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La Lombardia spinge sull’autonomia: pronti accordi su sanità, protezione civile e professioni

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Lombardia accelera sull'autonomia in sanità e protezione civile - Unita.tv
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La Lombardia sta facendo passi veloci verso una maggiore autonomia su temi chiave che esulano dai vincoli Lep . Dopo l’estate, la regione punta a firmare intese su protezione civile, professioni, previdenza complementare integrativa e soprattutto sanità. L’incontro fra il governatore lombardo Attilio Fontana e il ministro per le Autonomie Roberto Calderoli ha rafforzato questa direzione.

La trattativa lombarda punta all’immediato sulle materie fuori dai Lep

La Regione Lombardia ha deciso di accelerare il percorso verso l’autonomia gestendo direttamente alcune materie non soggette ai limiti dei Livelli essenziali di prestazione. Tra queste, la protezione civile e la regolazione delle professioni rappresentano settori dove l’ente regionale intende assumere controllo più diretto su politiche e risorse. Il settore della previdenza complementare integrativa è un altro campo dove si cercano accordi per gestire più direttamente i fondi e le norme, adattandole alle esigenze locali.

La novità più significativa riguarda la sanità, area dove la Lombardia ha già definito i nuovi Livelli essenziali di assistenza , cioè il minimo di prestazioni garantite a tutti su territorio regionale. Questo passaggio preparatorio mira a tradurre in realtà l’aumento delle competenze regionali in modo concreto e tangibile entro breve tempo. La firma delle intese dovrebbe arrivare entro i prossimi mesi, idealmente poco dopo l’estate, con un chiaro piano operativo che includa le prerogative da esercitare e i finanziamenti dedicati.

Il ruolo dell’incontro fontana-calderoli nella definizione delle nuove intese

Il 2025 ha portato un momento chiave nei colloqui tra la Regione e il governo centrale. L’incontro avvenuto a Milano tra il governatore della Lombardia Attilio Fontana e il ministro Roberto Calderoli, titolare del dicastero per le Autonomie, ha confermato il clima di cooperazione e volontà condivisa di chiudere negoziati importanti.

Le conversazioni hanno riguardato in particolare la tempistica e le modalità con cui verranno strutturati e firmati i primi accordi. Calderoli ha espresso un’apertura verso le richieste regionali, riconoscendo il ruolo che l’autonomia può avere nel migliorare servizi e gestione sul territorio. Fontana ha ribadito l’urgenza di ottenere spazi più ampi di discrezionalità su settori strategici come la sanità, la protezione civile e le professioni liberali. Questo dialogo ha spostato l’attenzione dalla fase prettamente politica a quella pratica, mettendo sul tavolo scadenze concrete e punti fermi per le intese.

L’autonomia sanitaria come leva per affrontare criticità locali

Fra tutti gli ambiti in discussione, la sanità occupa una posizione centrale nel dibattito lombardo. La gestione diretta della materia potrebbe portare a interventi mirati su problemi specifici della regione che oggi si scontrano con la normativa nazionale. Fra le difficoltà principali emergono gli stipendi del personale sanitario, spesso considerati insufficienti rispetto alle offerte dei Paesi vicini, come la Svizzera, che attira medici e infermieri con paghe più alte.

Con maggior autonomia, la Lombardia potrebbe intervenire sulle retribuzioni per trattenere i professionisti e contenere l’emorragia di personale qualificato verso l’estero. Inoltre, si prevede di ridurre le liste d’attesa, un punto critico segnalato da anni che pesa sugli utenti e mette sotto pressione strutture e medici. Il controllo diretto delle risorse consentirebbe soluzioni più rapide ed efficaci, adattate al contesto lombardo.

La definizione dei nuovi Lea è stata un passo fondamentale che stabilisce quali servizi minimi offrire a tutti, ma il fatto che ora la regione possa gestire questi livelli apre la strada a modifiche in corsa rispetto alle esigenze del territorio. Si attendono quindi sviluppi concreti nei prossimi mesi che possano incidere sull’esperienza quotidiana dei pazienti lombardi.

Impatti attesi sull’organizzazione delle professioni e previdenza complementare

Oltre alla sanità, la Lombardia ha messo nel mirino le professioni regolamentate, un ambito cruciale per l’economia e la società regionale. La volontà è di personalizzare le normative in modo da favorire la formazione, la certificazione e l’esercizio di attività professionali con regole più aderenti al contesto locale. Ciò potrebbe coinvolgere ordini professionali, enti di formazione e istituzioni del terzo settore.

Sul fronte della previdenza complementare integrativa, l’intenzione è di gestire strumenti previdenziali che si affiancano alla pensione obbligatoria. La Regione vorrebbe definire piani e regole specifiche per i lavoratori lombardi, con un’attenzione particolare alle caratteristiche del mercato del lavoro locale e alle esigenze dei settori più rappresentativi. Questa gestione autonoma potrebbe portare anche a forme di incentivo differenziate e a una maggiore flessibilità.

La firma degli accordi su queste tre aree fuori dai Lep testimonia un cambio di passo, con implicazioni importanti per la governance regionale e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Le prossime settimane saranno decisive per concretizzare queste intese e tradurle in atti amministrativi e regolatori con effetti visibili nell’amministrazione quotidiana della Lombardia.

Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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