La recente riunione dei leader europei ha messo in luce il piano di riarmo dell’Unione Europea e il supporto militare all’Ucraina, in un contesto di crescente tensione geopolitica. Il presidente del Consiglio europeo, Costa, e la presidente della Commissione, von der Leyen, hanno discusso strategie cruciali per affrontare la situazione attuale, coinvolgendo anche rappresentanti di paesi alleati.
Il piano di riarmo europeo: Readiness 2030
Il piano di riarmo dell’Unione Europea, noto come Readiness 2030, è stato al centro del dibattito durante la riunione. La presidente von der Leyen ha fornito dettagli su uno strumento chiave, denominato Safe, che prevede l’assegnazione di 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri. Questi fondi saranno destinati a progetti di difesa comuni e a collaborazioni con almeno un paese della zona EFTA, che include Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, oltre all’Ucraina.
Von der Leyen ha evidenziato che Norvegia e Islanda possono già partecipare attivamente a questo programma, essendo membri del mercato unico europeo. Altri paesi, come Regno Unito, Canada e Turchia, potranno contribuire con una quota fino al 35% nella produzione di attrezzature per la difesa. Per aumentare questa partecipazione oltre il limite stabilito, sarà necessario instaurare un partenariato formale per la sicurezza e la difesa, seguito da un accordo di associazione. Questo approccio mira a garantire che almeno il 65% dei costi delle attrezzature provenga da fornitori situati all’interno dell’Unione Europea o in paesi EFTA, promuovendo così il principio del “buy European“.
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Il sostegno all’ucraina e la coalizione internazionale
Durante la riunione, è stata riaffermata la posizione dell’Unione Europea a favore dell’Ucraina, con l’intento di non premiare l’aggressore e di intensificare la pressione sulla Russia. È stata lodata l’iniziativa di Francia e Regno Unito, che hanno proposto la creazione di una coalizione di paesi disposti a sostenere l’esercito ucraino e a garantire la sicurezza della nazione.
La proposta prevede la formazione di una Multinational Force Ukraine, composta da circa 20.000 uomini, destinata a rafforzare il cessate il fuoco. Tuttavia, questa forza potrebbe non essere sufficiente a garantire la sicurezza dell’intero confine ucraino. Pertanto, è in fase di studio un meccanismo che coinvolgerebbe le Nazioni Unite e gli Stati Uniti, articolato su quattro livelli di interposizione.
Struttura del piano di interposizione
Il piano di interposizione prevede un approccio stratificato per garantire la stabilità nella regione. In primo luogo, i caschi blu delle Nazioni Unite, provenienti da paesi non europei, sarebbero schierati in una zona demilitarizzata per monitorare il rispetto della tregua. La seconda linea di difesa sarebbe costituita dalle forze ucraine, pronte a intervenire in caso di necessità .
La terza linea prevede il dispiegamento di contingenti di volontari, che potrebbero essere posizionati lungo il confine occidentale dell’Ucraina. Infine, il quarto livello di supporto sarebbe rappresentato dagli Stati Uniti, anche se, fino ad ora, l’ex presidente Trump ha manifestato la sua riluttanza a fornire assistenza militare. Il piano mira a persuadere gli Stati Uniti a riconsiderare questa posizione, evidenziando l’importanza di un sostegno internazionale coordinato per la sicurezza dell’Ucraina.
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