La Germania sta affrontando una significativa trasformazione della sua politica di difesa, con il piano di riarmo proposto da Friederich Merz, leader dell’Unione Cristiano-Democratica . Questo progetto mira a rendere Berlino un attore centrale nell’Unione Europea, promuovendo l’indipendenza militare dagli Stati Uniti. Le implicazioni di questa svolta suscitano preoccupazioni e dibattiti, soprattutto in Italia, dove si teme un ritorno a un militarismo che la storia ha già condannato.
Il contesto storico della politica di difesa tedesca
Nel 2007, durante un incontro informale tra George W. Bush e Angela Merkel, il presidente americano espresse la sua frustrazione per il processo decisionale della cancelliera. La risposta di Merkel rivelava le radici profonde della politica tedesca post-bellica, frutto di un accordo tra gli Alleati per evitare che la Germania potesse ripetere gli errori del passato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Germania fu dotata di una Costituzione democratica rigorosa e, inizialmente, fu privata di un esercito. Solo nel 1955, con l’ingresso nella NATO, il Paese poté riarmarsi, ma sempre sotto il controllo degli alleati.
Questa impostazione ha plasmato la cultura politica tedesca, portando a una generazione di cittadini che, cresciuti nel dopoguerra, hanno abbracciato il principio del “mai più guerra”. Tuttavia, la riunificazione del 1990 ha portato a nuove sfide e responsabilità internazionali, culminando nel coinvolgimento tedesco nei conflitti, come quello del Kosovo nel 1999. Nonostante ciò, la spesa militare è rimasta trascurata, grazie alla protezione fornita dagli Stati Uniti.
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La svolta di Olaf Scholz e il piano di riarmo di Merz
L’invasione russa dell’Ucraina ha segnato un punto di svolta nella politica di difesa tedesca. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ha annunciato un investimento di 100 miliardi di euro per modernizzare la Bundeswehr, l’esercito tedesco. Tuttavia, il contesto economico e le limitazioni imposte dalla Costituzione hanno reso difficile una vera e propria svolta. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, le relazioni transatlantiche hanno subito un duro colpo, spingendo l’Europa, e in particolare la Germania, a riconsiderare le proprie strategie di difesa.
Friederich Merz ha colto l’occasione per proporre un ambizioso piano di riarmo, che prevede un investimento di 500 miliardi di euro in dieci anni. L’obiettivo è quello di restituire a Berlino un ruolo centrale nell’Unione Europea, rendendola militarmente indipendente dagli Stati Uniti. Questo piano ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che vedono in esso una necessità , mentre altri evocano fantasmi del passato.
Le reazioni al piano di riarmo e le paure in Europa
Il dibattito sul riarmo tedesco ha sollevato preoccupazioni in vari Paesi europei, in particolare in Italia, dove alcuni commentatori hanno paragonato la situazione attuale a quella del periodo prebellico, parlando addirittura di un possibile “ritorno della Wehrmacht“. Joschka Fischer, ex ministro degli Esteri tedesco, ha definito tali affermazioni “grottesche”, sottolineando che la Germania attuale è una democrazia solida e ancorata all’Europa, lontana dal militarismo del passato.
Fischer ha ribadito che la Germania deve sviluppare una capacità di deterrenza credibile, senza compromettere le alleanze storiche con gli Stati Uniti. Christoph Heusgen, ex consigliere per la politica estera di Merkel, ha evidenziato come la Germania abbia vissuto a lungo “a scrocco”, riducendo drastico le sue forze armate. Con l’inasprirsi delle tensioni internazionali, è giunto il momento per Berlino di assumersi maggiori responsabilità nella sicurezza europea.
La necessità di un approccio collettivo alla difesa
Sylvie Goulard, ex ministro della Difesa francese, ha espresso la necessità di un approccio cauto al riarmo, avvertendo che focalizzarsi esclusivamente sulla Germania distrae dall’attenzione sui veri pericoli rappresentati dalla Russia. Wolfgang Ischinger, ex ambasciatore tedesco, ha sottolineato che la questione non riguarda il potere tedesco, ma piuttosto la difesa collettiva dell’Europa. La protezione del continente deve essere vista come una missione comune, volta a garantire un’Europa sicura e prospera.
In questo contesto, il dibattito sul riarmo tedesco si inserisce in una più ampia discussione sulla sicurezza europea e sulla necessità di un’Unione Europea coesa e pronta a fronteggiare le sfide attuali.
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