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Il voto online del M5S in Toscana potrebbe decidere il futuro della coalizione di centrosinistra

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Il voto online del M5S in Toscana al centro del destino del centrosinistra. - Unita.tv
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La politica toscana si prepara a un momento cruciale: il Movimento 5 Stelle sceglierà online se sostenere la ricandidatura del governatore uscente Eugenio Giani, esponente del Pd. Questa decisione arriva dopo un’assemblea animata in streaming, segnale di una frattura interna che potrebbe condizionare alleanze e strategie della coalizione di centrosinistra anche in altre regioni italiane. Giuseppe Conte, leader del M5S, ha posto il voto agli iscritti come via obbligata per superare divisioni profonde e definire chiaramente le condizioni per un eventuale sostegno.

La consultazione online del Movimento 5 Stelle in Toscana e le tensioni interne

A Firenze, il Movimento 5 Stelle ha convocato una votazione online entro giovedì 2025 per decidere se appoggiare il governatore uscente Eugenio Giani, sostenuto dal Pd. Dopo una dialettica accesa tra i sostenitori interni, Giuseppe Conte ha guidato l’assemblea con un intervento diretto, sottolineando come il partito sia diviso e attraversato da dubbi sulle alleanze future. Il voto online rappresenta una scelta strategica per mettere fine alle divisioni interne, dando la parola agli iscritti. Conte ha posto una condizione chiara: il sostegno a Giani sarà possibile solo se questo accetterà un accordo scritto che includa obiettivi strategici condivisi.

Questo metodo di consultazione, inedito per il M5S in Toscana, conferma la difficoltà di ricomporre le forze nel campo largo di centrosinistra. La posizione di Conte si presenta come un tentativo di ristabilire ordine, evitando un appoggio acritico e favorendo invece un’intesa basata su impegni concreti. La decisione del M5S non ha solo un impatto locale, ma potrebbe influenzare le dinamiche di alleanze anche in altre regioni in vista delle prossime elezioni. Finora il campo largo era apparso compatto, ma questa incertezza in Toscana dimostra che il quadro resta fluido.

L’assemblea in streaming ha mostrato tensioni evidenti, che riflettono una comunità politica messa a dura prova fra esigenze di rinnovamento e alleanze strategiche. La consultazione online infatti servirà a valutare una posizione condivisa, essenziale per evitare litigiosità interne troppo ampie. Il percorso scelto dai 5 Stelle dimostra, in ogni caso, come la politica regionale in Italia resti un terreno di sfide aperte e incertezza. La partita toscana tiene inoltre alta l’attenzione sulle modalità con cui i partiti coinvolti gestiranno futuri accordi.

Il via libera a Decaro In Puglia e le ambiguità del voto regionale

Sempre Giuseppe Conte ha dato il sostegno del M5S alla possibile candidatura di Antonio Decaro in Puglia, eurodeputato del Pd. Questo gesto mostra un’apertura verso una coalizione che sia in grado di rappresentare un rinnovamento, condizione chiave posta dal Movimento per l’ingresso nelle alleanze. Decaro, però, deve risolvere una situazione complessa: non ha ancora ufficializzato la candidatura perché si trova in contrasto con altre figure di spicco del centrosinistra pugliese, ossia il governatore uscente Michele Emiliano e l’ex governatore Nichi Vendola, sostenitore di Azione Verdi Sinistra .

Il nodo politico in Puglia si concentra principalmente sulle gerarchie nel centrosinistra e sulla necessità di evitare spaccature. Conte ha chiesto al Pd un segnale chiaro per superare questa impasse, puntando su un candidato che possa riunire le varie anime del campo largo. La situazione rimane però incerta: la mancanza di una candidatura ufficiale di Decaro riflette tensioni non risolte, che potrebbero riportare instabilità nella coalizione.

L’intervento di Conte evidenzia la difficoltà del M5S di accettare semplicemente candidati imposti senza un concreto progetto condiviso. Il sostegno a Decaro segue la logica di voler creare una coalizione che abbia un progetto di rinnovamento e discontinuità, ma allo stesso tempo mantenga un asse con il Pd. La posta in gioco è alta in Puglia, regione chiave per il centrosinistra in vista delle elezioni regionali e politiche che si avvicinano. Il voto di questo territorio potrà pesare sul bilancio politico nazionale e sulla capacità del campo largo di presentarsi unito alle urne.

