Le recenti comunicazioni tra il Vaticano e la Russia segnano un nuovo capitolo nelle complesse trattative per la pace in Ucraina. Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. La Santa Sede sta cercando di riportare l’attenzione su una vera trattativa di pace, distogliendo il focus dalle dinamiche di potere tra Stati Uniti e Russia. Tuttavia, le ambizioni di leader come Donald Trump e Vladimir Putin potrebbero ostacolare questo processo.
Il ruolo del Vaticano nelle trattative per la pace
Il Vaticano ha sempre cercato di svolgere un ruolo di mediazione nei conflitti internazionali, e la situazione in Ucraina non fa eccezione. Durante la conversazione tra Gallagher e Lavrov, sono emerse iniziative per fermare le ostilità . Tuttavia, l’efficacia dell’intervento vaticano è limitata. La Santa Sede si trova in un contesto in cui l’Europa è concentrata sul riarmo e gli Stati Uniti sono più interessati agli affari economici che alla pace. Questo scenario rende difficile l’emergere di un dialogo autentico e costruttivo.
Gallagher ha sottolineato l’importanza di trovare una via d’uscita dalla guerra, ma le prospettive di un armistizio sembrano lontane. La Casa Bianca ha già comunicato che non ci saranno progressi significativi entro Pasqua, contrariamente alle aspettative di Trump. Questo ritardo nelle trattative potrebbe riflettere la complessità della situazione, in cui le parti coinvolte sembrano avere obiettivi divergenti.
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Le difficoltà nel raggiungere un accordo
Le trattative tra Russia e Ucraina si trovano in una fase di stallo, complicata dalla strategia russa di prolungare il dialogo mentre continua a condurre attacchi. Recentemente, un bombardamento ha causato la morte di oltre 80 ufficiali ucraini e istruttori militari occidentali, evidenziando la vulnerabilità dell’Ucraina, che ora riceve meno aiuti militari dagli Stati Uniti.
Il capo della delegazione russa, Kirill Dmitriev, ha recentemente visitato gli Stati Uniti per discutere di cooperazione in vari settori, ma la questione ucraina è stata trascurata. Invece, si è parlato di ridurre le sanzioni contro Mosca e ripristinare i collegamenti aerei tra i due Paesi. Questo approccio suggerisce che, per la Russia, l’Ucraina è diventata un elemento secondario in un contesto di relazioni più ampie con gli Stati Uniti.
Gli ostacoli politici e le ambizioni di Trump
Le tensioni politiche tra Trump e Putin complicano ulteriormente la situazione. Trump ha espresso frustrazione nei confronti di Putin, soprattutto per la sua riluttanza a incontrare Zelensky, che non considera un presidente legittimo. Allo stesso tempo, Trump ha chiesto a Zelensky di indire elezioni, insinuando che anche lui non lo consideri completamente legittimo. Questo scenario mette Zelensky in una posizione precaria, costretto a navigare tra pressioni interne ed esterne.
Zelensky si trova a dover affrontare la questione delle risorse minerarie, rifiutando di firmare accordi senza garanzie di sicurezza per l’Ucraina. La Russia, da parte sua, desidera creare condizioni favorevoli alla propria sicurezza. Questo stallo potrebbe portare a un cambio di regime, un obiettivo che sia Trump che Putin sembrano condividere.
Le prospettive future per l’Ucraina
Il futuro dell’Ucraina appare incerto, con la possibilità che le elezioni siano influenzate dagli oligarchi, alcuni dei quali sono filorussi. Figure come Petro Poroshenko, ex presidente, potrebbero tornare in gioco, complicando ulteriormente la situazione. Sebbene Poroshenko sia ufficialmente anti-russo, la sua natura di uomo d’affari potrebbe facilitare un accordo con Mosca, simile a quello auspicato da Trump.
Zelensky, consapevole della sua vulnerabilità , cerca di resistere. Ha tentato di combattere l’influenza degli oligarchi con leggi anti-oligarchiche, ma la guerra ha riaperto le porte a questi attori politici. Entrambi i leader, Trump e Putin, sembrano avere un interesse comune nel cambiare il governo ucraino per favorire un’amministrazione più collaborativa.
Le implicazioni dell’accordo sulle terre rare
Le terre rare rappresentano un altro punto cruciale nelle trattative. L’Ucraina non è l’unico Paese con risorse di questo tipo; anche Russia, Uzbekistan e Tagikistan ne possiedono. Se l’Ucraina non firma l’accordo, gli Stati Uniti potrebbero decidere di rimuovere Zelensky e aspettare un nuovo presidente per raggiungere un’intesa. Gli Stati Uniti potrebbero anche creare instabilità per indebolire ulteriormente la posizione di Zelensky.
Il segretario di Stato americano, Rubio, ha chiarito che gli Stati Uniti non sono interessati a trattative prolungate, ma cercano una soluzione rapida. Se le trattative non dovessero portare a risultati, non è escluso che gli Stati Uniti possano riprendere l’invio di armi all’Ucraina, a meno che Zelensky non venga sostituito.
L’opinione pubblica e le prospettive di un accordo
L’opinione pubblica in Ucraina e in Russia sta reagendo in modi diversi alle trattative. Zelensky ha visto un aumento del consenso popolare dopo le umiliazioni subite da Trump, raggiungendo il 60% di approvazione. In Russia, la riapertura di attività americane come Starbucks ha generato ottimismo, suggerendo che la popolazione desidera una normalizzazione delle relazioni.
In questo contesto, la Russia sta cercando di presentare un’immagine di prosperità , con iniziative come un treno di lusso da Mosca a San Pietroburgo. Tuttavia, la vera questione rimane: quando e come si fermeranno le ostilità ? La parata del 9 maggio in Russia potrebbe rappresentare un momento cruciale per Putin, che desidera proclamare una vittoria in Ucraina. Un armistizio potrebbe avvenire solo se potrà essere presentato come un successo per il Cremlino.
La situazione in Ucraina continua a evolversi, con molteplici attori e interessi in gioco. La complessità delle relazioni internazionali e le ambizioni politiche rendono difficile prevedere un esito positivo nel breve termine.