Il Consiglio regionale della Sardegna ha riaperto il confronto sulla legge riguardante il suicidio medicalmente assistito nella seconda commissione, dedicata alla Salute. Le audizioni, avviate nei giorni scorsi, sono proseguite per tutta la giornata con interventi di esperti e rappresentanti di associazioni contrarie al provvedimento. Il dibattito ruota attorno a questioni etiche e normative legate alla proposta che si basa su una sentenza della Corte Costituzionale, ma che incontra forti resistenze da più parti.
Le audizioni nella commissione salute del consiglio regionale
La mattinata di lavori si è svolta con interventi in collegamento da remoto tra cui spiccano quelli di Antonio Brandi, presidente dell’associazione ProVita e Famiglia, e dell’esperta in bioetica Giulia Bovassi, docente dell’Università del Messico. Le audizioni sono state l’occasione per approfondire temi delicati legati alla legge in discussione, con particolare attenzione agli aspetti giuridici e morali. Il testo proposto ricalca sostanzialmente la posizione dell’associazione Coscioni e si ispira a una sentenza della Consulta, ma secondo i relatori contrari contiene punti critici da valutare con attenzione.
Dati e riflessioni di antonio brandi
Brandi ha richiamato i commissari a considerare le conseguenze registrate in altri Paesi dove è già permesso il suicidio assistito, citando ad esempio i dati dei Paesi Bassi, dove secondo lui i casi senza un chiaro consenso raggiungono una quota preoccupante. Ha sottolineato che la sentenza della Corte Costituzionale non ha creato un vuoto tra norme e diritti, e che tale vuoto non va colmato con evidenze di morte ma con misure volte a tutelare la vita e il benessere.
Le ragioni di chi si oppone alla legge sul suicidio assistito
Antonio Brandi ha definito la proposta di legge una scelta che si concentra sull’eliminazione dei sofferenti piuttosto che sulle sofferenze, invitando a riflettere sull’importanza di garantire cure palliative efficaci. Ha richiamato l’attenzione sulla legge n. 38 del 2011 e sottolineato la necessità di applicarla pienamente per assicurare ai malati terminali un accesso adeguato a terapie del dolore e sostegno. Il suo intervento si è focalizzato sull’offrire un’alternativa concreta che evita il ricorso alla morte assistita, valorizzando il miglioramento della qualità della vita.
Il punto di vista di giulia bovassi
Anche Giulia Bovassi ha espresso un netto dissenso, affermando che la sentenza della Consulta non istituisce un diritto generale alla morte assistita ma identifica solo specifiche condizioni per derogare alla normativa vigente. Secondo lei, il testo legislativo proposto amplifica in maniera preoccupante tale diritto e autorizza la Regione a fornire assistenza per il suicidio assistito in modo più ampio. Bovassi ha evidenziato come la questione da affrontare davvero sia l’abbandono terapeutico, chiarendo che “ogni paziente ha il diritto di rifiutare una terapia ma non può rinunciare alla cura, intesa come attenzione e supporto umano.”
Lo stato del dibattito e le prospettive in Sardegna
Il confronto in commissione salute si presenta complesso e acceso. La discussione solleva questioni che toccano direttamente valori etici, diritti dei malati e responsabilità delle istituzioni. Il dibattito in Sardegna riflette, su scala locale, un tema ampio e delicato che si muove tra la volontà di rispettare l’autonomia personale e la necessità di salvaguardare fragilità e dignità umana.
I prossimi passi della commissione
Le prossime sedute continueranno a confrontare posizioni diverse e ad ascoltare voci di esperti e realtà civili per definire un orientamento chiaro. A quel punto la commissione potrà mettere a punto o respingere il testo di legge inviato all’esame del Consiglio. Il percorso resta aperto nel segno di un dibattito che coinvolge non solo la politica ma anche la società nel suo complesso.