di agire sull’integrazione europea e la difesa comune
Il simposio di cotec a Coimbra celebra vent’anni di dialogo sulla competitività dell’Europa, sottolineando l’urgenza di un’azione coordinata in difesa comune e innovazione per affrontare le sfide globali.

Il simposio di Cotec a Coimbra celebra vent'anni di dibattito sulla competitività europea, con Sergio Mattarella che richiama all'urgenza di rafforzare difesa comune e innovazione per garantire il futuro strategico e tecnologico dell'Europa. - Unita.tv
Il simposio di cotec a coimbra festeggia vent’anni di confronto su temi cruciali per l’europa. Nel discorso del presidente della repubblica sergio mattarella emerge un richiamo forte all’azione. La competitività dell’unione europea non è più solo un obiettivo politico, ma una necessità urgente per tutelare il benessere degli stati membri e consolidare la posizione strategica del continente nel mondo. La difesa comune e l’innovazione scientifica diventano così gli snodi su cui si gioca il futuro dell’integrazione.
La competitività dell’europa oltre il simposio di cotec
Nel cuore di coimbra, sergio mattarella ha ricordato come il simposio di cotec affronti da due decenni il tema della competitività europea. Ogni anno questo argomento ritorna centrale nell’agenda dei governi e delle istituzioni comunitarie. L’urgenza di progredire emerge non solo come sfida economica ma anche come condizione indispensabile per portare avanti l’integrazione europea. Mattarella ha sottolineato che restare fermi significherebbe rinunciare a difendere il tenore di vita dei cittadini e a mantenere un ruolo di rilievo nella tecnologia e nella geopolitica mondiale. Il simposio, ha detto, lancia un appello all’azione che non può più essere ignorato.
Le conseguenze dell’immobilismo rischiano di compromettere la capacità europea di rispondere alle dinamiche globali. I rischi indicati nei rapporti di mario draghi e di enrico letta sul futuro del mercato interno evidenziano disavanzi concreti: inutile aspettare che le cose migliorino da sole. Il continente deve invece attivarsi subito, investendo in settori chiave e rafforzando la collaborazione tra paesi. Il presidente ha ribadito che senza questo sforzo coordinato il declino materiale e tecnologico si tradurrebbe in debolezza strategica, esponendo l’europa ai pericoli della nuova fase internazionale di instabilità.
Difesa comune europea: un treno perso da decenni e l’urgenza attuale
Il tema della difesa comune europea ha trovato nel discorso di mattarella un richiamo particolare. Il presidente ha ricordato che il progetto di una difesa condivisa è stato avviato oltre 70 anni fa, con la firma del trattato a parigi nel 1952, con la creazione della comunità europea di difesa. Da allora, malgrado vari tentativi tra la fine degli anni ’90 e il 2000, non si è mai concretizzato un sistema solido e integrato. Ora, con il mutato contesto geopolitico, quell’occasione persa si fa sentire in modo evidente. L’europa si trova a rincorrere eventi che si sviluppano velocemente.
Mattarella ha espresso chiaramente che l’assenza di una difesa comune rappresenta un deficit critico per il continente, che lo rende più vulnerabile di fronte alle crisi internazionali. Ha sottolineato l’esigenza di recuperare quel ritardo con decisione, poiché restare indietro in questo campo condiziona negativamente anche la capacità politica e strategica dell’unione. I vent’anni trascorsi mostrano quanto la ritrosia e le divisioni tra stati membri abbiano ostacolato una svolta che avrebbe potuto cambiare lo scenario geopolitico europeo.
Innovazione e capitale umano: la sfida per attrarre e trattenere talenti
Sergio mattarella ha toccato poi il tema dell’innovazione, argomento centrale fin dall’avvio del cotec. L’attenzione si concentra sul bisogno di un capitale umano numeroso e preparato. L’europa deve puntare a costruire ambienti di ricerca e sviluppo di dimensione continentale, che favoriscano la nascita e la crescita di talenti scientifici e tecnici. Questi ecosistemi devono andare oltre i confini nazionali, garantendo risorse e infrastrutture capaci di sostenere sia le competenze sia i programmi sperimentali comuni.
Il presidente ha evidenziato che senza investimenti mirati, rischiamo di perdere terreno rispetto ad altre aree del mondo. La collaborazione tra stati e istituzioni è fondamentale per creare condizioni in cui i professionisti possano svolgere attività avanzate e innovare in modo competitivo. A tal fine occorre uno sforzo strutturale, capace di attrarre menti e idee da tutta europa e non solo. Solo così sarà possibile mantenere un’industria tecnologica all’altezza delle sfide contemporanee.