L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha segnato un cambiamento radicale nel panorama politico americano. Sin dal suo insediamento, il 20 gennaio 2017, Trump ha firmato numerosi ordini esecutivi che hanno suscitato forti reazioni da parte di sindacati, organizzazioni per i diritti civili e cittadini. Le azioni legali contro queste misure si sono moltiplicate, creando un contesto di tensione e conflitto legale. Un tracker di Just Security ha documentato, fino al 15 marzo 2025, ben 126 procedure legali in corso, con solo due chiuse, suddivise in varie categorie, tra cui diritti civili, assistenza governativa e accesso alle informazioni.
Gli ordini esecutivi più controversi
Tra i provvedimenti più discussi firmati da Trump, spicca l’ordine “Defending women from gender ideology extremism and restoring biological truth to the federal government”. Questo decreto stabilisce che solo due sono i sessii riconosciuti, il maschile e il femminile, definiti al momento del concepimento. Tale misura ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni come la Human Rights Campaign e l’American Civil Liberties Union , che la considerano un passo indietro nei diritti della comunità LGBTQ+.
Inoltre, l’ACLU ha avviato una causa federale contro il Dipartimento di Stato, rappresentando sette querelanti, per contestare una nuova politica che vieta l’indicazione del genere “X” sui documenti di identità. Questa norma costringe le persone a dichiarare il sesso assegnato alla nascita, ignorando la loro identità di genere. Le conseguenze di tali politiche si riflettono in un clima di crescente tensione e discriminazione nei confronti delle persone transgender e non conformi al genere.
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Le politiche anti-immigrazione e le reazioni legali
Un altro ordine esecutivo che ha suscitato polemiche è stato “Protecting the American people against invasion”. Le nuove linee guida anti-immigrazione hanno permesso alle autorità di intensificare le operazioni di detenzione e espulsione degli immigrati privi di documenti. Questo ha portato a situazioni in cui alcuni residenti sono stati allontanati senza un processo, in violazione dell’Immigration and Nationality Act . L’associazione Make the Road New York ha risposto intentanto una causa legale contro Trump, sostenendo l’incostituzionalità di tali misure.
Le politiche di immigrazione dell’amministrazione Trump hanno generato un clima di paura tra le comunità immigrate, con un aumento delle segnalazioni di abusi e violazioni dei diritti umani. Le azioni legali intraprese da organizzazioni per i diritti civili mirano a proteggere i diritti fondamentali di queste persone e a contestare le politiche ritenute discriminatorie.
Le controversie legate al Doge e le azioni legali
Un altro capitolo controverso riguarda il Doge e il suo direttore, Elon Musk. Diverse organizzazioni, tra cui Public Citizen e vari sindacati, hanno citato in giudizio l’Office of Management and Budget per la creazione del Doge, sostenendo che l’accesso di un privato alle informazioni dei cittadini violi il Federal Advisory Committee Act. Questa legge regola il comportamento dei comitati consultivi federali e mira a garantire la trasparenza e la protezione dei dati personali.
Le cause legali contro il Doge rappresentano solo una parte delle numerose azioni intraprese contro l’amministrazione Trump. Le organizzazioni e i sindacati stanno cercando di tutelare i diritti dei cittadini e di garantire che le politiche governative non compromettano la privacy e la sicurezza delle informazioni personali.
L’amministrazione Trump si trova quindi a fronteggiare un panorama legale complesso, caratterizzato da un alto numero di cause e contestazioni. Mentre il presidente potrebbe essere ricordato per il numero record di ordini esecutivi firmati, è altrettanto probabile che la sua eredità sarà segnata dalle numerose azioni legali che hanno messo in discussione le sue politiche e decisioni.