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L’italia resta contraria all’invio di truppe in ucraina e critica il format ristretto dei volenterosi

L’Italia si oppone all’invio di truppe in Ucraina, partecipando a riunioni internazionali e sostenendo un approccio strategico che promuove l’unità occidentale senza creare divisioni tra gli alleati.

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L'Italia mantiene una posizione contraria all'invio di truppe in Ucraina, promuovendo invece coesione europea e un sostegno politico-diplomatico unito, proponendo un sistema di garanzie post-conflitto per la sicurezza ucraina. - Unita.tv

L’Italia conferma la sua posizione contraria all’invio di truppe in Ucraina partecipando comunque alle riunioni internazionali dei cosiddetti “volenterosi“, un gruppo di circa trenta paesi. Le incertezze sul ruolo e sull’efficacia di un nuovo “format ristretto” emerso recentemente, che vede esclusa la presenza del governo italiano durante un incontro a Tirana, sollevano questioni sull’unità e la strategia europea e occidentale nel sostegno all’Ucraina.

La posizione dell’italia rispetto al formato ristretto dei volenterosi per l’ucraina

Giovanbattista Fazzolari, in un’intervista all’ANSA, ha espresso dubbi sulla chiarezza e sull’utilità del cosiddetto “format ristretto dei volenterosi” per l’Ucraina. Ha sottolineato che l’Italia ha sempre partecipato alle riunioni di un gruppo ampio, formato da una trentina di paesi, ma mantiene una posizione netta contro l’invio di truppe militari. Il nuovo gruppo sembra ridurre la partecipazione ad alcuni paesi anziché valorizzare il lavoro comune. Fazzolari ha definito questa iniziativa “un po’ di forzata visibilità per qualcuno”, e si è interrogato sul motivo per cui certi paesi come Danimarca, Svezia, Olanda, Repubblica Ceca e Canada, importanti nel sostegno a Kiev, rimangano esclusi da questo nuovo formato.

Questioni di coesione occidentale

La questione principale riguarda la coesione occidentale. Secondo Fazzolari, un format che definisce se stesso come “dei volenterosi” rischia di creare divisioni tra chi sarebbe più o meno impegnato nel sostegno all’Ucraina. Questo infatti manderebbe un messaggio contrario rispetto all’immagine di unità, finora considerata la forza dell’Occidente nella gestione del conflitto russo-ucraino. L’Italia, dal canto suo, rimane impegnata nel mantenimento dell’unità europea e occidentale senza entrare in un gioco che potrebbe indebolirla.

Il sostegno dell’italia al popolo ucraino e la strategia di governo

Fazzolari ha ribadito che Giorgia Meloni e il suo governo hanno mantenuto una posizione ferma nel sostenere gli ucraini contro quella che definiscono una politica imperialista messa in atto dalla Russia di Putin. Questo approccio non si limita solamente al conflitto attuale, ma è parte di una visione strategica più ampia che riguarda le sfide geopolitiche degli anni a venire.

L’impegno italiano punta a tenere unito l’Occidente, evitando fratture o tensioni tra alleati. Questo approccio si differenzia dalle iniziative che possono creare gruppi ristretti o esclusivi, viste come potenziali fattori di divisione. La strategia italiana enfatizza una coesione che coinvolga tutta l’Unione europea e i suoi partner in Occidente, tracciando una linea chiara di alleanze e sostegno politico e diplomatico senza passare dall’intervento militare diretto.

Il gioco delle alleanze

La linea scelta punta a mantenere un equilibrio strategico che salvaguardi la stabilità e la solidarietà all’interno del blocco occidentale, evitando scissioni che potrebbero indebolire la risposta al conflitto in corso.

Le critiche dell’opposizione e la risposta del governo italiano

Le opposizioni hanno definito l’atteggiamento dell’Italia come “isolato” rispetto alla maggioranza degli alleati occidentali. Fazzolari ha risposto affermando che è difficile collaborare con questa opposizione, sottolineando come gli italiani valutano con favore una politica più indipendente, lontana dal semplice “attivismo confuso” di alcuni leader europei. Ha fatto riferimento alle recenti dichiarazioni di Emmanuel Macron, ritenute incerte sul fronte Ucraina, e ha indicato un certo apprezzamento popolare per un’Italia che non si limita a seguire passivamente le decisioni altrui.

La critica è quindi ribaltata sul modo in cui alcuni governi europei affrontano il sostegno all’Ucraina, con posizioni che secondo Fazzolari sembrano poco chiare o contraddittorie, prima tra tutte quella di Macron, che da poco ha fatto marcia indietro riguardo all’invio di truppe europee.

Le parole di macron e la proposta italiana per il sostegno a ucraina post conflitto

Durante l’incontro di Tirana, Macron ha escluso la discussione sull’invio di truppe in Ucraina, concentrandosi invece sull’obiettivo di un cessate il fuoco. Ha chiarito che i temi trattati con Zelensky e altri leader europei riguardano principalmente la fine dell’aggressione e il dialogo politico. Fazzolari ha definito “poco utile e molto rischiosa” la proposta francese di schierare militari sul territorio ucraino.

Proposta di garanzie italiane

In alternativa, l’Italia suggerisce un meccanismo di garanzie per l’Ucraina da applicare una volta terminata la guerra. Ha descritto una soluzione simile all’articolo 5 della Nato, in cui una serie di paesi occidentali fornisce un sistema di mutuo sostegno in caso di nuova aggressione, senza tuttavia includere Kiev formalmente nel Patto Atlantico. Questa posizione punta a un equilibrio che protegga l’Ucraina, senza però esporsi a rischi militari immediati o tensioni ulteriori.

L’orientamento italiano della post-guerra si basa su una sicurezza collettiva, forte ma non provocatoria, in grado di assicurare protezione e deterrenza in un contesto internazionale complesso. L’obiettivo è mantenere stabile il quadro regionale, prevenendo escalation future dopo la fine del conflitto in corso.