la sfida delle elezioni regionali 2025 tra date, candidati e strategie politiche in vista del voto autunnale
Le prossime elezioni regionali in Italia si avvicinano con un clima di incertezza sulla data precisa. Nessuno sembra puntare a uno slittamento primaverile e la discussione si concentra su un possibile voto a ottobre, una scelta che risponde sia alla necessità di chiudere i bilanci sia al desiderio di evitare la campagna elettorale durante il periodo estivo. Ogni regione ha autonomia nel fissare il giorno del voto, ma le tensioni tra maggioranza e opposizione rendono difficile trovare un accordo uniforme. Il confronto ruota intorno a questo nodo mentre emergono le prime candidature ufficiali e si delineano gli scenari politici per l’autunno.
La scelta della data per le regionali resta uno degli aspetti più dibattuti. In effetti molte forze politiche preferirebbero evitare la calura estiva che potrebbe ridurre l’affluenza alle urne o complicare la gestione della campagna elettorale. Per questo motivo ottobre è considerato da molti come il mese ideale per lo svolgimento delle votazioni.
Le marche e il banco di prova
Le Marche potrebbero rappresentare il primo banco di prova se Francesco Acquaroli, governatore uscente sostenuto da Fratelli d’Italia, confermasse l’intenzione di indire le urne nel secondo o terzo weekend di settembre. Questa mossa anticiperebbe rispetto alle altre regioni ma potrebbe influenzare anche gli altri territori sul calendario definitivo.
Dall’altra parte Matteo Ricci, candidato appoggiato da una coalizione molto ampia che spazia dall’estrema sinistra ai centristi cattolici , chiede invece un rinvio verso metà ottobre “come in Toscana”. Qui Eugenio Giani ha già annunciato che convocherà le elezioni intorno al 12 o al 19 ottobre dopo aver respinto tentativi di posticipazione ulteriormente spinti dal presidente De Luca in Campania.
Il centrosinistra tra candidature ancora aperte e trattative interne
Nel centrosinistra resta aperta la partita sulle candidature definitive soprattutto nelle regioni chiave come Marche, Campania e Puglia. Eugenio Giani non esclude una sua ricandidatura ma lascia spazio ai partiti perché definiscano insieme i nomi entro metà luglio.
La coalizione punta ad accordarsi con Giuseppe Conte sul nome da proporre in Campania dove dovrebbe prevalere il Movimento 5 Stelle con Roberto Fico indicato come favorito nonostante qualche riserva del governatore uscente De Luca.
In Puglia invece Antonio De Caro, ex sindaco di Bari ed europarlamentare noto per aver raccolto molte preferenze nelle ultime tornate europee, dovrebbe essere il candidato designato salvo sorprese dell’ultimo minuto.
Il veneto: dubbi sul futuro politico di luca zaia e possibili candidati successori
Luca Zaia continua a dominare lo scenario politico veneto ma circolano diverse ipotesi riguardo al suo futuro personale dopo questa tornata regionale. Tra queste c’è quella della candidatura a sindaco di Venezia nella primavera successiva oppure incarichi importanti all’interno delle partecipate pubbliche nazionali.
Un’altra pista porta verso un seggio parlamentare visto che molti nomi emersi come possibili eredi sono attualmente deputati o senatori eletti nei collegi uninominali veneti: Alberto Stefani , Luca De Carlo e Raffaele Speranzon .
Se uno dei parlamentari dovesse sostituire Zaia scatterebbero inevitabilmente nuove elezioni suppletive nel collegio lasciato libero dal candidato scelto dalla Lega Veneta pronta comunque ad andare alle urne già a ottobre piuttosto che aspettare novembre come auspicava qualcuno all’interno dello schieramento stesso.
I leader nazionali Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini restano ancora lontani dal trovare una soluzione definitiva su questa partita delicata; nessun incontro ufficiale è stato convocato finora per sciogliere questi nodi decisivi prima dell’avvio formale delle campagne elettorali regionali.