Home La lega spinge sul terzo mandato per governatori del nord, divisioni tra alleati e tensioni in giunte regionali

La lega spinge sul terzo mandato per governatori del nord, divisioni tra alleati e tensioni in giunte regionali

Il dibattito sul terzo mandato per i governatori del nord si intensifica, con la Lega in prima linea e tensioni tra alleati di governo, mentre le elezioni regionali si avvicinano.

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La Lega spinge per superare il divieto del terzo mandato per i governatori del Nord, causando tensioni interne e confronti con la premier Meloni e gli alleati di governo, mentre si avvicinano elezioni chiave in Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. - Unita.tv

La questione del terzo mandato per i governatori del nord resta al centro del dibattito politico. La Lega, soprattutto tramite i suoi presidenti regionali, non ha ancora abbandonato l’idea di superare i limiti attuali, puntando al confronto con la premier Giorgia Meloni. Mentre tensioni politiche emergono nelle giunte regionali, la partita si sposta anche nel campo degli alleati di governo, con posizioni divergenti e conferme di chi vuole mantenere i vincoli ai mandati. Il nodo riguarda soprattutto alcune regioni chiave, dove le elezioni si avvicinano e si temono cambiamenti di leadership.

I governatori della lega al confronto con la premier: il caso fedriga e la crisi della giunta friulana

Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, rappresenta il fronte nord delle richieste della Lega per il terzo mandato. Dopo il rinvio di un incontro con Giorgia Meloni a Venezia, durante il quale la premier era stata bloccata da una febbre, Fedriga si reca a Palazzo Chigi per discutere direttamente con lei della situazione. La sua giunta regionale è in crisi, paralizzata da quando domenica scorsa gli assessori leghisti e di Forza Italia hanno ritirato le deleghe. Il presidente ha cancellato ogni impegno pubblico e istituzionale, lasciando le opposizioni a chiedere un confronto in consiglio regionale per chiarire la situazione politica.

Crisi di giunta e mozione di sfiducia

La possibilità di una mozione di sfiducia sembra remota: al momento si punta più a una riorganizzazione della giunta. Sul tavolo resta soprattutto il nodo del divieto ai mandati consecutivi per i governatori, una norma che irrita particolarmente Luca Zaia, presidente del Veneto, e Maurizio Fugatti di Trento. Quest’ultimo, con un decreto serale, ha riassegnato le deleghe tra gli assessori, togliendo quelle a Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia, che ricopriva il ruolo di vice presidente e assessora. Questi cambiamenti suggeriscono un clima di tensione anche in Provincia autonoma di Trento, con segnali forti di riorganizzazione e conflitti interni.

Le posizioni contrastanti di salvini e gli alleati sul divieto dei terzi mandati

Matteo Salvini, leader della Lega, mantiene un profilo più dimesso sulla vicenda del terzo mandato. Parlando a Foggia durante una delle tappe del suo tour da ministro delle Infrastrutture, sottolinea che “sarebbe contento se il centrodestra ottenesse ragione, ma precisa che le sue giornate sono piene di altro.” Questo lascia intravedere una certa prudenza nelle posizioni, anche perché il governo ha già impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge trentina che permette il terzo mandato, con il sostegno della Lega, che però ha una posizione più sfumata delle altre forze di centrodestra.

Posizioni di forza italia e fratelli d’italia

In casa alleata, Forza Italia appare invece ferma. Raffaele Nevi, portavoce azzurro, dice chiaramente che per il partito la questione è chiusa. Il limite di due mandati deve rimanere valido in tutte le regioni, anche quelle a statuto speciale, per evitare disparità. Nevi risponde così sia a Fratelli d’Italia, che attende la sentenza della Consulta prevista non prima di settembre , sia a Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno di FdI, che ha aperto una discussione più esplicita sul tema. Piantedosi ha definito legittima la discussione politica, ricordando che “c’è stata ampia disponibilità a separare il profilo tecnico-giuridico da quello politico.”

Anche Ignazio La Russa, presidente del Senato e figura di rilievo di Fratelli d’Italia, conferma un atteggiamento di apertura: “non è contrario al terzo mandato e pensa che una riflessione sul caso specifico sia positiva.” Questi segnali indicano come la questione si stia aprendo a un esame anche in Parlamento, con diversi livelli di posizioni all’interno della coalizione di centrodestra.

Il nodo veneto e la possibile svolta del terzo mandato nelle elezioni autunnali

Il vero epicentro di questa questione si trova nel Veneto, dove le elezioni regionali si svolgeranno in autunno. Luca Zaia guida la regione da quattro mandati e punta a non lasciare il posto a un candidato esterno. La base leghista è infatti molto preoccupata dal rischio che il partito possa perdere il controllo della regione, non avendo un candidato a suo nome. I timori si concentrano sull’ipotesi che Fratelli d’Italia possa presentare un suo esponente, conquistando così la leadership del Veneto. Un eventuale passaggio del testimone a FdI metterebbe in difficoltà non solo Zaia ma anche i consensi del Carroccio in altre regioni strategiche come Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Lombardia e il possibile terzo mandato di fontana

Proprio nella Lombardia governata da Attilio Fontana, altro esponente della Lega, la possibilità di un terzo mandato sembra affacciarsi con più decisione. Fontana, recentemente, ha confermato che valuterebbe questa opzione, anche se ancora senza decisioni ufficiali. Questo conferma che la partita politica continua a svolgersi non solo a livello di discussioni formali, ma anche nelle scelte strategiche dei singoli governatori, che guardano al futuro elettorale con attenzione crescente.

Il territorio del nord, dunque, sta vivendo una fase di riorganizzazione politica intensa. Il confronto tra norme, decisioni della Consulta e interesse dei singoli governatori segna una tensione che si riflette immediatamente nelle giunte regionali e nelle alleanze del centrodestra.

L’evoluzione di questo tema potrà influenzare risultati importanti alle prossime elezioni, soprattutto dove la Lega ha tradizionalmente costruito la sua forza. Restano da vedere le prossime mosse della premier Meloni e degli altri leader del governo, chiamati a gestire un equilibrio delicato su un terreno politico sempre più complesso.