Il dibattito sull’armamento dell’Unione Europea si intensifica in vista del nuovo Consiglio Ue. Secondo il Financial Times, la Commissione Europea sta considerando l’implementazione di un Meccanismo di acquisto collettivo di armi, noto come European Military Sales Mechanism . Questa proposta rappresenterebbe un cambiamento significativo nel modo in cui l’Europa gestisce la propria difesa, ma solleva interrogativi sui limiti e le sfide che l’Unione deve affrontare.
Il Meccanismo di acquisto collettivo di armi: cosa prevede
Il progetto di istituire un EMSM mira a creare un mercato europeo di armamenti attraverso un approvvigionamento congiunto e un acquirente centralizzato. Ciò comporterebbe un trasferimento di potere significativo verso Bruxelles, con l’obiettivo di razionalizzare e coordinare gli acquisti di armi tra gli Stati membri. Tuttavia, l’idea di un nuovo trattato sembra essere stata accantonata, lasciando spazio a questo meccanismo che potrebbe rivelarsi complesso da attuare.
Il termine EMSM richiama alla mente il Meccanismo europeo di stabilità , noto per le sue controversie. La Commissione propone di finanziare questa iniziativa attraverso il Security Action for Europe, acronimo SAFE, che ricorda il SURE utilizzato durante la pandemia. Questo approccio suggerisce un tentativo di affrontare le sfide di sicurezza in modo collettivo, ma pone interrogativi sulla reale capacità dell’Unione di gestire la propria difesa senza dipendere dagli Stati membri.
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La difesa europea: un compito nazionale o collettivo?
Tradizionalmente, la difesa è stata considerata una competenza nazionale, con la NATO che ha svolto un ruolo predominante nel garantire la sicurezza europea. Tuttavia, l’idea di un’Europa della Difesa implica un cambiamento radicale: la creazione di strutture istituzionali e processi decisionali che consentano un’azione unitaria. L’Unione Europea Occidentale, l’unica struttura creata per questo scopo, ha avuto un impatto limitato, servendo principalmente a gestire le pensioni dei funzionari.
La Comunità Europea di Difesa , sostenuta dagli Stati Uniti, è stata un tentativo di integrare militarmente l’Europa, ma ha incontrato resistenze, in particolare da parte della Francia di De Gaulle. La creazione di una vera Europa della Difesa richiederebbe un cambiamento radicale nella governance e nella percezione della sicurezza, con la necessità di sviluppare una sovranità strategica autonoma.
Le sfide del finanziamento della difesa
La Commissione Europea ha proposto di sospendere il Patto di stabilità per quattro anni, aumentando il tetto alla spesa militare di 1,5 punti di Pil per Paese entro il 2030. Tuttavia, questa proposta è stata giudicata poco ambiziosa da alcuni Stati membri, in particolare dalla Germania. Ci si chiede come i cittadini reagiranno a un aumento della spesa militare in un contesto di emergenza permanente, che potrebbe portare a una percezione di militarizzazione della società .
Le modalità di finanziamento, come l’approvvigionamento congiunto e l’acquirente centralizzato, suggeriscono la creazione di una struttura simile a uno Stato, con una banca centrale e un sistema di polizia. Tuttavia, la domanda rimane: questa evoluzione porterà a un sistema democratico o a una forma di governo autoritario?
La prospettiva di un’Europa militarizzata
Il dibattito sull’EMSM e sul riarmo europeo solleva interrogativi sulla direzione futura dell’Unione. Se le élite europee riuscissero a superare gli ostacoli attuali e a sviluppare una visione condivisa della difesa, ci si chiede se questa sarebbe realmente accettata dai cittadini. La militarizzazione dell’Europa potrebbe non essere vista come un progetto entusiasmante, ma piuttosto come una risposta a emergenze percepite.
La creazione di un super-Stato europeo, con poteri centralizzati, potrebbe portare a una nuova forma di governance, ma non è chiaro se questo modello sarà sostenuto dai cittadini. La storia ha dimostrato che la militarizzazione non sempre si traduce in una maggiore sicurezza o in una democrazia più forte. La sfida principale rimane quella di trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà , senza compromettere i valori democratici fondamentali.
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