L’unione europea avanza verso il riarmo: Orbán unico contrario al piano per l’Ucraina

Il Consiglio europeo approva il piano “Readiness 2030” di Ursula von der Leyen per potenziare le capacità militari, ma Italia e Francia esprimono riserve sul debito nazionale. Summit NATO a giugno in vista.
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Il Consiglio europeo ha dato il via libera all’operazione di riarmo, nota come “Readiness 2030”, presentata dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Questo piano, che ha suscitato diverse reazioni tra i membri dell’Unione Europea, mira a rafforzare le capacità militari dell’Europa, specialmente in risposta alla situazione in Ucraina. Tuttavia, non mancano le divisioni tra i vari Stati membri, che riflettono le diverse sensibilità economiche e politiche.

Le divisioni tra i Paesi dell’unione europea

Il piano di riarmo si basa principalmente sull’utilizzo del debito nazionale, il che ha sollevato preoccupazioni tra alcuni Paesi membri. Italia e Francia, ad esempio, hanno espresso la loro riluttanza a utilizzare gli strumenti finanziari proposti dalla Commissione, come la clausola di salvaguardia o i prestiti dello strumento Safe. Questi Paesi temono che un aumento del debito pubblico possa gravare eccessivamente sui loro bilanci. Il premier olandese, Mark Rutte, ha ribadito che l’opposizione agli eurobond è una posizione consolidata, condivisa anche da Austria e Germania.

D’altra parte, il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha suggerito che, in futuro, saranno necessarie sovvenzioni per gli Stati membri dell’Unione. I Paesi più vicini alla Russia, come quelli baltici, la Svezia, la Finlandia e la Polonia, avvertono un’urgenza maggiore nel potenziare le loro spese per la difesa, considerandola una questione di sicurezza nazionale. In contrasto, i Paesi del Sud Europa sembrano avere una percezione meno pressante della situazione.

La questione del debito comune tornerà al centro del dibattito durante il summit della NATO che si terrà a giugno. In quell’occasione, sarà annunciato il nuovo obiettivo di spesa per i membri dell’Alleanza, che si attesta intorno al 3,5% del PIL, evidenziando la necessità di un impegno finanziario maggiore.

Le discussioni tra le potenze militari europee

Secondo quanto riportato dal Financial Times, le principali potenze militari europee, tra cui Regno Unito, Francia, Germania e i Paesi nordici, stanno attualmente conducendo discussioni informali ma strutturate. L’obiettivo è elaborare un piano che preveda un trasferimento progressivo dell’onere finanziario e militare dalle spalle degli Stati Uniti verso le capitali europee nei prossimi cinque-dieci anni. Questo piano sarà presentato agli Stati Uniti prima del vertice NATO all’Aia.

L’intento è quello di convincere l’amministrazione Trump a considerare un passaggio di consegne graduale, permettendo così agli Stati Uniti di concentrare maggiormente le proprie risorse sull’Asia. Questa strategia potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nelle dinamiche della sicurezza globale, con l’Europa che si assume una maggiore responsabilità nella propria difesa.

In sintesi, mentre l’Unione Europea si prepara a rafforzare le proprie capacità militari, le divergenze interne e le sfide economiche rimangono al centro del dibattito. La situazione in Ucraina continua a fungere da catalizzatore per queste discussioni, evidenziando la necessità di un’Europa più unita e pronta a rispondere alle minacce esterne.

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