La politica estera italiana non può dipendere dalle scelte personali di giorgia meloni, avverte elly schlein
Elly Schlein critica la gestione della politica estera italiana da parte di Giorgia Meloni, evidenziando il rischio di isolamento del paese a causa di antipatie personali e l’importanza di un approccio diplomatico unito.

Elly Schlein critica la gestione della politica estera italiana di Giorgia Meloni, accusandola di influenzare le relazioni internazionali con antipatie personali, e chiede un ruolo più attivo e condiviso per l’Italia nei rapporti diplomatici. - Unita.tv
La questione legata alla gestione della politica estera italiana ha acceso un dibattito tra i maggiori protagonisti della scena politica nazionale. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha espresso critiche nette verso l’operato della premier Giorgia Meloni, sottolineando che le scelte diplomatiche non possono essere influenzate da antipatie o simpatie personali. Le parole della leader dem sono arrivate durante una trasmissione televisiva, aggiungendo tensione al confronto tra i principali attori coinvolti nelle relazioni internazionali del nostro paese.
La critica di elly schlein sulle relazioni italia-francia sotto la guida di giorgia meloni
Elly Schlein ha puntato il dito contro la gestione del rapporto con la Francia da parte della premier Giorgia Meloni. Secondo Schlein, la decisione di isolare l’Italia in alcune questioni diplomatiche nasce da un’avversione personale verso il presidente francese Emmanuel Macron. Questa condotta, ha affermato, rischia di danneggiare la posizione italiana in un momento delicato per gli equilibri europei. La segretaria del Pd ha ribadito che non è accettabile che un paese come l’Italia venga messo “in panchina” a causa di ragioni che nulla hanno a che fare con gli interessi nazionali.
Una linea estera più condivisa
La leader dem ha segnalato l’emergenza di una linea estera più condivisa e indipendente dagli umori personali del premier. Nel corso dell’intervista, ha rimarcato che l’Italia deve mantenere un ruolo attivo nei confronti dei partner chiave, non arretrare o escludersi da momenti di confronto e dialogo, specie a livello europeo. La gestione delle relazioni con Macron viene indicata come un esempio di questo approccio discutibile, capace di influire negativamente sugli equilibri dei rapporti internazionali.
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Il ruolo dell’italia nei summit internazionali e l’importanza della partecipazione del premier
Schlein ha inoltre affrontato il tema della presenza italiana ai summit con i leader mondiali. Ha evidenziato come la mancata partecipazione della premier Giorgia Meloni a incontri strategici, legati ad esempio ai contatti con figure come Donald Trump, rappresenti un serio svantaggio per l’Italia. La leader del Pd ha ricordato che, nel clima internazionale attuale, rimanere fuori da dialoghi cruciali equivale a perdere occasioni di influenza e decisione.
Un ruolo attivo per l’italia
La chiamata di attenzione si focalizza sulla necessità che l’Italia non si limiti a un ruolo passivo. Partecipare attivamente alle riunioni delle potenze mondiali consente infatti di difendere gli interessi nazionali e condizionare le scelte globali. Schlein ha espresso preoccupazione per una tendenza opposta, che vede il nostro paese escluso dai tavoli principali per ragioni che non dipendono da valutazioni politiche o strategiche ma da motivi personali.
Le conseguenze per l’Italia di una politica estera guidata da antipatie personali
La segretaria del Pd si è soffermata sulle implicazioni di una politica estera guidata da antipatie. Ha avvertito che tale scelta può portare a isolare l’Italia nel contesto internazionale, compromettendone il ruolo e la capacità di incidere nei processi decisionali. Aggiunge che in un mondo sempre più interconnesso, l’esclusione o la marginalizzazione politica ha effetti immediati sulle relazioni economiche, di sicurezza e culturali.
Il rischio di compromettere gli interessi nazionali
In dettaglio, Schlein ha fatto capire che mettere da parte le regole della diplomazia per ragioni personali rischia di esporre l’Italia a difficoltà maggiori in futuro. Questa posizione, ha detto, non è sostenibile, specie in un’epoca contraddistinta da tensioni geopolitiche e instabilità negli equilibri europei. L’Italia deve invece presentarsi unita e forte nelle relazioni internazionali, lasciando da parte qualsiasi risentimento che possa compromettere gli interessi collettivi.
Le parole di elly schlein a ‘che tempo che fa’ sulla politica estera italiana
L’intervista a ‘Che tempo che fa’, andata in onda il 19 febbraio 2025, ha rappresentato un momento di schiettezza assoluta da parte di Elly Schlein. Lo spazio mediatico ha offerto l’occasione per denunciare un approccio che definisce “molto grave” e poco consono alla natura della politica estera di una grande nazione come l’Italia. Schlein ha chiuso il suo intervento rimarcando che la politica estera va portata avanti dal governo, senza che questa venga “pieghata” a simpatie o avversioni personali.
Questa posizione del Pd riflette una critica netta nei confronti dell’attuale esecutivo e apre nuove spinte nel dibattito pubblico sulla necessità di una linea più istituzionale nella conduzione dei rapporti internazionali. La chiave di lettura mostrata da Schlein indica la volontà di difendere il ruolo dell’Italia con una visione che superi gli ostacoli posti da attriti tra leader nazionali. Al centro resta il tema della responsabilità e dell’unità nella rappresentanza politica estera del paese.