La Corte Costituzionale apre le porte all’adozione internazionale per i single: la storia di Raffaella Brogi

La magistrata Raffaella Brogi di Firenze ottiene dalla Corte Costituzionale la possibilità di adottare un bambino da sola, segnando una svolta nelle adozioni internazionali in Italia.
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La recente sentenza della Corte Costituzionale ha segnato un cambiamento significativo nella legislazione italiana riguardante le adozioni internazionali. Raffaella Brogi, una magistrata di Firenze, è diventata il simbolo di questa battaglia, ottenendo la possibilità di adottare un bambino nonostante non sia sposata. La decisione della Corte non solo ha cambiato la sua vita, ma ha anche acceso un dibattito importante sulle adozioni in Italia.

La battaglia di Raffaella Brogi per l’adozione

Raffaella Brogi, 54 anni, originaria di Siena e attualmente magistrata a Firenze, ha intrapreso un percorso legale per ottenere la dichiarazione di idoneità all’adozione internazionale. Nel 2019, si è rivolta al Tribunale dei minorenni della sua città, ma ha dovuto affrontare il divieto di adozione per i single, previsto dalla legge italiana. La situazione ha spinto il Tribunale a sollevare la questione alla Corte Costituzionale, che ha infine dichiarato incostituzionale tale divieto.

Brogi ha espresso la sua gioia per la sentenza, sottolineando l’importanza di poter finalmente realizzare il sogno di diventare madre. La sua determinazione è rivolta non solo a se stessa, ma anche a tutti quei bambini che aspettano un genitore amorevole. Raffaella ha affermato: «La mia battaglia sarà davvero vinta quando riuscirò a portare mio figlio o mia figlia a casa». La sentenza della Corte ha aperto nuove opportunità per le persone single che desiderano adottare, cambiando radicalmente il panorama delle adozioni in Italia.

Il percorso verso l’adozione internazionale

Con la sentenza della Corte, Raffaella Brogi ha la possibilità di richiedere nuovamente l’idoneità all’adozione e avviare il lungo processo per adottare un bambino. Ha chiarito che l’adozione è la sua scelta consapevole, rifiutando l’idea di ricorrere alla fecondazione assistita, che in Italia è vietata per le donne single. Durante il procedimento, i giudici le hanno chiesto perché non avesse considerato questa opzione, ma Raffaella ha spiegato che il suo desiderio è di offrire una casa a un bambino che ha bisogno di un genitore.

La Corte ha stabilito che un genitore singolo può fornire amore e stabilità quanto una coppia, evidenziando che l’alternativa per molti bambini è non avere alcun genitore. Brogi ha sottolineato che il processo di adozione prevede verifiche rigorose per garantire che i genitori adottivi siano in grado di affrontare le sfide legate alla crescita di un bambino con un passato difficile.

Le speranze per il futuro delle adozioni internazionali

Raffaella Brogi nutre la speranza che la sentenza della Corte possa portare maggiore attenzione sulle adozioni internazionali, un settore che ha visto un drastico calo delle domande negli ultimi anni. Le richieste sono passate da circa 7.000 nel 2007 a sole 500 nel 2024. Questo calo ha destato preoccupazione e ha spinto Brogi a desiderare un cambiamento.

Secondo la legge italiana, esiste un limite di età di 45 anni tra il genitore e il bambino adottato, il che significa che Raffaella potrà adottare un bambino di almeno dieci anni. Ha descritto il suo percorso come difficile, ma ha anche espresso la sua convinzione che prendersi cura di un figlio adottivo rappresenterà il dono più grande della sua vita. La sua storia è un esempio di come la determinazione e la volontà di cambiare possano influenzare positivamente la vita di molti.

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