A Riad, capitale dell’Arabia Saudita, sono partiti oggi i negoziati di pace tra Ucraina e Stati Uniti, un evento che segna un momento cruciale nel contesto della diplomazia globale. Questo secondo round di colloqui, che si svolge alla vigilia di un importante vertice tra Stati Uniti e Russia, coinvolge i rappresentanti dell’amministrazione americana e del governo ucraino. L’obiettivo principale è discutere i dettagli del piano di pace elaborato dalla Presidenza Trump, che è stato aggiornato in seguito ai recenti scambi telefonici tra il tycoon e i leader di Mosca e Kiev.
La posizione dell’Ucraina e le aspettative di pace
Il Presidente ucraino ha espresso la speranza che questi colloqui possano portare a un reale cessate il fuoco, in particolare per fermare gli attacchi contro l’Ucraina. Sebbene Kiev e Mosca abbiano concordato un primo passo verso un cessate il fuoco, limitato alle strutture energetiche e alle infrastrutture civili, una tregua completa sembra ancora lontana. La situazione sul campo è complessa, con l’esercito ucraino che continua a fronteggiare l’offensiva russa, in particolare nella regione di Kursk, dove si cerca di riconquistare territori perduti.
Al momento, il conflitto ha superato i 1124 giorni, e le operazioni militari continuano a intensificarsi. La speranza è che i negoziati in corso possano fornire un nuovo impulso per raggiungere un accordo duraturo, ma le sfide rimangono numerose.
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Struttura dei negoziati: un processo in due fasi
I colloqui di Riad non si svolgono in un unico tavolo, ma sono organizzati in due fasi distinte: oggi si incontrano i rappresentanti americani e ucraini, mentre domani sarà il turno del team statunitense e dei delegati russi. Questa divisione riflette la complessità della situazione e la necessità di affrontare i vari punti in discussione in modo mirato. Secondo le dichiarazioni del Cremlino, ci si trova solo all’inizio di un lungo percorso che potrebbe condurre a una pace duratura, ma i temi da affrontare sono molteplici e richiederanno tempo e impegno.
Per gli Stati Uniti, partecipano ai colloqui l’inviato Keith Kellogg e il consigliere per la Sicurezza Michael Waltz. Dall’Ucraina, sono presenti il Ministro della Difesa Umerov e il consigliere militare di Zelensky, Pavlo Palisa. La Russia, invece, è rappresentata dal capo della Commissione della Duma Grigory Karasin e da un consigliere del FSB.
Obiettivi e sfide future nei negoziati
Uno degli obiettivi immediati è quello di stabilire una tregua di 30 giorni per le strutture energetiche, che dovrebbe entrare in vigore entro questa settimana. Tuttavia, l’ambizione di raggiungere un cessate il fuoco definitivo entro la Pasqua cristiana, che quest’anno coincide per cattolici e ortodossi, rappresenta una sfida significativa. Le dichiarazioni di Trump, che si propone come mediatore chiave, evidenziano la sua volontà di risolvere il conflitto e prevenire un’escalation globale.
Recentemente, Bloomberg ha riportato la possibilità di un accordo per una tregua definitiva entro il 20 aprile 2025, ma il Cremlino ha fatto sapere che non ha fretta di chiudere il dossier. Trump ha affermato di essere l’unico in grado di porre fine a questa guerra, sottolineando la sua posizione unica nei rapporti con entrambi i paesi coinvolti.
Il ruolo dell’Unione Europea e delle potenze globali
Mentre i colloqui proseguono in Arabia Saudita, l’Unione Europea si trova a dover affrontare la propria posizione nel contesto della crisi. Un vertice dei “volenterosi” si terrà a Parigi, con l’obiettivo di creare un’alleanza di paesi, sia europei che extraeuropei, per garantire la sicurezza all’Ucraina dopo la tregua. Leader come Macron, Starmer e Giorgia Meloni parteciperanno a questo incontro, mentre la Cina, attraverso Xi Jinping, ha offerto la sua disponibilità a collaborare, cercando di posizionarsi come un alleato strategico.
La situazione rimane fluida e complessa, con l’attenzione internazionale rivolta a Riad e ai possibili sviluppi nei prossimi giorni. La diplomazia continua a giocare un ruolo cruciale in questo conflitto, e gli esiti dei colloqui potrebbero avere ripercussioni significative non solo per l’Ucraina e la Russia, ma per l’intera comunità internazionale.