La maggioranza propone due riforme costituzionali chiave nel calendario di luglio della camera
La Camera dei deputati discuterà a luglio due riforme costituzionali: la separazione delle carriere e il premierato, suscitando forti critiche da parte dell’opposizione per i rischi di squilibrio istituzionale.

La Camera dei deputati discuterà a luglio due riforme costituzionali chiave sulla separazione delle carriere in magistratura e sul premierato, tra forti critiche delle opposizioni per la rapidità e le modalità dell’iter legislativo. - Unita.tv
La Camera dei deputati si prepara a discutere due riforme costituzionali molto rilevanti nel prossimo mese di luglio. La maggioranza parlamentare ha avanzato la proposta di inserire nel calendario legislativo la riforma della separazione delle carriere e quella sul premierato. Questi temi sono destinati a modificare profondamente l’organizzazione delle istituzioni italiane, ma la reazione delle opposizioni non si è fatta attendere.
La reazione delle opposizioni e le critiche a monte
L’opposizione ha espresso un dissenso netto e deciso. Chiara Braga, capogruppo del Partito Democratico, ha definito la proposta un tentativo di forzatura. Il Pd ritiene che inserire tali riforme in modo così rapido rappresenti una compressione ingiustificata del dibattito parlamentare e un rischio per l’equilibrio costituzionale del Paese. Braga ha affermato che, dopo l’approvazione del decreto sicurezza, si sta riprendendo una nuova spartizione dei temi all’interno della maggioranza, orientata a ridefinire profondamente e forse a scapito dell’equilibrio istituzionale vigente.
Le opposizioni temono che questo processo possa aprire la strada a modifiche che stravolgerebbero i meccanismi di controllo e bilanciamento tra i poteri dello Stato. Il timore è che la separazione delle carriere possa essere usata politicamente per influenzare la magistratura, mentre l’istituzione del premierato potrebbe accrescere i poteri dell’esecutivo a discapito del parlamento.
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Sono poi molto criticate le modalità con cui si vuole imporre l’agenda: il calendario stretto e la scelta di un mese estivo non si conciliano con un confronto approfondito, utile a raccogliere osservazioni, proposte e a valutare le implicazioni delle riforme costituzionali di questa portata.
La proposta della maggioranza per modificare il sistema istituzionale
I capigruppo della maggioranza hanno messo sul tavolo la richiesta di aprire il dibattito a luglio su due riforme di peso costituzionale. La prima riguarda la separazione delle carriere, un principio volto a distinguere in modo netto le funzioni di pubblica accusa da quelle giudicanti presso la magistratura. L’obiettivo dichiarato è evitare sovrapposizioni e conflitti d’interesse tra chi indaga e chi decide, rafforzando il sistema di giustizia.
La seconda proposta punta a introdurre il premierato, cioè a conferire al capo del governo poteri più definiti e autonomia rispetto all’attuale sistema parlamentare. Questa riforma mira a delineare meglio le funzioni e la responsabilità del presidente del Consiglio, conferendo una maggiore stabilità all’esecutivo. La maggioranza sostiene che tale cambiamento sia necessario per garantire un governo più efficiente e responsabile.
Queste ipotesi in calendario sono strettamente legate alle dinamiche politiche interne. La calendarizzazione tempestiva appare come un tentativo di accelerare il confronto legislativo e dare forma a riforme di ampio respiro entro l’attuale ciclo parlamentare. La scelta di luglio, tradizionalmente periodo di pausa per i lavori, sottolinea l’urgenza attribuita dalle forze di maggioranza a questi temi.
Il contesto politico e istituzionale intorno alle riforme costituzionali
Il dibattito sulle riforme costituzionali, specie quelle che riguardano la giustizia e la forma di governo, torna periodicamente in Parlamento. Negli ultimi anni queste proposte hanno diviso non solo partiti ma anche l’opinione pubblica, riflettendo tensioni tra la necessità di modernizzare le istituzioni e il rispetto dell’equilibrio dei poteri.
La separazione delle carriere è sempre stata un tema sensibile: l’Italia deve bilanciare la necessità di indipendenza della magistratura con le richieste di maggiore efficienza e trasparenza nel sistema giudiziario. L’introduzione del premierato invece richiama un modello più vicino a sistemi parlamentari europei, dove il capo del governo ha poteri più chiari ma resta sotto il controllo del parlamento.
Nel 2025, questa discussione assume un rilievo particolare a causa delle tensioni politiche che attraversano il governo e la società. Le scelte su questi temi potrebbero cambiare non soltanto l’assetto istituzionale ma anche la stabilità politica del paese nei prossimi anni.
Spiace che la contrapposizione politica sia così netta e che le trattative sembrino procedere senza coinvolgere un ampio confronto pubblico. Nel frattempo, i parlamentari si preparano a uno scontro che promette di trasformare radicalmente la costituzione italiana.