L’alto adige festeggia 80 anni tra storia, territorio e convivenza linguistica alla presenza di giuliano amato
Il giornale Alto Adige celebra ottant’anni di storia, evidenziando il suo ruolo cruciale nel promuovere la convivenza tra comunità linguistiche e documentare le trasformazioni della regione.

L'articolo celebra gli 80 anni del quotidiano *Alto Adige*, evidenziando il suo ruolo fondamentale nel promuovere la convivenza culturale e sociale nella regione, oltre a raccontarne le trasformazioni storiche e il legame con la comunità locale. - Unita.tv
In questi ottant’anni, il giornale Alto Adige si è affermato come una voce importante per raccontare le trasformazioni di una terra complessa e ricca di storia come quella dell’Alto Adige. Nato nel maggio del 1945, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, il quotidiano ha seguito da vicino lo sviluppo sociale e culturale della regione, consolidando un ruolo cruciale nel dialogo tra le diverse comunità linguistiche che la compongono. L’ultima celebrazione, tenutasi a Bolzano alla presenza di personalità come l’ex presidente del consiglio Giuliano Amato, ha sottolineato l’importanza di questa esperienza editoriale che continua a guardare al futuro partendo dalle radici della storia e della convivenza.
La nascita del quotidiano alto adige nel contesto del dopoguerra
Il giornale Alto Adige è nato il 24 maggio 1945, in un momento cruciale per l’Italia e per l’Europa intera: l’immediato dopoguerra. Fu il Comitato di Liberazione Nazionale a prendere l’iniziativa di dare vita a questo quotidiano. Lo scopo non era solo informare, ma anche favorire un processo di ricostruzione civile e culturale in una regione segnata da anni di conflitti e tensioni etniche. La nascita del quotidiano coincise con la necessità di creare un ponte fra diverse comunità, un luogo dove tutte le voci potessero trovare spazio in modo pacifico, dopo la fine di un regime autoritario.
Missione e ruolo editoriale
Questo contesto si riflette nella missione iniziale del giornale, che si è ripetuta nel tempo con forza e determinazione. Alto Adige veniva concepito come un giornale che non solo narrava i fatti, ma che anche partecipava al processo di cambiamento della società. Fu parte attiva nel promuovere i principi che avrebbero poi sorretto la democrazia e la convivenza nella regione, rappresentando così una finestra aperta su eventi locali e internazionali, duratura nonostante le diverse sfide incontrate nel corso degli anni.
Leggi anche:
Giuliano amato e il ruolo del giornale nel percorso di convivenza
La cerimonia di compleanno di Alto Adige si è svolta a Bolzano, con la partecipazione dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. Nel suo intervento, Amato ha rimarcato come il quotidiano abbia svolto un ruolo chiave nel promuovere e sostenere i principi democratici e di convivenza nell’arco di otto decenni. Ha definito il giornale “figlio del nuovo mondo”, nato dalla Resistenza e dal crollo del regime fascista.
Secondo Amato, Alto Adige ha camminato accanto a quel percorso difficile che ha portato alla convivenza oggi esistente, rispettata anche se non priva di problemi. Ha inoltre sottolineato come il giornale abbia agito con dedizione nel costruire ponti, nelle parole sue. Quel lavoro quotidiano di informazione e riflessione ha permesso di superare divisioni e di lavorare insieme, portando avanti un’idea di comunità inclusiva basata sul rispetto reciproco tra i gruppi linguistici. Le sue parole hanno ricordato l’importanza di un giornalismo che svolge un servizio di coesione soprattutto in aree caratterizzate dalla diversità culturale.
La visione dell’editore michl ebner sulle sfide e i traguardi raggiunti
Il presidente del gruppo editoriale Athesia, Michl Ebner, ha espresso soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto. Ha ricordato le difficoltà iniziali che attraversarono la regione e il giornale, in un momento in cui la convivenza fra gruppi linguistici non era ancora consolidata. Ebner ha messo in luce il ruolo di Alto Adige come ponte tra queste comunità, un ruolo che il quotidiano ha mantenuto sino a oggi.
Ha evidenziato come la fedeltà dei lettori sia un segno tangibile del valore del lavoro svolto ogni giorno dalla redazione e da tutte le persone coinvolte nella filiera, dagli edicolanti agli operatori del settore. Ebner, parlando davanti agli invitati, ha fatto riferimento a questa continuità che restituisce al giornale un posto centrale non solo nella vita della regione ma anche nei confronti del proprio pubblico, che si è riconosciuto per generazioni in quello sguardo attento e puntuale.
Continuità e ruolo sociale
Il racconto del territorio e delle sue trasformazioni nei 80 anni di storia
Il direttore di Alto Adige, Mirco Marchiodi, ha voluto richiamare l’attenzione su come il giornale abbia documentato uno sviluppo straordinario della regione. Ha illustrato che l’Alto Adige è passato da una delle zone più povere d’Europa a una tra le più ricche. Questo cambiamento è stato accompagnato e raccontato attraverso eventi e momenti significativi, come la scoperta di Ötzi, la mummia del Similaun, rinvenuta nel 1991.
Marchiodi ha sottolineato anche l’importanza della dimensione sportiva, citando le imprese dell’atleta Jannik Sinner, esempio attuale di eccellenza altoatesina. Più di tutto, il giornale ha dato spazio a storie di persone, volti e vicende della comunità, creando un senso di identità e appartenenza attorno a un territorio lontano dalle crisi e dalle divisioni del passato. La sua narrazione, radicata nell’autonomia e nella convivenza fra lingue e culture, ha lasciato una traccia nel modo di guardare al futuro di questa parte d’Italia.
Omaggio a orfeo donatini con l’intitolazione di una sala nelle sedi di alto adige
Durante le celebrazioni per gli 80 anni, è stata anche dedicata una sala della redazione a Orfeo Donatini, recentemente scomparso. Donatini era presidente della Sie spa, la società che pubblica non solo Alto Adige ma anche L’Adige di Trento. Questo gesto sottolinea il legame forte tra persone, territorio e la passione per il giornalismo che hanno contribuito a costruire l’identità di un gruppo editoriale e dei suoi organi di informazione.
L’intitolazione rappresenta un riconoscimento alla figura di Donatini per l’impegno profuso nell’ambito dell’editoria locale e per il contributo al consolidamento del legame tra queste testate e le comunità che servono. La cerimonia ha dato un momento di riflessione su quanto la continuità umana e professionale sia importante per mantenere viva una realtà storica come quella che Alto Adige rappresenta da 80 anni.