La politica estera italiana sotto accusa tra isolamento e tensioni con i partner europei e americani
Il governo di Giorgia Meloni affronta forti critiche da parte di leader politici come Giuseppe Conte e Francesco Boccia, riguardo alla sua gestione della politica estera italiana e alle relazioni internazionali.

L'articolo analizza le critiche rivolte al governo Meloni per la gestione controversa della politica estera italiana, evidenziando accuse di incoerenza, isolamento internazionale e tensioni diplomatiche con Francia, Germania e Stati Uniti. - Unita.tv
La scena politica internazionale ha visto in questi giorni un profondo scontro sulle scelte dell’Italia in campo diplomatico e militare. Diverse figure politiche di rilievo, provenienti da schieramenti differenti, hanno espresso critiche nette contro il governo guidato da Giorgia Meloni. La discussione coinvolge temi delicati come l’invio di armi, la partecipazione a vertici internazionali e il ruolo del nostro paese negli equilibri europei e globali.
Accuse di incoerenza e isolamento nel contesto internazionale
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha utilizzato parole dure per descrivere la linea politica dell’attuale premier, Giorgia Meloni. On 5 aprile 2025, a margine del “Premio Libertas”, Conte ha parlato di una “figura internazionale gravissima” da parte di Meloni, accusandola di assumere ruoli contraddittori nel panorama globale. Il leader ha sottolineato come la presidente del Consiglio, secondo lui, mantenga da anni un atteggiamento ambiguo in materia di politica militare: da una parte un forte sostegno all’invio di armi – 11 pacchetti approvati – dall’altra un tentativo di mostrarsi pacifista col Presidente americano Trump. Conte definisce questa strategia come un’alternanza poco credibile, che culmina in una resa totale a Washington, senza effettivo peso nelle decisioni internazionali.
Secondo il leader politico, questa mancanza di coerenza danneggia la reputazione dell’Italia e la rende un paese poco considerato nei tavoli diplomatici più importanti. Conte evidenzia come l’Italia, tentando di piacere a tutti – dagli europei agli Stati Uniti di varie amministrazioni – finisca per non essere invitata alle riunioni decisive. Una situazione che isola il paese e ne riduce il ruolo nello scacchiere internazionale.
La critica del centrosinistra sulla gestione del governo Meloni
Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, dalla città di Taranto ha espresso una critica severa sulla posizione del governo Meloni durante un incontro pubblico dedicato alle prossime amministrative locali. Boccia ha puntato il dito sulla recente esclusione italiana da un vertice europeo definendola una “umiliazione” per uno dei paesi fondatori dell’Unione europea. La sua analisi si basa sul fatto che il governo abbia fornito spiegazioni ritenute false sulle ragioni della mancata partecipazione.
Il senatore ha ricordato che la riunione tenutasi a Tirana aveva lo scopo di affrontare la crisi in Ucraina puntando a una possibile soluzione diplomatica, non a una discussione sull’invio di truppe militari. Boccia accusa il governo di assumere una posizione ambigua e poco trasparente, che allontana sempre più l’Italia dai principali partner europei. Il rafforzamento del legame con l’amministrazione Trump viene menzionato come un puro esercizio di immagine, incapace però di garantire un ruolo stabile sul piano diplomatico.
L’intervento del ministro degli Esteri Antonio Tajani viene descritto come inesistente, incapace di esprimere una posizione chiara soprattutto riguardo alla guerra in Medio Oriente e alle azioni dell’esercito israeliano a Gaza. Questo procedere inchioda l’Italia in una marginalità che mette in secondo piano le problematiche interne e la gestione delle emergenze nazionali.
Le tensioni bilaterali tra italia e francia sul tavolo diplomatico europeo
Carlo Calenda, leader del partito Azione, ha fornito un punto di vista non meno critico sul comportamento dell’esecutivo Meloni nell’ambito delle relazioni con la Francia. In una recente intervista a Skytg24 Agenda, Calenda ha smentito alcune affermazioni di Meloni riguardo alla presunta indisponibilità della Germania a partecipare all’invio di soldati in Ucraina. Aggiunge che l’Italia ha già preso parte a incontri europei sul tema, anche se in modalità remota, e denuncia gli sforzi di Macron per escludere Roma dal “tavolo dei volenterosi”.
Il leader di Azione proviene da posizioni liberali vicine a Macron, e proprio per questo denuncia uno scontro personale che penalizza le relazioni tra Italia e Francia. Calenda definisce inappropriata la scelta di non partecipare a tavoli decisivi per motivi di antipatia personale nel mondo della diplomazia. L’invito rivolto ai due leader, Meloni e Macron, è di affrontare le divergenze privatamente per poi riallacciare rapporti istituzionali più efficaci.
Nel commento si critica anche l’immagine pubblica di Macron, ripreso dalla stampa mentre discute con il presidente americano alle prime ore del mattino, giudicata poco seria e poco in linea con il ruolo che la diplomazia richiede. Il quadro fotografato da Calenda è quindi quello di un’Italia che rischia di perdere posizioni pesanti nel contesto europeo a causa di scelte politiche interne e personalismi.
Il contesto più ampio delle decisioni italiane nel 2025
Quest’anno, nel 2025, il governo italiano continua a confrontarsi con una situazione internazionale segnata da tensioni militari e pressioni diplomatiche. La politica estera di Roma si trova sotto attenta osservazione, soprattutto in seguito alle vicende legate alla guerra in Ucraina e agli sviluppi nel Medio Oriente. L’Italia è chiamata a definire un proprio ruolo stabile tra alleanze tradizionali, richieste di pace e alleanze strategiche in Europa.
La decisione di partecipare o meno a certi vertici, di sostenere o meno l’invio di armi, e di mantenere rapporti più o meno tesi con gli USA, la Germania e la Francia sono tutti elementi che pesano sul posizionamento del paese nel mondo. La scelta tra apparire come un interlocutore credibile e restare ai margini produce conseguenze concrete, anche nella percezione dei cittadini e delle istituzioni.
Questi sviluppi segnano una fase delicata per la politica estera di Roma, che deve confrontarsi con accuse di incoerenza e marginalizzazione da più parti. I prossimi mesi diranno se l’Italia riuscirà a recuperare spazio e autorevolezza nei contesti internazionali o continuerà a subire esclusioni e critiche diffuse.