Massimo d’alema conferma il voto a favore dei cinque sì e critica l’astensione in democrazia
Massimo D’Alema sostiene con fermezza il voto ai cinque quesiti referendari, sottolineando l’importanza della partecipazione attiva come fondamentale espressione di democrazia e diritto civico.

Massimo D’Alema invita a votare “cinque sì” ai referendum, sottolineando il voto come diritto e dovere fondamentale per una democrazia attiva e critica l’astensione come segno di debolezza politica. - Unita.tv
Massimo d’alema ha espresso chiaramente la sua posizione sul voto referendario previsto, sottolineando l’importanza di partecipare come espressione fondamentale della democrazia. Durante un incontro alla Camera dei deputati, ha annunciato il suo sostegno ai cinque quesiti, spiegando perché considera il voto attivo un diritto da esercitare con convinzione.
Massimo d’alema conferma il voto ai cinque sì
Nel corso dell’evento parlamentare tenutosi a Roma, Massimo d’alema ha dichiarato in modo netto: “Voterò cinque sì”. La sua affermazione segna una posizione chiara rispetto ai referendum in calendario, rendendo pubblica una scelta politica che riflette un’adesione convinta ai temi proposti. L’ex presidente del consiglio ha definito il voto un “diritto al quale sono affezionato”, evidenziando un attaccamento personale e politico alla partecipazione elettorale. La sua espressione sottolinea quanto il gesto di votare non sia un atto banale o formale, ma una manifestazione consapevole che desta interesse e impegno in chi lo compie.
D’alema ha scelto di non nascondersi dietro posizioni ambigue o tiepide; al contrario, ha preferito ribadire un sostegno netto e deciso, in linea con una tradizione politica che vede il voto come strumento decisivo di democrazia diretta. Questo messaggio può influenzare sia elettori dubbiosi sia chi si trova a valutare l’importanza di recarsi alle urne in questa tornata referendaria.
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Critica all’astensione come atteggiamento antidemocratico
Rispondendo a una domanda riguardo l’invito a estendere la partecipazione espresso dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dal ministro Francesco Lollobrigida, d’alema ha commentato la posizione di chi opta per l’astensione in modo critico. Ha spiegato che una democrazia, “dove si pensa di vincere non partecipando”, mostra un evidente segnale di fragilità. Questa osservazione colpisce il cuore del dibattito politico, mettendo in discussione la legittimità e l’efficacia di un’azione che rifiuta il confronto diretto con le urne.
L’ex premier ha rafforzato il concetto affermando che se qualcuno è “convinto delle sue ragioni”, allora deve prendere parte al voto e, se necessario, esprimersi con un no. In questo modo, d’alema rivendica il valore di una democrazia attiva, dove il dissenso si manifesta partecipando, non lasciando il campo sgombro. La sua posizione richiama la tradizione democratica che vuole ogni cittadino protagonista nell’esercizio del diritto elettorale.
Il contesto politico e il ruolo dei leader nelle consultazioni
La presa di posizione di d’alema arriva in un momento delicato, caratterizzato da un clima politico teso e da indicazioni contrastanti sulle strategie da adottare in vista del voto referendario. L’invito di Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida a un’estensione ampia della partecipazione riflette una volontà istituzionale di consolidare il confronto democratico e scongiurare forme di astensione che possano indebolire il risultato.
Questi leader hanno espresso una richiesta esplicita rivolta a tutti i cittadini, cercando di coinvolgerli in una scelta che, proprio per il carattere referendum, deve rappresentare un momento di confronto diretto sul tema e non un’occasione persa a causa del disinteresse o del boicottaggio. D’alema coglie questa opportunità per ribadire la necessità di puntare sulla partecipazione attiva, ponendo un argine a eventuali tentazioni di fuga dal voto.
Il dibattito pubblico si concentra dunque sulla legittimità delle scelte, la responsabilità degli elettori e il senso profondo di un diritto che non può né deve restare inespresso. In questo quadro, la posizione di d’alema aggiunge un contributo significativo, dando voce ad una parte del panorama politico che non vuole rinunciare al confronto diretto.
Le implicazioni del voto e il valore della democrazia partecipativa
Il voto referendario rappresenta un passaggio cruciale nella vita democratica italiana. L’intervento di Massimo d’alema sottolinea con forza quanto la partecipazione sia un dovere civico quanto un diritto personale, capace di incidere sulla direzione politica del paese. La sua scelta di votare cinque sì mostra una volontà precisa di orientare i cittadini verso un giudizio positivo su temi specifici.
Il monito contro l’astensione, espresso con parole semplici ma incisive, evidenzia un problema che trascende il singolo appuntamento elettorale. La democrazia, spiega d’alema, cresce e si rafforza solo se chi la vive accetta il confronto, sopporta anche il dissenso, ma agisce con consapevolezza. Il voto non è mai un gesto neutro e la rinuncia a esprimerlo indebolisce il sistema democratico.
Così, le parole di Massimo d’alema a margine dell’evento alla Camera rappresentano un richiamo a riflettere su cosa significhi davvero partecipare al futuro del paese. Le sue dichiarazioni arrivano in un momento in cui lo scenario politico appare frammentato, ma il bisogno di democrazia partecipativa resta saldo, come guida per chi si prepara a prendere una decisione cruciale nelle prossime settimane.