Home La questione del terzo mandato in veneto e trentino sbarca anche in friuli venezia giulia tra tensioni di governo e lega

La questione del terzo mandato in veneto e trentino sbarca anche in friuli venezia giulia tra tensioni di governo e lega

Disputa politica nel Nord-Est sull’impugnazione della legge sul terzo mandato, coinvolgendo i presidenti Luca Zaia e Maurizio Fugatti, con tensioni tra Lega e governo centrale.

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Nel Nord-Est si accende la disputa politica sul divieto del terzo mandato per i presidenti di Regione a statuto speciale, con tensioni tra Lega e governo centrale e un possibile intervento della Corte costituzionale. - Unita.tv

Nel Nord-Est si accende la disputa politica legata al divieto di candidarsi per un terzo mandato come presidente della Regione. Il nodo scoppiato in Veneto con Luca Zaia si è esteso rapidamente al Trentino e al Friuli Venezia Giulia, entrambe guidate da esponenti della Lega. Il conflitto coinvolge non solo i leader locali ma anche il governo centrale, che ha deciso di impugnare la legge trentina che avrebbe permesso al presidente Maurizio Fugatti di correre di nuovo, aprendo una disputa legislativa ed istituzionale sul concetto di autonomia e sui limiti dei mandati elettivi nelle Regioni a statuto speciale.

Il nodo della legge sul terzo mandato in trentino e l’opposizione della lega al governo

In Trentino, la legge che avrebbe consentito a Maurizio Fugatti una terza candidatura è stata impugnata dall’esecutivo nazionale, dando avvio a un contrasto tra Roma e la Provincia autonoma. La Lega ha reagito duramente a questa scelta, definendola una ‘interferenza’ malgrado l’autonomia speciale della Regione lo permetta di regolarsi diversamente rispetto alle Regioni ordinarie. La questione ha creato tensioni in Consiglio dei ministri, dove Roberto Calderoli, ministro leghista, ha sostenuto che la normativa interna della Provincia consenta un terzo mandato, e che la sentenza della Consulta, che invece vieta questa possibilità alle Regioni ordinarie, non dovrebbe estendersi ai territori a statuto speciale come Trentino e Friuli Venezia Giulia.

Tensioni istituzionali e posizioni contrastanti

Di fronte alla presenza di posizioni contrastanti, da parte della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati e del capodelegazione di Fratelli d’Italia al governo, Giovanni Lollobrigida, è emersa la volontà di affidare la questione alla Corte costituzionale. Questa scelta, sebbene contraria alla Lega, rappresenta un tentativo di mettere ordine sulla materia e chiarire in modo definitivo il quadro giuridico, anche in vista delle prossime elezioni regionali.

Il confronto al consiglio dei ministri tra alleati segnala divisioni profonde

Il Consiglio dei ministri ha visto un confronto serrato tra i vertici della coalizione di governo. Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, ha confermato il suo sostegno all’impugnazione della legge trentina, ribadendo la posizione contraria al terzo mandato in generale. Matteo Salvini, anch’egli vicepremier e leader della Lega, ha invece insistito sull’importanza di rispettare l’autonomia e le peculiarità delle Regioni a statuto speciale, ricordando la recente vittoria del centrodestra a Bolzano come esempio di successo politico che deve essere preservato.

Chiusura e proposte della premier meloni

La premier Giorgia Meloni ha chiuso il confronto confermando la decisione di impugnare la legge e richiamando la necessità di un ordine chiaro nell’applicazione delle norme sui mandati. Ha suggerito inoltre la possibilità di discutere di nuovo il tema dopo la pronuncia della Consulta, aprendo così a un possibile confronto futuro ma senza revocare la scelta dell’esecutivo.

Le ripercussioni sulle dinamiche politiche e il futuro delle elezioni regionali nel nord-est

La crisi politica si ripercuote sulle alleanze nel Nord-Est, soprattutto nella gestione delle prossime elezioni regionali. La Lega, pur ottenendo un risultato positivo dal Consiglio dei ministri sul disegno di legge delega che riguarda i livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali, deve affrontare un indebolimento della propria posizione nelle Regioni storicamente a suo controllo come Veneto e Lombardia.

Salvini ha più volte ribadito di voler confermare tutti i presidenti uscenti legati alla Lega, cercando così di mantenere l’egemonia sul centrodestra nel nord. Ma Fratelli d’Italia frena su questa strategia, puntando a un riequilibrio dei rapporti di forza all’interno della coalizione che potrebbe portare a cambiamenti in alcune Regioni, in particolare nella gestione e autorizzazione dei mandati. Non a caso, si è ventilata l’ipotesi di una crisi politica anticipata in Lombardia per portare il voto vicino a quello delle altre Regioni, accentuando così la pressione su Salvini.

La mancanza della premier meloni al festival delle regioni complica i contatti decisivi

La visita di Giorgia Meloni al Festival delle Regioni a Venezia, inizialmente prevista come occasione per un confronto diretto con i presidenti Fedriga e Zaia, è stata rimandata per motivi di salute da parte della premier. Questo stop ha rallentato il dialogo stretto e personale tra la guida della coalizione e i protagonisti della disputa sul terzo mandato.

Prossimi incontri e strategie

Tuttavia, è previsto un incontro giovedì a Roma tra Meloni e Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, dove si dovrebbe capire se la Lega insisterà nel suo progetto e se Fedriga deciderà di dimettersi. Da parte di Fratelli d’Italia, si segnala prudenza e volontà di concentrarsi, nel breve termine, sulle amministrative anziché aprire subito la partita delle Regionali. Anche la richiesta di rinviare ogni decisione dopo la pronuncia della Corte costituzionale sembra indicare un tentativo di allentare la tensione momentanea.