La strategia del centrodestra in Veneto e la dialettica sul candidato Zaia

Per la coalizione di centrodestra, il fronte più caldo riguarda il Veneto dove la Lega vuole definire il candidato per la successione dell’attuale presidente Luca Zaia, ormai da molti anni un punto di riferimento regionale. Claudio Durigon, vice di Matteo Salvini nel partito, ha chiesto che la Lega indichi presto il nome del suo candidato, richiamando l’esempio di Marche e Calabria, dove il centrodestra si presenta unito attorno a figure che hanno governato con consenso.

Zaia, tuttavia, non ha rinunciato all’idea di correre con una lista che porta il suo nome, legata ma formalmente autonoma rispetto alla coalizione. Il presidente uscente ha dichiarato che la scelta spetterà al candidato alla presidenza, ma non ha escluso di replicare la strategia del 2020, quando la sua lista ottenne un voto superiore rispetto a quello della stessa Lega, con il 40% contro il 17%. “La scelta spetterà al candidato alla presidenza”, ha detto Zaia, sottolineando il proprio ruolo. Questo scenario potrebbe complicare la definizione unitaria del centrodestra in Veneto, mentre Zaia conserva una forte popolarità personale.

Il dibattito che si sviluppa intorno al nome del candidato e alla formula della lista riflette la capacità di Zaia di mantenere una base elettorale importante e un movimento personale dentro la coalizione. La presenza di una lista Zaia indipendente segnala la volontà di non disperdere il consenso raccolto nel 2020 e potrebbe rappresentare una sfida per la leadership del partito. La Lega, d’altro canto, vuole evitare di frammentare troppo l’elettorato in vista del voto regionale.

L’attenzione è alta anche a livello nazionale, dato che il Veneto rappresenta un laboratorio politico e una mostra della forza del centrodestra. Le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane avranno riflessi sul quadro elettorale più ampio e sull’equilibrio interno alla coalizione. Il confronto tra Zaia e il partito promette di essere uno degli snodi più delicati in vista delle regionali 2025.

Le mosse negli altri territori e il ruolo del Pd nella definizione delle alleanze

Il voto previsto per il M5S in Toscana rappresenta uno dei tasselli di una più ampia corsa elettorale che coinvolge più regioni italiane. Il Pd ha in programma di ufficializzare la ricandidatura di Giani proprio a Firenze durante un’assemblea regionale prevista sempre entro la settimana. A differenza della Toscana, in altre regioni la coalizione resiste e il campo largo mantiene accordi tra centro e M5S.

Nel Marche, per esempio, i Cinque Stelle hanno confermato il sostegno a Matteo Ricci, candidato del Pd, nonostante una lunga vicenda giudiziaria che lo ha messo sotto accusa. In Campania invece, Roberto Fico, esponente di spicco del M5S, dovrebbe essere il candidato appoggiato dal centrosinistra, confermando una linea di collaborazione. Conte ha chiarito più volte che la sua formazione è pronta a governare anche senza tradire la propria identità, evitando alleanze cieche e chiedendo una linea di rinnovamento vera.

Anche nelle altre regioni la partita è aperta. In Veneto il centrosinistra schiera Giovanni Manildo come candidato Pd, mentre in Calabria il Pd e i suoi alleati sono ancora alla ricerca di chi possa rappresentarli al meglio. Il peso della segretaria del Pd, Elly Schlein, si percepisce con la sua volontà di avanzare una strategia capillare per schierare il campo largo ovunque, considerandolo un test importante in vista delle politiche del 2027.

Le richieste dei partner dell’alleanza, come Azione Verdi Sinistra in Calabria, e le dichiarazioni dei loro rappresentanti, rivelano una certa determinazione a ottenere riconoscimento e ruoli di primo piano nelle liste. Angelo Bonelli di Avs ha sottolineato la presenza di figure con esperienza di governo, elemento che dovrebbe entrare nella scelta dei candidati.

L’intero mosaico delle regionali riflette così una rete complessa di interessi e posizioni, dove si gioca un equilibrio delicato tra nomi, strategie e contenuti. Ne deriva una fase politica che si presta a sviluppi incerti e a possibili novità molto ravvicinate rispetto al giorno del voto.


La scena politica regionale italiana si prepara a settimane decisive. Decine di candidature, alleanze da sciogliere e consultazioni interne sono in programma in molte Regioni, con la Toscana che appare come un caso simbolo delle difficoltà e opportunità che attendono il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle nel definire un cammino comune nelle elezioni che segneranno i prossimi anni.

Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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