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Il Senato approva misure per rilanciare il polo ex Ilva con finanziamenti e sgravi per il 2025

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Senato dà il via a incentivi per il rilancio del polo ex Ilva nel 2025. - Unita.tv
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Il Senato ha dato il via libera a un decreto-legge che punta a sostenere il polo siderurgico ex Ilva e le imprese collegate, assicurando continuità produttiva e sostegno occupazionale. La norma prevede un finanziamento pubblico significativo e una serie di interventi mirati su impianti, investimenti e ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di limitare le difficoltà economiche di un settore strategico per l’industria nazionale. Ecco tutte le novità contenute nel provvedimento, aggiornate al 2025.

Finanziamenti statali e interventi urgenti sugli impianti ex Ilva

Il decreto introduce un finanziamento pubblico fino a 200 milioni di euro per il 2025 destinato a Ilva in amministrazione straordinaria. Questi fondi servono a realizzare interventi urgenti sugli impianti siderurgici, in modo da garantire la sicurezza e la funzionalità delle strutture produttive. La misura permette alla società di ottenere un prestito a tasso di mercato con durata massima di cinque anni, coprendo così le esigenze immediate senza compromettere la stabilità finanziaria a lungo termine.

Il prestito in questione potrà essere trasferito anche alla controllata Acciaierie d’Italia, facilitando così la gestione delle risorse tra le società coinvolte nel polo siderurgico. Il rimborso dei fondi avverrà entro 120 giorni dalla vendita degli impianti oppure, in via alternativa, entro il termine massimo di cinque anni. Inoltre, l’obbligo di restituzione è garantito con priorità rispetto ad altri debiti, ponendo al primo posto l’ex Ilva nel programma di rientro dagli impegni finanziari.

Questa misura risponde alla necessità di mantenere stabile la produzione nei grandi siti industriali, evitando interruzioni che potrebbero compromettere l’intera filiera siderurgica nazionale. L’obiettivo è quello di assicurare che la struttura produttiva rimanga operativa mentre si avviano processi di rilancio e reindustrializzazione.

Nuove modalità di investimento e semplificazioni burocratiche per aree ex Ilva

Tra le novità più rilevanti del decreto c’è la modifica negli strumenti per realizzare nuovi impianti, in particolare i preridotti, indispensabili per la produzione d’acciaio. Vengono eliminati i riferimenti al PNRR e all’idrogeno come fonte di finanziamento per queste opere. Ora, le risorse derivano dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, segnalando una diversa allocazione economica rispetto al passato.

Inoltre, la norma autorizza la società responsabile degli investimenti a rivolgersi a un partner privato, selezionato tramite gara pubblica, per affrontare la gestione e i lavori previsti. Questo passaggio si prefigura come un tentativo di attirare capitali esterni e competenze, favorendo una collaborazione che possa accelerare la realizzazione degli interventi indispensabili.

Per quanto riguarda le autorizzazioni, il decreto introduce una procedura semplificata per investimenti superiori a 50 milioni di euro in aree legate all’ex Ilva. Gli investitori devono depositare un piano dettagliato presso il Ministero delle imprese; quest’ultimo ha la facoltà di nominare un commissario straordinario che coordinerà l’azione e sbloccherà eventuali ostacoli amministrativi. La misura tende a velocizzare le pratiche burocratiche, spesso elemento critico nei progetti industriali di grande scala.

Le regioni e le province autonome possono sfruttare i fondi residui anche nel 2024 per supportare le società considerate strategiche, usando una flessibilità già applicata l’anno precedente. Infine, la legge riserva 20 milioni di euro per un intervento straordinario di integrazione salariale rivolto alle aziende in fase di chiusura ma con reali prospettive di vendita e riassorbimento dei dipendenti. Il tetto di spesa per l’aiuto ai lavoratori di aziende confiscate o sequestrate viene ampliato per il biennio 2025-2026.

La gestione pubblica e le regole per la cessione dei complessi aziendali

Il decreto regola la possibilità di cedere contratti di acquisto relativi a complessi aziendali in presenza di difficoltà contrattuali. In questi casi è prevista la facoltà di far entrare un nuovo soggetto acquirente, che può anche essere pubblico. Questo meccanismo vuole tutelare gli interessi della collettività, evitando che situazioni di crisi interna ostacolino la continuità produttiva e occupazionale.

Per attivare questa opzione è necessaria l’autorizzazione ministeriale, a tutela degli interessi nazionali. Inoltre, la cessione dovrà rispettare un tetto massimo stabilito dalla legge, così da garantire una gestione trasparente e controllata delle risorse finanziarie coinvolte nella compravendita. L’intervento pubblico diretto diviene così un’opzione concreta per salvaguardare aziende di rilevanza strategica per il Paese.

Questa disciplina si inserisce in un quadro più ampio di misure volte a tenere assieme i pezzi della filiera produttiva e a evitare lo spezzettamento o la perdita di asset industriali fondamentali per l’economia locale e nazionale.

Proroghe sulla cassa integrazione e limiti sugli orari di lavoro per il 2025

Per mitigare i contraccolpi occupazionali delle crisi industriali, il documento esonera dal pagamento delle contribuzioni aggiuntive legate alla cassa integrazione straordinaria le aziende in crisi complessa per tutto il 2025. L’esonero non si applica in caso di licenziamenti collettivi, mantenendo un limite nel sostegno pubblico.

È prevista l’estensione fino a 12 settimane, sempre nel 2025, della cassa integrazione per le piccole imprese con meno di 15 dipendenti, in particolare nei settori della moda. Viene inoltre semplificata la procedura per cui il datore di lavoro può richiedere direttamente all’INPS il pagamento degli ammortizzatori ai lavoratori, riducendo tempi e iter burocratici. Il finanziamento di queste misure deriva da una riduzione di 9,3 milioni nel Fondo sociale per l’occupazione e la formazione.

Per i grandi gruppi con almeno 1000 dipendenti che hanno sottoscritto un accordo quadro per la tutela dell’occupazione e la reindustrializzazione, la cassa integrazione straordinaria potrà essere prorogata fino al 2027. Parallelamente, sarà possibile applicare riduzioni d’orario fino al 100% con limiti di spesa definiti per ciascun anno dal 2025 al 2027.

Questi provvedimenti puntano a dare respiro alle imprese e stabilità ai lavoratori colpiti dalla crisi, offrendo strumenti flessibili ma controllati per gestire periodi di difficoltà senza ricorrere immediatamente a licenziamenti drastici.

Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

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