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Legge elettorale, ipotesi di preferenze e sistema proporzionale con premio alla coalizione in discussione nel 2025

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Il dibattito sulla nuova legge elettorale italiana si sta facendo più concreto dopo mesi di confronto piuttosto incerto. Le richieste delle opposizioni, in particolare della minoranza del Pd, stanno spingendo il Parlamento a ragionare su soluzioni diverse rispetto all’attuale Rosatellum. Tra le proposte emergenti spicca l’introduzione delle preferenze per la scelta di deputati e senatori, un tema che divide maggioranza e opposizione. La discussione si concentra anche su sistemi proporzionali con premio di maggioranza alla coalizione vincente, formule già viste ma rivisitate per superare i problemi giudicati incostituzionali nelle leggi passate.

La richiesta delle preferenze nella minoranza dem

Stefano Bonaccini ha portato avanti una proposta chiara: reintrodurre le preferenze per scegliere i parlamentari. Questa idea è condivisa da Piero De Luca, altra voce della minoranza interna del Pd. Il sistema attuale prevede collegi uninominali maggioritari per circa un terzo dei seggi e liste bloccate proporzionali per il resto. Le preferenze permetterebbero agli elettori di indicare candidati specifici all’interno delle liste e non solo partiti o coalizioni.

La richiesta nasce dalla volontà di ridare più potere al voto diretto degli elettori sui singoli rappresentanti invece che affidarsi esclusivamente alle scelte dei vertici dei partiti. Tuttavia questa soluzione incontra resistenze anche tra gli stessi dem perché comporta rischi interni: competizioni tra candidati dello stesso partito possono generare tensioni e costi elevati durante la campagna elettorale.

Nonostante ciò il tema resta centrale nel confronto soprattutto dopo l’abbandono annunciato del Rosatellum che ha mostrato limiti evidenti nelle ultime tornate politiche italiane.

Centrodestra orientato verso un sistema proporzionale con premio alla coalizione

Nel centrodestra gli sherpa designati dai vari partiti stanno valutando una formula basata sul proporzionale ma con un meccanismo premiale per chi supera una certa soglia percentuale . Questo modello ricorda da vicino quello detto “Porcellum”, abolito dalla Corte costituzionale proprio perché prevedeva liste troppo lunghe senza possibilità di esprimere preferenze.

Per evitare problemi simili si pensa a introdurre appunto le preferenze come modo per rendere accettabile questa struttura dal punto di vista costituzionale. Forza Italia guida questa linea attraverso figure come Antonio Tajani e Alessandro Battilocchio mentre Ignazio La Russa propone capilista bloccati ma lascia spazio alle preferenze sugli altri candidati.

Il nodo cruciale resta comunque politico: molti parlamentari temono che le votazioni segrete in aula possano bocciare la misura perché mettere in competizione i candidati dello stesso schieramento significa anche aumentare costi finanziari ed energie spese oltre al rischio che leader perdano controllo sulle candidature certe da portare avanti.

Recupero del “provincellum” come alternativa possibile

Una strada studiata nelle ultime settimane riguarda una vecchia formula chiamata “provincellum“, usata fino ai primi anni Novanta al Senato e successivamente fino al 2014 nelle province. In questo schema ogni circoscrizione viene suddivisa in tanti collegi uninominali quanti sono i seggi disponibili; ogni partito presenta propri candidati nei singoli collegi; poi i seggi vengono distribuiti secondo risultati proporzionali complessivi ottenuti dai partiti stessi nella circoscrizione generale; infine vengono eletti coloro che hanno raccolto più voti nei rispettivi collegii.

Questo modello combina elementi maggioritari con criterî proporzionali globalmente calcolatii evitando dunque liste bloccate molto lunghe o meccanismi premianti troppo rigidi senza controllo diretto degli elettori sui singoli nomii.

L’ipotesi trova attenzione soprattutto fra chi cerca soluzioni meno punitive verso piccoli gruppii politici pur garantendo governabilità attraverso premi calibratii sul risultato effettivo raggiunto dalle coalizioni o partitii nell’intero territorio nazionale oppure regionale.

Posizione del governo guidato da giorgia meloni sul tema legge elettorale

Giorgia Meloni ha voluto chiarire subito l’ambito della questione sottolineando che la legge elettorale è materia esclusiva del Parlamento quindi nessuna iniziativa vera arriva dall’esecutivo ad oggi. Ha aggiunto poi una sua valutazione personale spiegando come sarebbe positivo disporre d’una normativa valida anche qualora venisse introdotto il premierato italiano, soluzione ipotizzata ma non ancora adottata ufficialmente.

Secondo Meloni, infatti, servirà allora combinare metodo proporzionale indicativo sulla scelta del premier insieme ad eventuale premio alla maggioranza così da assicurare stabilità senza perdere rappresentatività democratica.

Le parole della presidente indicano chiaramente quale direzione potrebbe prendere l’esecutivo qualora fosse coinvolto direttamente nel disegno finale: mantenere equilibrio fra efficacia governativa ed equilibrio politico-elettorale nel quadro costituzionale vigente.

L’articolo raccoglie così lo stato attuale dell’intenso lavoro dietro le quinte della politica italiana su uno dei nodi centrali destinati a segnare le prossime sfide istituzionali.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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