Il Vaticano ha avviato un progetto ambizioso per ridurre le emissioni e trasformare il complesso della basilica di San Pietro e gli edifici adiacenti in spazi a impatto ambientale nullo entro la fine del 2026. Questa iniziativa punta a coniugare rispetto per il patrimonio storico e innovazioni ecologiche, riflettendo l’impegno espresso da papa Francesco nei suoi ultimi documenti sull’ambiente. Ecco il dettaglio degli interventi previsti, dalle tecnologie per l’illuminazione alla gestione dei rifiuti, e del ruolo svolto dalle istituzioni scientifiche coinvolte.
Interventi tecnologici per un ambiente più sostenibile nelle strutture vaticane
La trasformazione del Vaticano verso una gestione più ecologica passa attraverso scelte concrete per l’energia e il riscaldamento. La basilica di San Pietro sarà illuminata quasi interamente con lampade a led a basso consumo, capaci di garantire un’adeguata luce senza sprechi energetici. I tetti degli edifici storici ospiteranno pannelli solari installati in modo da essere invisibili all’occhio, mimetizzandosi con le superfici antiche per non alterare l’aspetto artistico.
Si prevede la sostituzione completa delle vecchie caldaie, ormai inquinanti, con sistemi a basso impatto ambientale. All’interno della basilica sarà favorito un sistema di areazione naturale, che sfrutta la conformazione dell’edificio per mantenere l’aria pulita senza uso intensivo di impianti meccanici. Un’attenzione particolare è stata dedicata anche alla riduzione e il riciclo dei rifiuti, con alcune idee innovative come il riutilizzo delle cuffiette usate dai pellegrini durante le visite guidate. Queste misure mirano a ridurre l’energia consumata, abbattere le emissioni di sostanze inquinanti e migliorare la qualità dell’aria negli ambienti interni.
L’impegno del papa e il richiamo alla custodia dell’ambiente nella missione religiosa
Papa Francesco ha ribadito più volte la necessità di prendersi cura dell’ambiente come dovere morale. In un recente incontro con i vescovi provenienti dal Mozambico, il pontefice ha sottolineato che la tutela della “casa comune” non è solo una questione pratica, ma un elemento essenziale nell’attività pastorale e profetica della Chiesa. Ha esortato i leader religiosi a insegnare con forza ai fedeli il rispetto verso la natura, un passo indispensabile per coinvolgere le comunità nelle scelte di giustizia e pace.
Questo messaggio non è isolato, ma inserito in un percorso di coerenza con encicliche come Laudato sì e documenti recenti come Laudate Deum e Fratelli Tutti. Il Vaticano ha così sposato la causa ambientale non solo come questione civile, ma anche come impegno spirituale da diffondere a livello globale.
Il ruolo della fabbrica di san pietro e il coinvolgimento degli enti di ricerca
La Fabbrica di San Pietro ha guidato il progetto di sostenibilità che coinvolge l’intero complesso monumentale. Il cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fabbrica, ha definito la basilica come una “casa” che dovrà raggiungere l’impatto zero impegnandosi in azioni concrete. Il piano è supportato da numerose istituzioni scientifiche di rilievo, tra cui Enea, il Politecnico di Milano e l’Università di Bari Aldo Moro.
Il Comitato Scientifico di Progetto ha validato tutte le metodologie adottate in campo energetico e ambientale. La supervisione costante permette di monitorare e certificare ogni risultato, garantendo trasparenza e rigore. Si è scelto inoltre di allineare queste azioni con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La formazione e la diffusione della cultura ecologica trovano spazio anche nel dialogo interreligioso promosso dal progetto. Walter Ganapini, coordinatore del progetto, ha spiegato che il lavoro mira a un’effettiva riduzione delle emissioni, senza trascurare l’aspetto educativo rivolto a diverse comunità religiose.
La qualità dell’aria nella basilica di san pietro e l’uso dell’incenso
Tra gli aspetti studiati con attenzione figura la qualità dell’aria interna della basilica, spesso frequentata da un numero medio stimato di 45 mila persone ogni giorno. Le analisi condotte hanno evidenziato che, nonostante l’elevato afflusso di visitatori, l’edificio mantiene livelli accettabili di inquinanti grazie a un sistema naturale di ventilazione. Le grandi volumetrie permettono un’efficace dispersione degli agenti inquinanti, anche nelle ore di maggiore affollamento.
Un punto che ha suscitato curiosità riguarda l’utilizzo dell’incenso durante le celebrazioni. Gli studi hanno mostrato che le emissioni derivanti da questo non aumentano in modo significativo la concentrazione di CO2 all’interno della basilica. Questo dato rassicura sulla compatibilità tra tradizioni liturgiche e tutela ambientale. Tutti questi elementi confermano che si possono coniugare esigenze spirituali, artistiche e ambientali in un contesto così delicato e unico.